Torino e gli ingorghi (im)previsti

Rotonde mal progettate, eventi sottovalutati: gli ingorghi di Torino

L’altro giorno, nelle ore antecedenti alla partita Juventus-Ajax, alcune zone del centro di Torino sono state prese d’assalto dai tifosi olandesi, tanto da creare diversi ingorghi.

Quando non c’è l’evento di turno, ma banalmente piove, il traffico rallentato va in tilt, come è accaduto più di una volta in Piazza Baldissera.

Torino, da parecchi anni, si trova a fronteggiare un traffico sempre più frenetico, per una città che è tra le poche in Europa tra quelle a circa un milione di abitanti a ritrovarsi nel 2019 con una sola linea di metropolitana e neanche del tutto terminata.

Laddove c’erano cavalcavia in grado di snellire il traffico (come per Corso Mortara e Corso Grosseto) ci si ritrova a progettare non nuovi ponti o tunnel, bensì rotonde, ossia puntare al solito traffico automobilistico di superficie che rende queste zone tra le più inquinate della città.

Che dire poi della linea ferroviaria Torino-Ceres che da sempre si ferma a Stazione Dora senza arrivare sino a Porta Susa?

A mantenere bassi i livelli di inquinamento un tempo c’erano i filobus, oggi scomparsi a Torino e sostituiti da bus la cui vita media è maggiore di quella europea.

Volendo pensare male, si potrebbe dire che un tempo c’era la FIAT a non volere che si facessero le 2 o 3 linee di metropolitana di cui avrebbe bisogno il capoluogo piemontese, altrimenti le auto a chi le vendevi?

Oggi, però, l’impatto che l’industria automobilistica torinese ha sulla città è ben differente, eppure se non ci fossero stati i finanziamenti europei per le Olimpiadi del 2006, probabilmente non avremmo neanche quell’unica linea di metropolitana che finalmente possiamo utilizzare.

Alla prossima Giunta Regionale che si insedierà a giugno e perché no al prossimo sindaco di Torino che verrà eletto nel 2021 chiediamo che si faccia di più per il traffico a Torino, affrontando in maniera più efficace i temi della TAV, della seconda linea di metropolitana, delle piste ciclabili, della realizzazione di torrette per le auto elettriche, della diffusione di distributori di GPL e di metano, dell’acquisto di nuovi bus a basso impatto ambientale, per fare di Torino una vera smart city di livello europeo.

 

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Articolo pubblicato il 21/04/2019