Settimo Torinese (TO) - Una nuova Festa del Barocco

Prende il via con un concerto interamente à la française la ventiquattresima edizione di Antiqua, la rassegna interamente dedicata al repertorio preromantico.

Il 2 giugno alle ore 21, nella Chiesa di Santa Croce di Settimo Torinese, l’appuntamento de rigueur per tutti gli appassionati dei tesori rinascimentali e barocchi

 

Una breve Introduzione

Anche se – da bravi piemontesi – siamo piuttosto refrattari alle autocelebrazioni, non possiamo di certo nascondere il nostro orgoglio per il trentesimo compleanno dell’Accademia del Ricercare.

Ripensando a questi tre decenni, ricchi di molte soddisfazioni e di tantissimo lavoro appassionato a cui ha preso attivamente parte anche chi scrive, vengono in mente uno per uno i tanti amici che ci sono stati vicini in tutte le occasioni, dai traguardi insperati alle situazioni difficili, quelle che a volte – a caldo – farebbero venire voglia di smettere una volta per tutte. Gli amici che hanno aiutato a costituire l’associazione, parecchi dei quali sono ancora al nostro fianco, i numerosi musicisti ed ensemble in carriera come I Cantori Gregoriani, la Nova Ars Cantandi e Odhecaton che ci hanno aiutato a muovere i primi passi, gli amministratori pubblici e i funzionari delle fondazioni bancarie che hanno creduto nel nostro progetto e il pubblico che ci segue da sempre con profondo e sincero affetto.

Nel 1989 il panorama filologico italiano stava cominciando a consolidare i primi grandi successi ottenuti da musicisti del calibro di Rinaldo Alessandrini, Giovanni Antonini e Fabio Biondi, ma per gran parte del pubblico il repertorio preromantico tendeva a identificarsi solo con quello che oggi potremmo definire mainstream, ossia Monteverdi, Vivaldi, Couperin, Bach e Händel.

In quegli anni gli autori minori – soprattutto se attivi tra il XVI e la prima metà del XVII secolo – erano ancora ritenuti troppo “di nicchia” e retaggio di pochi specialisti. In quel periodo non era facile immaginare un’orchestra rinascimentale, composta da consort di flauti dolci e di viole da gamba e da strumenti ad ancia incapsulata, per eseguire le opere di autori come Giorgio Mainerio e Pierre Attaingnant.

 Eppure, quello che in quegli anni eroici poteva sembrare un azzardo, alla fine si è rivelato una scelta del tutto azzeccata, come dimostra il fatto che oggi nel mondo sono presenti pochissimi orchestre rinascimentali paragonabili al nostro ensemble. Con il passare del tempo il repertorio si è allargato e sono stati fondati i gruppi medievale e barocco, grazie ai quali l’Accademia può eseguire con assoluta proprietà stilistica un repertorio che spazia dal XII alla fine del XVIII secolo, in pratica dalle opere visionarie di Hildegard von Bingen ai capolavori di Haydn e Mozart.

 

Per presentare al pubblico questa bellissima musica 24 anni fa abbiamo deciso di dare vita ad Antiqua, una rassegna estiva interamente dedicata al repertorio preromantico, che – edizione dopo edizione – ha visto esibirsi accanto ai “padroni di casa” dell’Accademia un gran numero di ensemble di strumenti originali italiani e stranieri, da quelli più famosi, come l’Europa Galante, Il Giardino Armonico e l’Accademia Bizantina (per citarne solo tre), ad altri meno noti, ma non per questo di minore interesse.

 

A ogni concerto sono legati ricordi che continuiamo a portare con gioia nel cuore, felici di notare che queste stesse immagini sono presenti anche nella memoria di molti dei nostri ascoltatori più fedeli. Gli anni sono passati, portando da un lato una maggiore consapevolezza e dall’altro qualche capello bianco, ma noi siamo rimasti gli stessi, sempre pronti a stupirci ogni volta che ci capita di scoprire un inedito dimenticato da secoli e a dare il meglio di noi stessi per presentarlo al nostro pubblico, che ha sposato con commovente entusiasmo la nostra stessa passione.

Sotto questo aspetto, ci sentiamo con orgoglio una piccola tessera di quell’immenso mosaico che è il patrimonio musicale italiano, componente di spicco della civiltà barocca europea. Con questa immagine molto gratificante, vi invitiamo ad accompagnarci in un nuovo viaggio di scoperta, nel solco del sentiero tracciato nel corso degli anni e con un occhio puntato al futuro. A tutte le prossime edizioni che verranno.

 

Buon compleanno Accademia e un riconoscente grazie di cuore a tutti!

 

IL CONCERTO

 

Alla fine del XVII secolo in Francia si sviluppò l’opéra-ballet, un genere nel quale alle parti cantate si alternavano lunghi balletti, che rendeva così omaggio a una forma d’arte molto amata dal Re Sole.

 Dopo essersi affermata nel 1697 con l’Europe Galante di André Campra, l’opéra-ballet raggiunse il suo apice nel 1735 con Les Indes Galantes di Jean-Philippe Rameau. In realtà, quest’opera fu accolta in maniera piuttosto tiepida, un fatto che spinse l’autore ad apportarvi molte revisioni e ad aggiungere alle tre entrées originarie una quarta. Dopo il Preludio che vede protagoniste la dea della giovinezza Ebe e quella della guerra Bellona, il primo atto (Le Turc généreux) narra le vicissitudini di una coppia di cristiani prigionieri del pascià turco Osman, che – pur essendosi invaghito della ragazza – alla fine decide di non opporsi alla felicità dei due giovani, ricalcando un cliché che sarebbe sopravvissuto fino all’Italiana in Algeri di Rossini.

 La seconda entrée (Les Incas du Pérou) vede un inca e uno spagnolo contendersi l’amore di una principessa, la terza (Les fleurs) è incentrata su un intreccio amoroso tra due nobili persiani l’uno innamorato della schiava dell’altro con prevedibile happy end, mentre nella quarta (Les Sauvages), uno spagnolo e un francese dichiarano il proprio amore a una nordamericana, che però preferisce sposare un giovane del suo popolo. Come si può immaginare, le vicende sono esilissime e quanto mai prevedibili, ma la carenza di azione non impedì a Rameau di scrivere una musica di ammaliante bellezza, molto ricca sotto l’aspetto timbrico e intrisa di fascinose melodie dai tratti esotici, due caratteristiche che possono essere apprezzate nella maniera migliore nella suite strumentale.

Sorprendentemente, il programma di questo concerto imperniato su una delle opere più emblematiche del Barocco francese comprende anche una suite di Georg Philipp Telemann, compositore originario di Magdeburgo. Non si tratta però di un errore, perché Telemann seppe esprimere come nessun altro gli stili di tutte le nazioni dell’epoca, al punto da venire apprezzato sia per il goût italien sia per quello français in molte suites orchestrali, nelle quali è possibile percepire il più autentico esprit transalpino.

 

PROGRAMMA

 

GEORG PHILIPP TELEMANN (1681-1767)

Ouverture Suite in re maggiore per oboe, tromba e violino

 

JEAN-PHILIPPE RAMEAU (1683-1764)

Les Indes Galantes – suite dell’opéra-ballet per orchestra (1735-61)

 

ACCADEMIA DEL RICERCARE

Pietro Busca, direttore

 

Maurizio Cadossi, Silvia Colli, Andrea Vassalle, Valeria Caponnetto, Yayoi Masuda, Efix Puleo, Aki Takahashi, violini

Elena Saccomandi, viola da braccio

Massimo Sartori, Luca Taccardi, viole da gamba

Enrico Negro, tromba

Arianna Zambon, Nicola Barbagli, oboi

Cecilia Medi, fagotto

Manuel Staropoli, Giulio de Felice, flauti traversieri

Antonio Fantinuoli, violoncello

Federico Bagnasco, contrabbasso

Ugo Nastrucci, tiorba e chitarra barocca

Matteo Manzini, timpani

Claudia Ferrero, clavicembalo

 

 

L’Accademia del Ricercare è un’associazione di musicisti spe­cializzati nell’esecuzione della musica antica (sec. X– XVIII) nata con l’intento di recuperarne e diffonderne la pratica e la cultura. Nei suoi trent’anni di attività, il gruppo, nelle sue diverse forma­zioni ha effettuato oltre 1.000 concerti ed è stato invitato ad esibirsi per importanti istituzioni musicali, festival nazionali ed internazionali di alto livello: Bruges Festival Internazionale delle Fiandre, Festival de La Chaise Dieu, Lens Festival Contrepoints, Bolzano Festival, Università di Leon Spagna, I Concerti dell’Accademia Ravenna, Festival di Musica An­tica Graz, Festival de Musica Española de Madrid, Festival de la La­guna Tenerife, Festival Internacional de Musica de Galicia, Festival Internacional de Musica y Danza de Granata, Festival de Musiqueet Renaissance di Parigi Ecouen, Antiqua BZ, Canto delle Pietre Re­gione Lombardia e Regione Piemonte, S. Sempliciano a Milano, Ge­nova, Firenze, Campobasso, Viadana, Stresa, Noto, Brindisi, Pantelleria, Kioto, Osaka, Amburgo, Kiel, Barcellona, Albertville, Barcellonet, Motril, riscuotendo, ovunque si sia proposta, ottimi consensi di pubblico e di critica. Nel 2009 ha ricevuto l’incarico dal Governo delle Canarie e dalla società di Musicologia Spagnola di incidere i Villancicos di Diego Duron, opera che ha suscitato grande interesse per l’appropriata scelta dell’organico strumentale. L’Accademia del Ricercare ha realizzato diverse registrazioni su CD (edite e distribuite sul mercato internazionale dalla Elegia, CPO, Brilliant, Tactus, Stradivarius) il cui successo è confermato dai no­tevoli volumi di vendita quanto dalle recensioni pubblicate sulle maggiori riviste del settore in Europa. L’Accademia del Ricercare collabora permanentemente con i mi­gliori musicisti europei specialisti nell’esecuzione della musica tardo-rinascimentale o barocca, i quali vantano individualmente curriculum di prestigio.

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Articolo pubblicato il 01/06/2019