"Corruzione a Palazzo di Giustizia": dal 1949 ad oggi nulla è cambiato

In pericolo l'indipendenza di giudizio e lo 'Stato di Diritto'

Gentile Direttore, già nel 1949, Ugo Betti pubblicava, con analogo titolo, questa drammatizzazione sullo stato della nostra Giustizia.

 

Nel 70ennale (1949-2019) la Politica e la Magistratura stanno celebrando la fine di una ipocrisia che, credo, ogni Italiano che ha avuto rapporti con i Tribunali ben conosce: non è vero che la applicazione della Legge sia uguale per tutti.

 

Commistioni tra Politica e Magistratura sono facilmente documentabili e il fatto stesso che il CSM sia strutturato, in 'correnti' chiaramente ideologizzate lo assevera.

 

Quanti Magistrati sono, non da oggi, attivi in politica, anche attraverso i Partiti?

 

Quanti contestano le Leggi che non gli piacciono, sovvertendone pretestuosamente i principi? 

 

Non sarà facile risolvere questo problema e recuperare la fiducia dei Cittadini. Riuscirà, il Parlamento a garantire l'indipendenza di giudizio e lo 'Stato di Diritto'?   

 

Cordiali saluti. 

 

GianFranco Billotti

 

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Carissimo lettore,

 

Ciò che focalizza la Sua attenzione e quella di tutti i cittadini è l'epilogo di una situazione insostenibile che tale è divenuta nell'arco degli anni.

 

Come Lei sottolinea, troppe concessioni alla interpretazione delle leggi ha determinato la sfiducia negli organi giudicanti che spesso tradiscono l'orientamento politico del soggetto.

 

Mentre l'oggetto, e ne abbiamo prove e testimonianze, lo subisce cercando, nel limite del possibile, di limitare i danni.

 

In quanto alle correnti ideologizzate occorre non giustificare, sia chiaro, ma ammettere che l'essere umano, in ogni sua manifestazione, difficilmente riesce a divenire un essere alieno capace di prendere le distanze da un qualsiasi indirizzo precedente la sua investitura ad organo giudicante, ragione per cui ogni forma di "debolezza" si rivela forza determinante nella risoluzione del contesto.

 

Per cui, mi creda, una riforma nell'applicazione delle leggi, che peraltro esistono, ed un irrigidimento nella stesura che non presti il fianco a qualsivoglia condizionamento è sicuramente la consacrazione dello Stato di Diritto, quello che manca anche nei rapporti interni della stessa Magistratura che oggi vive un momento storico particolarmente turbolento.

 

In ogni caso, la vita o la carriera impongono scelte ben precise; non si può intraprendere una carriera politica mantenendo aperta una porta, una via di fuga che può riportare, a fine mandato, alla posizione di partenza.

 

Ed ancor più se la provenienza alla politica giunge dalla Magistratura e si permette un reintegro in essa nella completa paventata garanzia di neutralità.

 

Questo avvertono i cittadini che hanno sempre meno fiducia nelle Istituzioni per cui la tanto sbandierata "Riforma della Giustizia" diviene ogni giorno sempre più urgente.

 

 

 

 

Civico20News

Il Direttore Responsabile

Massimo Calleri

 

  

 

 

 

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Articolo pubblicato il 18/06/2019