Dialoghi sul senso della vita – 2.4 di n

Poi cominciano a succedere altre cose….

Proseguiamo seguendo lo spunto che ci è stato fornito nel precedente articolo dal titolo: i primi anni di vita…..

 

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… Abbiamo appena detto che l’essere umano non nasce a caso da due genitori qualsiasi, ma proprio da quelli e in quella situazione che avrebbe tutte le caratteristiche per poter svolgere il proprio compito esistenziale.

Anche questa è un’affermazione dura da digerire!

 

Non solo! Inoltre quell’essere è in grado, prima di nascere, di vedere in sintesi tutto questo! Poi dal momento della nascita fisica questa visione si perderà, diluendosi nelle esperienze dirette che poi finiranno per prevalere.

 

E le esperienze dirette, come abbiamo visto, possono essere grandemente distorte da tutto ciò che interagisce con loro.

 

 

E ancora; quell’essere, per un tempo più o meno lungo, si servirà direttamente anche di tutto ciò che appartiene specificatamente ai genitori attraverso le informazioni presenti nel seme e circolanti nel sangue comune a quella famiglia. Il problema della mancanza di reciproca autonomia tra genitori e figli nasce fondamentalmente dall’ignoranza del fatto che non basta solo tagliare il cordone ombelicale fisico alla nascita, ma “occorre tagliare tutti i cordoni ombelicali energetici e funzionali” presenti tra di essi a livello delle emozioni e dei pensieri quando ciò è diventato necessario.

 

Possiamo quindi prendere in considerazione un altro aspetto dei rapporti tra di essi: i figli risultano essere più “vecchi” dei genitori in quanto la loro esperienza tiene conto, fin dalla nascita, attraverso i legami di sangue, anche di quella maturata dai genitori.

 

 

Quindi per certi versi si può affermare che in realtà i figli sono genitori dei genitori e non solo una continuità dei genitori alla loro morte!

 

E rende evidente quanto sia inutile che i genitori tentino di “educare forzatamente” i loro figli secondo un pensiero arbitrariamente ritenuto giusto; infatti i loro figli “vedono dentro i genitori” come sono in realtà le cose, e se l’esempio che essi forniscono non è coerente con quanto essi dicono non saranno più creduti, perderanno autorevolezza nei loro confronti! Lo stesso accade per i valori che l’istruzione e la società intendono trasferire nei nuovi nati; se non sono coerenti con l’esempio fornito non saranno accettati!

 

Ecco altre affermazioni non facilmente digeribili!

 

Ora abbiamo un po’ risalito il corso delle informazioni che istruiscono la nostra esistenza, anche se solo per la parte biologica!

 

IDPche confusione!

 

Certamente! Sembra un gran macello incomprensibile! E subito si scatenano altre domande: quale parte svolge in tutto questo disegno la volontà di chi viene concepito in modo violento o in modo incosciente o che nasce con malattie gravi, o vive pochi istanti, o segue un destino apparentemente nefasto?

 

Occorre entrare in un ordine di idee per noi quasi inconcepibile, perché siamo abituati a giudicare ogni cosa classificandola come giusta o sbagliata secondo il nostro personale criterio, senza partire da una vera conoscenza al riguardo!

 

Infatti molti di noi conoscono alcune frasi di scritture millenarie che si riallacciano a tutto questo: “il mio popolo si perde per mancanza di conoscenza”, e ancora: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno!”. Certo il loro significato è assai più ampio e importante, ma ci aiutano a comprendere le cose anche a questo livello!

 

Siamo abituati a classificare immediatamente le cose in giuste o sbagliate senza soffermarci il tempo necessario per comprenderle veramente per quello che sono: giuste e sbagliate insieme! Quindi abituati a vederle sempre parzialmente, mai per intero! Così facciamo anche con noi stessi: guardiamo la parte di noi che ci piace e vogliamo mostrare, cercando di dimenticare o facendo di tutto per combattere quelle parti che non ci interessano o ci danno fastidio. Così alla fine diventiamo un’altra cosa, né carne né pesce, un vera mescolanza casuale di fatti distonici verso la nostra vera essenza! Tutto ciò, chiaramente, non può farci bene!

 

Vi ringrazio ancora per la vostra continua disponibilità e apertura che mi permette di parlare in termini diretti e crudi di queste cose; ma in questo modo esse potranno veramente arrivare a muovere dentro di noi qualcosa degli aspetti archetipi che ci sono propri!

 

Per completezza occorre dire che non tutto dipende dal figlio, ma anche i genitori e la situazione ambientale fanno la loro parte e richiamano per affinità, per risonanza, il nuovo nato, che potrà essere loro utile per svolgere il proprio compito ed evolvere secondo il programma generale.

 

Il nuovo nato servirà a sconvolgere per un certo tempo lo status quo!

 

Queste interazioni reciproche sono necessarie per costringerci a uscire dalle situazioni in cui ci troviamo e che per questione di mera sopravvivenza saremmo tentati, come in realtà facciamo, di fare di tutto per mantenerle inamovibili, inalterabili e sempre uguali a se stesse per paura dell’ignoto che nasce dal nuovo, dallo sconosciuto, e da una più generica paura della morte che pervade ogni nostro atto, anche se non ne siamo coscienti.

 

A proposito di queste paure e come esse dominano l’intero nostro modo di vivere inserisco un altro schema che alcuni di voi già conoscono perché inserito tempo fa nel corso relativo al funzionamento dell’essere umano.

 

Torna utile anche ora!

 

 

IDPprima lei ha presentato famiglia e scuola sempre come devianti!  Deve essere per forza così perché uno sia costretto a scegliere coscientemente il proprio programma o può essere accompagnato?

 

Domanda fantastica; grazie!

Può succedere che sia accompagnato sulla sua strada!

Ma torno a dire che le cose semplici sono anche sconvolgenti da far paura quando si presentano inevitabilmente; figuriamoci a proporle!

Io stesso, che ne sono pervaso in ogni cellula, faccio fatica a trovare il modo di esprimerne il senso. Però ci provo!

 

Noi cerchiamo di proteggere il nuovo nato, di dargli tutto quello che riteniamo sia giusto! Ma quello che noi riteniamo giusto è quasi sempre ciò che lo fa deviare dal suo programma! Perché abbiamo paura per la sua sorte e di tutta una serie interminabile di cose, probabili o ipotetiche, e quindi tendiamo a costruire intorno a lui una infinità di sistemi di sicurezza.

Queste si rivelano sempre sicurezze inutili perché vi sono cose che succederanno inevitabilmente!

 

Il nuovo nato potrebbe vivere anche per un istante solo e questa è tutta la vita che doveva vivere! Perché questo era quanto mancava a completare il suo cammino! Era ciò che gli restava da fare! Ma noi non possiamo e non vogliamo accettarne l’evidenza! Perché vorrebbe dire che ciò possa valere anche per noi, cioè che anche la nostra esistenza, come è successo per la sua, possa terminare in questo stesso istante!

 

Se non abbiamo coscienza di cosa siamo realmente avremo sempre paura di perdere l’unica cosa in cui crediamo!

 

Segue nell’articolo 2.5 di n dal titolo:

solo divagazioni?

 

Foto, schema e testo

Pietro Cartella

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Articolo pubblicato il 08/08/2019