Dialoghi sul senso della vita – 3.1 di n

Si può programmare il futuro?

Inizio del terzo incontro.

 

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Di nuovo bentrovati!

Durante questi quindici giorni di intervallo si è mosso qualcosa dentro di voi in relazione alle cose che avete sentito nello scorso incontro?

O avete vostre osservazioni da proporre?

 

INTERVENTO DAL PUBBLICO = IDP

... ripensando a tutto è un po’ difficile

 

Non occorre riferirsi direttamente alle parole sentite, ma piuttosto alle impressioni che se ne ricavano … oppure domande che sorgono da noi anche se apparentemente scollegate da tali argomenti … non importa …

 

Perché sia chiaro, non finirò mai di ripeterlo, le parole che sentite dire sono solo mie parole, niente di più! Quindi così come valgono le mie valgono le vostre.

 

IDP… questa è democrazia!

 

No, è un’altra cosa! È il massimo grado di libertà che ci possiamo concedere in questo momento! Democrazia …

 

IDP… non è detto che sia libertà!

 

Esattamente! L’importante è che nascano da voi delle domande, perché esse ci aiuteranno a mostrare le cose che si muovono dentro di noi, spesso a nostra insaputa, a rivelarcele! Lo scopo di questi incontri è proprio quello di permettere a ciascuno di far riemergere dal profondo di noi stessi le parti dimenticate, quelle che ci aiutano a vivere ma delle quali non ci ricordiamo più. Stiamo parlando di quel grande motore che si chiama vita e che ci spinge a fare delle cose delle quali non sappiamo quale sia l’origine. Per questo vi sollecito a fare domande senza timore! Non ci sono domande strane o schiocche! Solo domande!

 

IDP… allora … lei quando l’altra volta … se ho capito bene, naturalmente! … ha detto che il corpo ci mette più o meno cento anni a dissolversi e poi il resto del nostro corpo vaga per l’universo … tibetani o altro … per settecento anni … come si fa a dire settecento anni … se fuori dalla terra il tempo non esiste … il nostro metro di misura è solo relativo a noi, come diceva Einstein … perché settecento anni?

 

Domanda pertinente! Sono riferimenti simili a quelli usati per definire i mille anni di Matusalemme! Ma non è il corpo che vaga, è quel qualcosa che usa un corpo quando serve.

 

IDP… sì, è un modo di dire!

 

Sì, è un modo di dire, anche se molto vicino al nostro modo di calcolare! Prendiamo ad esempio come agiscono i tibetani restringendo questo lasso di tempo tra le varie esperienze esistenziali! Prendono in considerazione alcuni riferimenti, come il riconoscimento di qualcosa di particolare appartenuto al lama precedente, quale segnale di continuità nel nuovo nato indipendentemente da quanto tempo è trascorso dalla morte del predecessore.

 

Inoltre il trasferimento della parte importante del lama precedente può avvenire in un nuovo nato che poteva già avere qualche anno di età a quel momento! Però è una forzatura: a volte si nascondono apposta oggetti appartenuti ad una persona al solo scopo di usarli per tale scopo dopo la sua scomparsa! Oppure si fa nascondere alla stessa persona che si presume sarà la sola che potrà cercarlo e ritrovarlo anche se attraverso un nuovo corpo!

 

IDP… quindi lei dice che io potrei tornare a cercarlo?

 

Sì, in certo senso … , qualcosa di noi, che non siamo noi, può aiutare ad arrivare a questo risultato. Si tratta di una informazione che abbiamo generato noi e di cui può far uso chiunque sappia come appropriarsene!

 

IDP… troppo complicato! …

 

IDP… quindi si può predisporre qualcosa per il futuro! …

 

IDP… cioè quella persona è consapevole di ciò che deve cercare!

 

IDP… ma non succede a nessuno di noi!

 

IDP… non possiamo saperlo!

 

Come? Lo facciamo quotidianamente! Quando lei mette una cosa in un posto a casa sua lo fa per poterla ritrovare quando le servirà di nuovo!

 

È poi lei che sa dove l’ha messa potrà andare a ritrovarla.

 

IDP… sì, ma a distanza di anni così!?

 

Lei stessa ha detto che il tempo è relativo! In questo momento stiamo ragionando nel tempo che ci è proprio riferendoci all’unica realtà che riteniamo esista … ma non è l’unica realtà possibile … basta guardare fuori da questa stanza per vedere in prospettiva l’universo con tutte le sue caratteristiche! Esattamente come accade a noi nella nostra casa, può accadere in un tempo più dilatato in una casa più ampia: l’universo! Solo che queste cose le abbiamo dimenticate e perciò diciamo che non esistono o sono impossibili! E chi se le ricorda, non ne ricorda l’uso corretto, e le utilizza per altri scopi.

 

IDP… continuo a non capire … cioè non riesco a capire come i tibetani siano riusciti a capire come funziona questa cosa …

 

… non siano riusciti! Non l’hanno mai dimenticato, che è una cosa differente! Solo che usano questa informazione come il gatto fuori dalla sala di meditazione!

 

IDP… e perché proprio solo i tibetani?

 

Perché se la sono tramandata come tradizione rituale, mantenendola quanto più simile possibile al proprio ricordo, mentre altri popoli hanno compiuto modificazioni nel proprio status.

 

Però non sono i soli!

 

A noi giunge più facilmente l’informazione di cosa fanno loro perché a partire dagli anni settanta dello scorso secolo c’è stato il boom della “cosiddetta ricerca spirituale in oriente” da parte degli occidentali.

 

Ed ora c’è la questione tra tibetani e cinesi! Un confronto tra il potere sottile delle conoscenze occulte di un ristretto gruppo e quello della componente fisica di una grande massa che in pratica si equivalgono e che hanno bisogno l’uno dell’altra per poter sopravvivere ancora e ancora.

 

IDP… ci ragionerò!

 

Pensate per esempio quanto i nazisti abbiano cercato la fonte della vita immortale in Tibet e in altri luoghi della tradizione relativa; pensate a quanta parte hanno avuto le conoscenze, più o meno dichiarate, di poteri occulti per gestire il popolo che sono state usate dal loro leader e dai i suoi seguaci! Considerate con quale potere hanno prodotto le ben note conseguenze!

 

Sapete per esempio che anche oggi si usano gli stessi poteri per gestire cose e persone nei raduni di massa!

 

In tutti gli esseri viventi, specie negli umani, sono presenti grandi poteri per lo più dimenticati o latenti; alcuni tra loro, avendoli riscoperti cercano di usarli a proprio vantaggio più o meno coscientemente.

 

Il comportamento individuale e collettivo è regolate da alcune delle leggi insite in tali informazioni. Per esempio, il transfert, l’empatia e l’identificazione giocano un ruolo importante nei rapporti tra divi e fans, tra medici e pazienti, tra leader e follower.

 

Ma a nessuno verrebbe mai in mente di ritenersi manipolati a loro insaputa, con il proprio tacito o ignorante consenso.

 

Però quanti di noi si identificano in questo o quel gruppo, in questa o quella corrente politica, in questo o quel luogo comune, in questa o quella religione o credenza, in questa o quella situazione?

 

E continueranno a farlo anche domani, andando a ricercare dentro di sé quella convinzione dopo avercela nascosta per tutta la notte!

Non è forse la notte una piccola morte, e il giorno che inizia una piccola nuova possibilità di vita?

 

Ed è proprio così che funziona il recupero dei ricordi, delle situazioni e degli oggetti tra un giorno ed un altro, tra una vita ed un’altra.

 

Tuttavia, quanti se ne accorgono e quanti si chiedono che senso abbia farlo!

 

Meglio nascondere la testa sotto la sabbia e continuare a stare nel proprio brodo caldo fino a esserne completamente bolliti!

 

Tranquilli però! Anche in questo caso nulla andrà definitivamente perduto!

E qualcuno tornerà a cercarlo! Nella prossima vita!

 

Continua nel prossimo articolo 3.2 di n dal titolo:

il culto dei morti.

 

Foto e testo

Pietro Cartella

 

 

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Articolo pubblicato il 01/09/2019