Dialoghi sul senso della vita – 3.5 di n.

L’ignoto dentro di noi.

Prosegue dal precedente articolo dal titolo: identità o identificazione.

---------------------------------------------------------------------------

 

Uno scienziato non può non credere! Poi può cercare di giustificare perché crede in quello in cui crede!

 

Allora torniamo a fare un piccolo schema!

 

Qualcuno si ricorda questi versi che qualcuno ha scritto un po’ di tempo fa? “nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita!” Noi oggi ci troviamo esattamente in quella condizione! Non è la prima volta che questa situazione si presenta; si è già ripetuta diverse volte! (Ve la riporto così come mi è stata trasmessa perché quando ciò è avvenuto non c’ero! - Pare che questo fatto sia accaduto trentatré volte durante il processo del divenire dell’essere umano prima dell’inizio dei tempi del nostro attuale calendario!).

 

Davanti a noi ora appare un burrone, un vuoto! È ciò che percepiamo tutti ricavandone un senso di smarrimento! Siamo in una posizione bloccata dalla paura! Non possiamo tornare indietro, è ovvio, e neppure andare avanti per paura del vuoto, dell’ignoto! Proseguire è un rischio! Possiamo ricevere qualsiasi tipo di assicurazione sulla possibilità che abbiamo di volare, ma non ci crediamo né ci fidiamo al punto di farlo davvero!

 

Da questa condizione, poiché dentro di noi, ripeto, se siamo sollecitati come ci accade spesso quando ci capita un incidente o muore una persona cara e si sconvolge l’equilibrio della nostra vita, succedono delle cose strane che, nella maggioranza dei casi, facciamo rientrare nella normalità in tutta fretta, perché dopo tre giorni ci siamo dimenticati e tornano le solite abitudini, la vita continua, lo show deve continuare; però non tutto può essere dimenticato.

 

Alcune cose strane che sono accadute in tali frangenti continuano a presentarsi nei nostri pensieri e a lavorare sulla nostra coscienza.

 

Cominciamo a capire che, mentre abbiamo fatto finta di niente per tutta la vita, ad un certo punto, volenti o nolenti, capita qualcosa che ci costringe ad aprire gli occhi!

 

Così cominciamo a veder che quello che credevamo esistesse non c’era già più da tempo, come le stelle di cui vediamo ancora la luce anche se sono sparite già da anni luce!

     

Questa è la situazione!

Si cominciano a percepire cose diverse fuori o dentro di noi!

 

Arrivate a maturazione, apparentemente di punto in bianco, esse si rivelano!

 

E quando accadono dentro di noi, può capitare che ci si senta “diversi”, non più come prima.

 

Si sente che dentro di noi qualcosa è cambiato, anche se non si sa cosa! E non ci si sente più a posto da nessuna parte! Nascono pensieri strani, si percepiscono cose strane!

 

Quando queste cose richiamano in noi la necessità di andare oltre il nostro stato attuale, al quale siamo abituati ma che lasceremo volentieri per uno migliore, il tentativo che tutti cercano di fare è saltare dalla vecchia alla nuova condizione percepita.

 

Un tentativo di intraprendere il cammino più diretto possibile verso la meta intravista, facendosi inevitabilmente male!

 

Perché, come potete vedere nello schema, non c’è niente su cui poggiare, solo vuoto! L’unica possibilità è scendere nel burrone e risalire dall’altra parte!

 

 

Scendere nel burrone, nell’ignoto, significa scendere nel nostro profondo, in quella parte di noi dove abbiamo sempre evitato di andare per tutta una serie di ragioni, per paura, per convenienza, per ignoranza.

 

Ma quella parte oscura rappresenta oltre il 95% di noi stessi e governa il 5% cosciente che lo si voglia o no!

 

Quindi se si vuole riprendere il controllo di noi stessi, anziché essere controllati dalle forze che risiedono indisturbate in questa oscurità, occorre scendere, guardare, comprendere, accettare e poi intraprendere la risalita in modo cosciente e, avendo chiaro quali sono leggi e principi che informano le cose, non continuare a fare tentativi folli di evitare ciò che non può essere evitato!

 

Occorre inevitabilmente tornare ad essere coscienti di chi siamo........

 

          

Questo cammino di conoscenza di sé, che Dante ha così ben descritto facendo scendere tutti nell’inferno per poi risalire attraverso il purgatorio fino ad un punto dal quale non si può più sapere niente, da dove si muove “ l’amore e l’altre stelle”, da dove conta solo vivere direttamente nella verità, nessuno lo vuole percorrere!

 

A questa vera conoscenza diretta si preferisce sostituire un surrogato di conoscenza più gestibile anche se falsa.

 

E su tale falsa conoscenza, fede, arte e scienza hanno costruito il nostro mondo e il loro potere!

 

Tutti insieme stiamo cercando di costruire un ponte per superare quell’abisso che siamo noi stessi!

 

Ma, come sappiamo bene tutti, anche per costruire un ponte occorrono appoggi sicuri, altrimenti la sua sorte è segnata in partenza!

 

Quindi, volenti o nolenti, in quell’abisso prima o poi ci dobbiamo scendere; se lo faremo di nostra iniziativa, saremo messi nella condizione di poterlo fare equilibratamente, potremo scendervi secondo le nostre possibilità, altrimenti prima o poi ci cadremo dentro insieme al ponte con tutte le conseguenze del caso!

 

Immaginate di dover costruire un ponte di corde e legno sopra un dirupo in cui tira un vento fortissimo; come farete a lanciare e fissare le corde all’altro lato e, qualora tutto riuscisse, come farete a percorrerlo senza cadere mentre viene sferzato e fatto oscillare dal vento?

 

Questo è quanto stiamo provando a fare con tutta la nostra ignoranza e presunzione in un delirio di onnipotenza! Cerchiamo scorciatoie che non esistono!

 

Mentre abbiamo tutto quello che serve per percorrere il nostro proprio cammino di conoscenza!

 

Un cammino che può essere percorso in un istante in questa vita o attraverso miliardi di incarnazioni che si susseguono in quel sistema dell’essere umano originale!

 

IDP… posso complicarle la vita?

 

Prego, siamo qui apposta!

 

IDP…noi parliamo di queste cose come se fossimo immortali nel tempo, ok … non … però se noi prendiamo la vita sulla terra … la paragoniamo a 365 giorni … noi viviamo su questa terra gli ultimi tre minuti prima della mezzanotte del capodanno … un battito d’ali … in confronto al tempo dell’universo … tutti questi nostri discorsi come possono essere fatti … se noi abbiamo solo questo poco tempo a disposizione? …

 

Qui ci vorrebbe uno scienziato a rispondere; sarebbe più semplice e credibile! Ma io non lo sono e quindi rubo la vostra espressione e ve la rilancio! Quegli ultimi istanti della nostra vita …

 

IDP… intendevo sono tutto il tempo dalla comparsa dell’uomo fino ad ora, non solo la nostra esistenza personale …

 

… di ogni vita che si voglia considerare, del singolo o di tutti coloro che hanno vissuto, possono coincidere con gli ultimi istanti di un lungo processo di preparazione e trasformazione prima che, raggiunto finalmente il punto di massa critica, accada in un baleno la trasformazione finale! Sono gli ultimi istanti prima che il quadro, l’opera, il progetto, possano essere terminati! Solo che non sapendolo, o essendocene dimenticati, noi ci trastulliamo nel guardare questo e quello e a fare ogni sorta di cose anziché l’unica cosa che ci è richiesta per chiudere quel lavoro! 

 

Per quel sistema dell’essere umano che ha vissuto tutti i quasi 365 giorni meno quei tre minuti, quei tre minuti conclusivi sono rappresentati dalla vita di esperienze vissuta grazie a quell’ultimo trapianto di essere umano biologico!

 

Era l’ultima cosa che gli serviva fare per concludere quella parte di processo verso una rinascita strutturale su un piano di coscienza diverso.

 

L’inizio di un vero cammino siderale!

 

Continua nel prossimo articolo 3.6 di n dal titolo:

Poche indicazioni corrette invece di infinite presunte verità.

 

Foto, schemi e testo

Pietro Cartella

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 10/09/2019