Dialoghi sul senso della vita – 3.7 di n.

Libero arbitrio o libertà indiscriminata?

Prosegue dal precedente articolo dal titolo: Poche indicazioni corrette invece di infinite presunte verità.

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Non vogliamo che le cose vadano come devono, né vogliamo comprendere perché devono andare come devono; devono andare come vogliamo noi e cosa succede di conseguenza non ci interessa in quel momento! Solo quando le conseguenze di questo folle agire ci ricadono addosso ci chiediamo perché! Ma anche in quel caso tendiamo a cercare le cause di tale stato al di fuori di noi! Battaglia e guerra perse! Ricerca inutile! Siamo il prigioniero e il carceriere di noi stessi! E spesso la situazione ci piace, anzi la cerchiamo per poi giustificare il nostro stato! Così abbiamo uno schema, che noi stessi abbiamo impostato, da gestire! Così ci sentiamo sicuri!

 

IDP… facciamo i pragmatici? … allora … quello che ha detto il signore poco fa, e che condivido, è in effetti quello che ci insegna la società per cercare di vivere meglio … invece quel pozzo, quell’abisso dello schema invece è quello che fanno di nuovo i tibetani … che rinunciano a qualsiasi cosa … o i buddisti dove si rinuncia al desiderio di volere, no? … cioè fare l’eremita … vivo la vita come la intende lei … e non come la intende quel signore … e faccio quel lavoro … o no? … allora?

 

Così come sono stati utilizzati i concetti di colpa e di peccato per tenere in riga tutte le coscienze, in altre religioni è stato utilizzato il rigore ascetico o l’astensione e la rinuncia ad alcune cose o comportamenti … ma si tratta dello stesso tentativo di imitare qualcosa di inimitabile! Solo l’originale è l’originale!

 

Solo l’individuo, cioè ciò che non può essere diviso, è irripetibile; non è un individuo se cerca di esserlo imitando e mettendo insieme quelle che crede siano le caratteristiche di un individuo!

 

Il Budda ha detto: “se vedi Budda uccidilo”! Perché quello che credi sia Budda non lo è”

E nel taoismo si dice “il Tao di cui si parla non è il vero Tao!”

Nel cristianesimo si dice” non fatevi di me alcuna immagine” e nell’ebraismo “il nome di Dio è costituito da consonanti e non può essere pronunciato!”

 

Ciò che non è originale è semplicemente un tentativo di imitazione; da questi tentativi di imitazione nascono tutte le differenze che separano le varie religioni e i vari comportamenti sociali ed etici! Ognuno ha adottato un proprio metodo derivandolo dal proprio tentativo di imitazione! Si è identificato in esso!

 

Il vero significato di rinuncia, rispetto a ciò che noi normalmente consideriamo giusto e corretto, è scegliere coscientemente di non utilizzare i materiali che sono a disposizione per un uso proprio al fine di costruire quello che non serve. Quando noi viviamo la vita, ad ogni passo che facciamo abbiamo sempre a disposizione tutto quello che ci serve per farlo. Così come l’informazione è presente dentro di noi fin dall’origine della vita, e attraverso lo stesso punto arriva l’energia perché noi possiamo vivere, attraverso quello stesso punto e quella stessa energia ci viene data la forza di fare e di richiamare a noi quello che ci serve … in quell’esperienza!

 

Detto in altri termini sarebbe tutto molto più semplice, meno complicato di come abbiamo reso la vita adesso, perché soddisfatti di quello che abbiamo senza dover trovare delle giustificazioni o obiettivi distorti!

 

IDP… però, in fondo in fondo, è anche giusto!  Non andare alla ricerca di cose che cerchiamo normalmente! … accontentarci, appunto, come fanno alcuni buddisti!

 

Non è neppure accontentarsi! Non è una condizione di rinuncia negativa o passiva, come nel racconto della volpe e l’uva, ma estremamente attiva!

 

IDP… sì, ho capito! … Ho capito!  

 

È la possibilità di mettere in moto il nostro libero arbitrio nei confronti di qualcosa che abbiamo compreso come necessità; possiamo decidere se farla o non farla, sapendo bene che è da fare, avendo chiaro ciò comporta l’una o l’altra scelta e accettandone le conseguenze! Quindi in questo caso, e solo in questo caso, possiamo esercitare il libero arbitrio! Solo in questo momento possiamo conoscere cosa significa essere liberi!

 

A questo libero arbitrio possiamo riferire correttamente i concetti di karma e destino (che non sono la stessa cosa in quanto il destino è ciò che si realizzerà comunque, mentre karma – azione e reazione – è il modo, variabile, in cui il destino si compirà). L’azione del karma ha semplicemente il compito di correggere quell’essere che sta andando fuori strada, riportandolo sulla carreggiata e nella giusta direzione!

 

Ma a noi, nella maggior parte dei casi, tali correzioni sembrano incoerenti, punitive e negative! Perché non comprendiamo che tali correzioni si rivolgono al sistema dell’essere umano originale e noi le sentiamo di conseguenza come se le subissimo, come se ci domandassimo: cosa c’entriamo noi in tutta questa storia tra essere umano originale e destino? Cosa c’entra la nostra vita con errori o compiti incompiuti nelle vite di coloro che ci hanno preceduti in quel sistema?                                                                                                  

 

IDP… non ci avevo mai pensato! Questa mi piace! … non ci avevo proprio mai pensato!

 

Ecco perché dico: quale colpa? Questo corpo non ha colpe! Non ce le ha mai avute! E neanche chi ha vissuto prima di noi perché ha sempre fatto ciò che poteva e doveva fare! Ogni essere che ha vissuto prima di noi in questo sistema ha seguito le proprie linee guida compatibili con le possibilità che gli sono state offerte nell’ambiente in cui si è trovato, come vediamo esplicitate nello schema delle possibilità di vita proposto alla nostra attenzione poco fa.

 

Non è l’organo che viene trapiantato che decide dove essere trapiantato; è il corpo danneggiato che ha bisogno di quell’organo che si spera sia sano; ma sappiamo certamente che il corpo nel quale va a finire è di sicuro danneggiato, altrimenti non avrebbe bisogno del trapianto. Quindi che colpa può avere l’organo che viene trapiantato se il corpo nel quale viene inserito è danneggiato? Semmai qual trapianto può solo significare una nuova possibilità congiunta di vivere ancora dopo la riparazione. Se qualche responsabilità al riguardo esiste è a carico del sistema dell’essere umano originale, che è ben altra e più potente cosa di ciò che noi esseri umani biologici siamo!

 

IDP… era questo l’argomento che aveva in mente per oggi?

 

E come avrei fatto a sapere quale aspetto della vita sarebbe venuto fuori? È comunque compreso nel senso della vita! Non si può predefinire un argomento specifico tra tutti gli aspetti della vita! Possiamo solo stimolarci reciprocamente a far emergere da ciascuno di noi ciò che in quel momento ci tocca del senso della vita! Perché non potremo realmente conoscerlo fino a quando anche l’ultimo aspetto sarà rivelato! Come nel gioco al momento del “liberi tutti”!

 

Fino a quando l’ultimo degli esseri umani non avrà rivelato la sua parte nella vita, non avrà potuto vivere o riconoscere dentro di sé ogni aspetto della vita, come ci stiamo sforzando di comprendere, nessuno potrà dire di averne conosciuto il senso completamente!

 

Fino a quando l’ultimo essere umano non sarà libero, nessuno di noi lo sarà definitivamente!

 

Continua nel prossimo articolo 3.8 di n dal titolo:

Vero o falso? Il movimento è vita!

 

Foto, schema e testo

Pietro Cartella

 

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Articolo pubblicato il 15/09/2019