Lo studio di un minuscolo insetto, la zanzara, ci fa comprendere le strategie da questo adottate per disturbarci nelle serate estive

Finalmente è arrivata la stagione in cui è possibile intrattenersi all’aperto con gli amici indugiando, specie la sera, in lunghe e piacevoli conversazioni, che potrebbero protrarsi molto più a lungo, se non vi fosse il fastidio prodotto dalla presenza di zanzare. Queste ci ronzano attorno, avendo individuato in noi una preda da pungere per succhiare un po’ di sangue, alimento di cui sono assetate perché da questo traggono le sostanze necessarie alla loro sopravvivenza. Lo studio di questi fastidiosi insetti rivela le capacità incredibili che permettono loro di seguire tracce a noi invisibili grazie alle  quali riescono a individuare facilmente il bersaglio su cui atterrare e compiere la missione per cui sono programmate. Gli esemplari femmina delle zanzare sono note per la loro capacità di fare affidamento su una vasta gamma di informazioni sensoriali nella costante ricerca di persone da pungere, capacità che dipende da organi sensoriali particolarmente efficaci da cui sono guidate nella ricerca dei loro obbiettivi.

Come per tutte le specie animali, la vista degli insetti è direttamente correlata alla luce. Al di sotto di una certa soglia di luminosità, gli insetti sono come noi: ciechi. Alcune specie di insetti che hanno colonizzato le grotte per un gran numero di generazioni hanno addirittura sperimentato, nel corso della loro evoluzione, un rimpicciolimento degli occhi fino alla loro scomparsa, ma hanno sviluppato altri sistemi di orientamento altrettanto efficaci.

E' facile notare che le zanzare non hanno problemi a localizzarci e morderci al buio. Usano sensi diversi dalla vista e dispongono di una serie di recettori sensoriali. Per esempio, identificano le loro vittime attraverso l'odore di acidi butirrici rilasciati da tutti gli esseri viventi e specificano la loro posizione attraverso la loro grande sensibilità alle differenze di temperatura, che permette loro di distinguere anche i contorni del nostro corpo, poiché sono in grado di captare l'anidride carbonica e gli odori emessi dal corpo umano, oltre a poter avvertire il calore e l'umidità del soggetto in cui si imbattono.

I ricercatori hanno scoperto quali siano i meccanismi con cui le zanzare rilevano sostanze volatili acide nel sudore umano. Secondo Lo studio pubblicato nella versione online della rivista Current Biology del 17 luglio, un gruppo di ricercatori ha scoperto che, quando una zanzara adulta ha bisogno di un pasto a base di sangue per nutrire i suoi piccoli, si mette alla ricerca di un ospite nella maggior parte dei casi umano, la cui emissione di CO2, espirata naturalmente dal loro obbiettivo, costituisce una notevole attrazione. Michael Dickinson, professore di bioingegneria al California Institute of Technology, è il principale ricercatore di questo studio che ha permesso di scoprire come la zanzara, nel suo apparente vagare a caso, sia alla costante ricerca di un ospite che possa risultarle utile alla sopravvivenza, sua e dei piccoli.

E’ stato dimostrato che la zanzara è in grado di riconoscere il bersaglio a diverse distanze,  anche notevoli relativamente alle sue misure; è infatti capace di identificare l’alone gassoso da cui questo è circondato da una distanza variabile, compresa fra i 10 e i 50 metri. Qualora questa non sia sufficiente ad essere correttamente avvertita, questi insetti possono raccogliere anche altre indicazioni che segnalano la presenza di un soggetto umano nelle vicinanze,  usando la loro visione e informazioni termico sensoriali per rilevarne il calore corporeo.

Una volta individuato il bersaglio la minuscola zanzara si dirige verso di questo fino a che, giunta ad una distanza variabile tra i 5 e i 15 metri, comincia a intravedere il suo profilo, così non cambia più direzione e si dirige decisa verso di questo, seguendo spunti visivi che le permettono di differenziarlo dagli oggetti dell’ambiente circostante. Avvicinandosi sempre di più, quando arriva alla distanza di circa un metro, ne comincia a percepire la temperatura corporea e, da quel momento, non molla più la preda, fino a che non sarà riuscita ad affondare il suo tronco, composto da 6 minuti aghi, direttamente nella pelle del malcapitato, in particolare nell'ipoderma, giungendo fino ai millimetrici vasi sanguigni di quello strato cutaneo.

Contemporaneamente inietta la sua saliva in cui è contenuta una sostanza anticoagulante avendo così modo di aspirare agevolmente il sangue, senza correre il rischio che si coaguli. Il prurito che viene avvertito da chi è stato colpito, dipende dalle sostanze contenute proprio nella saliva, che l’organismo avvertirà come un corpo estraneo, da cui origina una reazione allergica che verrà affrontata  con la produzione di istamina. Questa sostanza, oltre a essere la responsabile del fastidioso prurito, crea un leggero arrossamento della pelle. Questa sensazione si verifica da 30 a 60 secondi dopo l'iniezione della saliva della zanzara e raggiunge il picco nel volgere di  2-3 minuti, ma resistendo alla tentazione di grattare il punto della lesione, dovrebbe scomparire in circa  10 minuti.

Un insetto fastidioso, oltre che pericoloso, per la possibilità di trasmettere alcune infezioni talvolta gravi, da cui è necessario difendersi  prendendo alcune precauzioni.  Fra queste occorre tenere che le zanzare sono attive soprattutto di giorno, pur riuscendo, come abbiamo visto, ad individuare i loro bersagli anche di notte. Sarà utile l’utilizzo di spray dedicati consigliati dallo specialista o reperibili in farmacia, ma non bisognerà trascurare l’abbigliamento per cui sarà opportuno indossare  camicie a maniche lunghe ed anche pantaloni lunghi, proteggendo le parti corporee scoperte con frizioni a base di olio di limone ed eucalipto, oltre a schermare opportunamente le porte e le finestre con  zanzariere.

Solo in questo modo si potrà diminuire in modo significativo il fastidio tipicamente estivo creato da questi insetti, che grazie agli studi che ne hanno svelato le modalità di azione, si è  di molto ridotto negli ultimi tempi grazie ad opportuni programmi di disinfestazione.

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Articolo pubblicato il 09/08/2019