Un’inchiesta affascinante e libera da ogni pregiudizio
“L’Origine del mondo” di Gustave Courbert, uno dei quadri più scandalosi della storia dell’arte. Solo nel 1988 viene esposta per la prima volta a New York, nonostante sia stata posseduta da vari collezionisti, ma sempre tenuta in qualche modo nascosta. Recentemente è stata censurata da Facebook come materiale pornografico. La tela - eseguita tecnica ad olio, misura cm 46x55, conservata al Museo d’Orsay di Parigi - nasconde un mistero finora rimasto irrisolto: chi si nasconde dietro quel corpo completamente svelato di cui si omette però il volto?
Sulla identità della modella si sono fatte nel tempo varie ipotesi, ma nessuna si è rivelata decisiva. Fino al giorno in cui Claude Schopp - uno dei massimi esperti mondiali di Alexander Dumas – casualmente ha scoperto il nome studiando la corrispondenza inedita tra George Sand (scrittrice e drammaturga francese) e il figlio di Alexander Dumas.
A partire dalla trascrizione sbagliata di una parola, da una frase all’apparenza senza senso e da un equivoco di interpretazione, l’autore arriva all’eccezionale rivelazione: la modella senza volto e Constance Quéniaux, allieva della scuola di ballo dell’Opéra, che diventerà amante del grande diplomatico collezionista turco Khalil-Bey, personaggio vulcanico della Parigi di fine Ottocento, e poi signora rispettabile dell’alta società. Un altro quadro che unisce Courbet, alla modella e al committente del quadro, è una composizione floreale realizzata nel 1863 durante il soggiorno dell’artista a Saintes presso la famiglia Borreau. Questo quadro oggi si trova presso il Museo dell’Ermitage di Mosca.
Nel corso dell’indagine - impreziosita da un ricco apparato iconografico che segue le tappe della scoperta, tra lettere, foto e dipinti – prende vita il ritratto completo di Constance, che quando posa per Courbet ha 34 anni: non solo una ballerina e una cortigiana, ma una donna che ha lottato per elevarsi socialmente e per emanciparsi. Il ritratto di una donna del XIX secolo, e insieme a lei quello di un’intera epoca. La Donzelli editore con questo saggio oltre ad indagare su un quadro scabroso, restituisce un volto alla celebre modella che per tanto tempo è stato celato.
Si legge nella postfazione di Sylvie Aubenas:
“L’analogia tra sesso e il fiore non vi è trattata in maniera metaforica [ nell’Origine delle specie di Darwin], e nemmeno per sottolineare che si tratta in entrambi i casi, nella donna e nella pianta, dell’organo riproduttivo, ma per convincere gli esteti, i quali sordi al progresso della scienza, ancora disertano sull’Ideale femminile. In un capitolo intitolato”Come sia raggiunta la bellezza”, Darwin sostiene che questa è il risultato della selezione naturale, che la bellezza altro non è se non la forma che, suscitando la massima attrazione sessuale, non favorisce al meglio la riproduzione e quindi la sopravvivenza della specie”.
Descrizione fotografie
Foto copertina: Constance Quéniaux Fotografia di Disdéri, Bnf, Dipartimento Stampe e fotografie
Foto 1 Léonce Petit, caricatura di Gustave Courbert, pubblicata du “Le canneto”, 13 giugno 1867
Foto 2 Constance Quéniaux. Fotografia di Nadar, 1860 ca., Bnf, Dipartimento Stampe e fotografie
Foto 3 Gustav Courbet, “Fiori” 1863, Museo dell’Hermitage, opera appartenuta a Constance Quéniaux
Claude Schopp “La Modella senza volto” Donzelli editore (pp.137 18 illustrazioni a colori interno del testo €26.00).
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Articolo pubblicato il 05/09/2019