A proposito di Greta Thunberg: chi è veramente?

Un anno di attivismo, ipotesi di lobby, movimenti di discredito, il libro, il movimento giovanile. A chi dà fastidio?

Venerdì 27 settembre 2019. In tutto il mondo cortei formati da migliaia di giovani hanno sfilato per invitare i governanti a impegnarsi contro riscaldamento globale ed emissioni di CO2. I telegiornali hanno diffuso il fenomeno, una nuova, pacifica protesta nel nome di Greta Thunberg. Ma chi è veramente questa trascinante figura che sta riempiendo le cronache del pianeta e le piazze di giovani pieni di entusiasmo ed emulazione?

Dopo una ricerca sui molteplici aspetti personali e sui legami che collegano la giovane attivista svedese a un organigramma complesso, ne è scaturito un sunto dei fatti e un’analisi sui processi di inquisizione e aspra critica nei confronti di Greta Thunberg, e sulla sua presunta manipolazione a scopi economici.

L’attivista Greta Thunberg

La sua lotta per la salvaguardia del pianeta è iniziata nell’agosto 2018, di fronte al parlamento svedese, con l’ormai noto cartello che invitava allo “sciopero scolastico per il clima”. In un anno, Greta è divenuta un fenomeno mediatico; paladina del pianeta e faro per il movimento studentesco “Fridays for future” che si è diffuso in tutto il mondo.

La figura minuta e risoluta di Greta, priva di filtri, concisa e indirizzata dritta ai grandi della Terra, ha colto il mondo di sorpresa, diventando in breve un personaggio pubblico sempre più presente al giudizio della gente.

In tempi brevissimi, tra le altre cose, Greta Thunberg ha portato la sua voce al Parlamento Europeo, è stata accolta dal Papa, è comparsa sulla copertina di Time, si è rivolta con monito ai grandi della Terra presso la sede dell’ONU e si vocifera di una candidatura al Nobel per la pace. Non è poca cosa per una adolescente impegnata in un disegno molto vasto. Ha fatto tutto da sola?

Evidentemente no, non avrebbe mai potuto mettere in moto un articolato movimento con la sua semplice iniziativa, ma ciò che a prima vista appare scontato, ha prestato il fianco a molte critiche che stanno spostando una parte della morale comune contro l’attivista svedese e le sue dichiarate o presunte collusioni. Quali? Da parte di chi? Perché?

La sindrome di Asperger

È ormai cosa nota che all’età di 13 anni, a Greta Thunbergè stata diagnosticata la sindrome di Asperger, un disturbo ossessivo-compulsivo che non argina le facoltà mentali, ma che interessa molti aspetti della personalità: da un mutismo selettivo a una attenzione monotematica, a una iperattività settoriale che può manifestarsi in varie forme e livelli. Aspetti di ipotetica disabilità che insieme a una mimica e una gestualità in apparenza distaccate e indifferenti, hanno favorito critiche volte a screditare la persona e la facoltà di ragionare lucidamente, oltre a confutarne la battaglia ecologista.

Occorre perciò sottolineare che Greta, in varie interviste ha parlato della propria condizione con lucidità e consapevolezza. Per quanto riguarda poi la presunta asocialità dovuta alla sindrome di Asperger, in quanto leader di un movimento che conta milioni di giovani nel mondo, difficilmente Greta è da additarsi come scostante, aggressiva e priva di emozioni.

Greta, la madre, il libro, la famiglia

La fama alimenta le penombre. Nei confronti di Greta provengono anche dal fatto che la madre Malena, ex cantante lirica, stando alle critiche, avrebbe fatto uscire un libro, già programmato da tempo, per far cassa approfittando della notorietà della ragazza. Altresì, il padre è definito come un ex musicista che ora guadagna collaborando alla gestione delle attività di Greta.

Critiche che fanno rumore. Pacatamente c’è da chiedersi se tutti i genitori che ricavano proventi da figli minorenni già volti del cinema o della pubblicità, siano da giudicare in quelle intenzioni lecite a cui ambiscono tutti: guadagnare.

Greta e le lobby delle energie rinnovabili

Greta non è spuntata dal nulla, ed era cosa logica. Sembra che tutto sia stato coordinato con largo anticipo da importanti leader di movimenti contro i combustibili fossili e dal magnate svedese Ingemar Rentzhog, oggi alla guida del “Global Utmaning”, piattaforma gestita dai più influenti imprenditori svedesi delle energie rinnovabili, uomo già legato al “Climate reality project” Dell’ex presidente USA Al Gore. Amicizie importanti.

Lo si legge in un articolo del Times, dove viene anche riportato che Greta è pilotata da Daniel Donner, suo “addetto stampa” che lavora presso la lobby “European Climate Foundation”, con sede a Bruxelles.

Dunque, se è pur vero che famiglia e industriali adoperano l’immagine e la battaglia di Greta Thunberg per curare i loro affari, non è affatto certo che la ragazza sia un pupazzo all’oscuro di tutto. È almeno altrettanto credibile che siano tutti d’accordo, realistici sul fatto che senza programmi né finanziamenti, è impossibile imbastire un progetto di tale portata. A 16 anni si ragiona già.

Occorre poi riflettere sul fatto che le ben più potenti lobby petrolifere, non lesinano in fatto di intrallazzi ben più sporchevoli, e non solo a base di CO2. È noto infatti che il petrolio è al centro di ben più sanguinose guerre rispetto alla battaglia di Greta e i suoi “complici” dell’industria green; impresa che è da ritenere meno sporchevole dell’oro nero.

Greta e la traversata in barca a vela

Nel viaggio a New York, diretta all’ONU, Greta ha attraversato l’oceano sulla barca a vela battente bandiera Principato di Monaco, governata dallo stesso Pierre Casiraghi. Fatto che ha creato rumore su certi mass-media a caccia di particolari discordanti che sfiorano il gossip. Certo si è trattato di un gesto concordato da reciproco interesse mediatico. Non crea danni.

Greta e gli studenti “Gretini”

Su alcune testate il popolo di studenti aderenti al movimento “venerdì per il futuro” è definito con il pesante neologismo di “Gretini”. Termine che timbra alcuni superficiali atteggiamenti e immature dichiarazioni dei giovani dimostranti. Taluni ammettono di capirci poco, altri confessano di approfittare per il taglio scolastico del venerdì. Molti non ragionano male.

Si tratta di un sarcasmo pesante riferito ai nostri figli, a certe aree dell’insegnamento che hanno sposato il tema ambientale. Protestare è proprio dell’età e anche se ora si diffonde con ingenuità, la cultura ambientalista si sta impiantando nelle nuove generazioni. Noi abbiamo sporcato tutto

Siamo di fronte a una “generazione Greta Thunberg”? Probabilmente no, ma la cultura green, necessaria a causa del nostro errato sistema di sviluppo, si espande dall'embrione e di certo è un bene, anche se in forte ritardo. L’obiettivo analizzato nelle scuole è un intelligente modello di sviluppo compatibileal ribasso”. Sono giovani, non stupidi.

Il tema dell’odio

Perciò, spaziando dalla negazione del riscaldamento globale, alle ipotetiche manipolazioni, alle lobby green, fino al libro di mamma vegana, partendo da alcune testate di informazione, nei confronti di Greta si sono scatenate certe campagne denigratorie a senso unico. Aggressioni verso il pensiero, l’azione e l’ideologia, talvolta abbinando la figura di una sedicenne ai più sanguinari dittatori della storia. 

Immaginando dunque che i suoi acerrimi detrattori non siano abitudinari del telefono azzurro, si è sfiorati dall'ipotesi che i primi ad essere manipolati da una controinformazione siano loro. Non è di nessuna utilità "globale" tanta polemica.

Sono giudizi applicati a un fenomeno che merita studio, ma non giustifica toni di odio e di denigrazione nei confronti di un’adolescente che è stata fatta oggetto anche di duro sarcasmo fisico e pesanti bufale. Una caccia alla strega da parte di improvvisati giustizieri impegnati in un’offensiva che non elimina CO2, che non produce nulla di utile. Una critica verso chi neppure si difende perché ha altro da fare. Chi ha paura di lei?

Conclusioni

Certamente Greta Thunberg fa parte di un articolato progetto dalle molteplici sfaccettature. Se è collegata a lobby di imprenditori e disegni politici ''green'' tendenti alla diffusione delle energie alternative, il pianeta ringrazia, Greta si pone in antagonismo con i monopoli dei colossi delle energie derivate da combustibili fossili. È a questo punto che occorre stabilire da che parte stare.

È dal secolo della rivoluzione industriale che l’essere umano ha iniziato a interagire pesantemente con i delicati cicli della natura. Definizioni quali:  smog, inquinamento, effetto serra ecc. sono entrate a far parte del linguaggio collettivo con l’andare dello sviluppo esponenziale, contro il quale, all’assemblea dell’Onu, Greta Thunberg si è scagliata con poche,  chiare, sintetiche parole.

Chi oggi fa presente che le ere glaciali ci sono sempre state è fuori tema. L’heart overshooth day 2019 è stato il 29 luglio di quest’anno, in anticipo di 15 giorni rispetto al 2018. Il taglio della CO2 è stato l'obiettivo primario già dell'accordo internazionale sul clima siglato a Parigi nel dicembre 2015. Un obiettivo che, non soltanto per il Global Footprint Network, richiede di trovare un nuovo sistema di sviluppo controllato ecocompatibile, raggiungibile con nuove tecnologie disponibili quindi, anche economicamente vantaggioso.

Sono solo accenni all’urgenza di muoversi in direzione di una riconversione sempre e solo dichiarata. Nonostante i numerosi tentativi di trovare accordi sulle emissioni di CO2, i governi non hanno ancora dato segni concreti di una nuova politica energetica e di sviluppo. Le petroliere continuano a solcare i mari, il petrolio dell’Artico attende prossime trivelle. Alcuni scienziati sostengono che l’uomo non c’entra niente, che è tutto naturale. Altri smenticono e i rilevamenti matematici sulle molteplici cause dell'effetto serra sono noti da decenni.

È strana la razza umana, si lamenta delle problematiche, ma nel momento in cui prende vita qualche novità, non è difficile manipolarne il pensiero di massa. La paura dei cambiamenti è latente e sotterranea, i poteri macroeconomici che governano il pianeta dal tempo di sempre, lo sanno, sono i primi a non volerli e sanno come condizionare l’opinione pubblica. Lo sa bene Gesù, ripudiato dal popolo in cambio di Barabba.

Se dietro Greta Thunberg vi è un’organizzazione articolata e potente, ebbene dietro il Cristo, Sacre Scritture ci riportano che c’era un Padre, molto più importante, a quel tempo poi, addirittura Onnipotente. Non è bastato. Da quei fatti, poco è variato in certi comportamenti umani. Anche se il clima è cambiato. Pensiamoci su.

Fonti

https://smoda.elpais.com/moda/actualidad/the-times-acusa-a-greta-thunberg-de-ser-un-instrumento-de-los-lobbys-de-la-energia/

https://www.money.it/chi-e-Greta-Thunberg-vita-battaglie

https://www.amica.it/2019/08/20/pierre-casiraghi-greta-thunberg/

https://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Asperger

https://www.robadadonne.it/galleria/chi-pensa-sminuire-greta-thunberg-usando-madre-malena/?on=ref

Fotografie dal pubblico utilizzo

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Articolo pubblicato il 29/09/2019