Regione Piemonte - Stop al riordino della residenzialità psichiatrica

Lo dichiara l’Assessore alla Sanità Luigi Icardi

La scorsa legislatura si era conclusa con scontri aperti tra l’assessore Saitta e l’opposizione di centro destra, contro la decisione della giunta in materia di assistenza psichiatrica. Le associazioni dei famigliari avevano anche indetto manifestazioni di protesta, denunciando gli ingenti oneri che sarebbero ricaduti sulla famiglie a causa del disimpegno della giunta.

La nuova regolamentazione avrebbe dovuto partire dal 1 gennaio 2020. Pare che la giunta Cirio, prima di proseguire su quel terreno minato, voglia vederci chiaro. Ferma la presa di posizione dell’assessore Icardi:

"Posticipiamo l’entrata in vigore del provvedimento di riordino della residenzialità psichiatrica per avere il tempo di rivederlo alla luce delle criticità segnalate da famiglie, Comuni e operatori del settore.

Non si tratta di rimettere tutto in discussione, ma certamente occorrerà impedire che i costi dell’assistenza possano ricadere sulle famiglie, così come sarà necessario fare chiarezza su aspetti molto delicati, come la scelta del luogo di cura, gli effetti della riconversione delle case di cura neuropsichiatriche e l’accesso alle strutture psichiatriche territoriali".

Lo ha annunciato questa mattina l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, in apertura del Tavolo regionale di applicazione e monitoraggio della DGR 29 sulla residenzialità psichiatrica.

"Vogliamo  aprire un nuovo dialogo tra la Regione e tutti i soggetti interessati – osserva Icardi -, possibilmente lontano dalle aule dei Tribunali, dove sarebbe più difficile trovare delle soluzioni ragionate e idonee".

Non siamo ancora in grado di riscontrare la posizione e le richieste delle  associazioni dei famigliari.

Fotografie Regione Piemonte

 

 

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Articolo pubblicato il 30/09/2019