Biella – Il Museo Virtuale in un libro della DocBi

Duecento opere del territorio biellese salvate dal degrado

“Il   Biellese nel suo insieme  è  un ambiente racchiuso da creste montane che lo separano dalla Valle D’Aosta e dalla Valsesia, mentre la Serra d’Ivrea lo separa dall’Eporediese; la piana si apre ad est e a sud verso il Vercellese”, diventando uno scrigno di opere d’arte da recuperare salvare  proteggere dal degrado. Questo recupero l’ha fatto, e lo continua a fare, il DocBi (Centro Studi Biellesi) che per l’occasione dei suoi trent’anni di attività  ha dato alle stampe una stupenda  pubblicazione edita da E20Progetti Editore “Muovere – Museo virtuale delle opere restaurate” (pp.223 riccamente illustrato €39.00), riportando tutti gli interventi eseguiti in questo periodo.

Il volume curato da Franco Gualano, Vittorio Natale, Cristina Natoli, Gabriella Pantò, Sofia Villano viene arricchito  anche con  contributi di studiosi attraverso  appropriate schede su ogni opera restaurata.  Il libro ”Muovere” con una grafica raffinata - come si addice per queste tematiche trattate -, il grande formato in cui viene presentato, la rilegatura elegante con copertina cartonata rendono ancora più pregevole,  la pubblicazione.

 Il progetto editoriale oltre a celebrare i trent’anni di attività del Docbi vuole partecipare anche alle manifestazioni per i 25 anni della Fondazione della Cassa Risparmio di Biella.  

Sono stati oltre duecento i restauri nell’arco di trent’anni di attività, di queste opere recuperate citate nel volume, bisogna aggiungere, poi  il recupero di quelle legate alla devozione popolare: come gli ex voto, dipinti murali, piloni votivi, ma non solo recupero di beni religiosi, anche i beni legati al patrimonio industriale come la fabbrica della ruota ( ora sede di allestimento di importanti mostre ) al suo macchinario tessile impiegato a suo tempo, alle bandiere del lavoro e ancora tante altre realtà. Il DocBi non si è limitato a recuperare opere d’arte ma si è impegnato anche sugli edifici, ne citiamo alcuni di particolare rilievo, come la Chiesa di san Germano a Tollegno, i beni  ambientali come gli alberi di castagno, oppure del pascolo dell’alpe Peccia.

La grande rete fatta dal DocBi con il Ministero dei Beni Culturali, Fondazione  Cassa Risparmio di Biella stessa,  con l’Unione Industriale Biellese,  la Regione Piemonte e   assieme a numerosi altri sponsor che vanno dalle amministrazioni, enti imprese e privati con sforzo e fatica che si è potuto portare a compimento questi progetti di recupero e anche con molto sforzo portare a conclusione questo meraviglioso progetto editoriale. Come abbiamo riportato nel testo sono riportati tutti gli interventi che il Docbi ha seguito. Per fornire al lettore, lo spessore  e l’importanza della pubblicazione riportiamo alcune descrizioni delle opere citate nel libro, riportando il commento tratto  dalle schede che ogni relatore ha corredato l’opera.

 “Il polittico” (Fig.1) di Bernardino Lanino  eseguito nel 1565 circa da Bernardino Lanino e conservato nella parrocchiale dei SS. Bernardo e Giuseppe di Campiglia Cervo. L’opera eseguita su tavola a tempera cm238x220 è composta da due ordini di figure: in quello inferiore sono raffigurati a sinistra i santi Bernardo da Mentone, Tommaso, e la Madonna col Bambino, san Giovanni  Battista e san Martino, mentre nell’ordine superiore un santo vescovo (la critica lo identifica in Sant’Eusebio) San Lorenzo,  il Compianto di Cristo al centro, e poi un San Giorgio  e Sant Antonio abate ….. (descrizione tratta da Simone Riccardi)

Scultura piemontese di una Madonna con il Bambino del 1250 -1275 circa Fig.2). La Madonna è seduta su un semplice trono impreziosito solo da un cuscino e regge sulle ginocchia con la mano sinistra il Bambino con il globo nella mano destra, ma è purtroppo privo del braccio sinistro forse in origine benedicente, e di cui si può notare il foro di ancoraggio. ( Descrizione tratta dalla scheda di Simone Riccardi)

 Scultura lignea “Madonna del Carmine”  cm 178x61x41 eseguita  da Giovanni Pompeo Mainoldo nel 1718  (Fig.3) e  conservata nella parrocchie di Matrice in Trivero: L’immagine viene impiegata per la sovraccoperta del volume – (descrizione di Casimiro Debiaggi) .

“Altare Piramidale” 1654 ca. eseguito dal milanese Bartolomeo Tiberino nel 1654 (Fig.4). Quest’opera in legno di abete , pioppo e tiglio, intagliato, dorato e policromo, con formelle di cm510x280x130, è l’ultima opera nota di Tiberino  venne commissionata per la chiesa parrocchiale di San Teonesto, in deposito presso il Palazzo dei Principi di Masserano (descrizione tratta dalla scheda di Marina dell’Omo).

 DocBi Centro Studi Biellesi “Muovere, museo virtuale delle opere restaurate”E20Progetti Editore, Biella (pp.223. €39.00).  

 

   

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Articolo pubblicato il 11/10/2019