Lo strano caso del Salvator mundi

Un'opera autentica o un falso imbarazzante?... un altro mistero di Leonardo da Vinci

Una storia realmente inquietante, quella del Salvator mundi, una storia non ancora conclusa definitivamente che ha sconcertato gli ambienti accademici dei critici d'arte, creando un imbarazzo incredibile e delle tragiche conseguenze commerciali.

Nel 2011 sulle pagine dei più importanti giornali del mondo venne pubblicata una clamorosa scoperta: si trattava di un dipinto che rappresentava una figura di Cristo con la mano destra alzata nell’atto di benedire e la sinistra che regge una pesante sfera di cristallo, che rappresentava il mondo.

Il dipinto è un olio su tavola (66x46), databile al 1499.

L'0pera è stata resa nota al pubblico solo nel 2011. Dopo un lungo e accurato restauro che ha eliminato vecchi interventi maldestri e improbabili ridipinture venne esposto presso la National Gallery di Londra.

L'attribuzione a Leonardo è stata confermata da quattro studiosi internazionali, mentre venne contestata da Carmen Bambach, Michael Daley, Jacques Franc e altri.

Il dipinto, secondo i critici, sarebbe stato realizzato da Leonardo per un committente privato. Secondo alcuni il dipinto, dopo l'occupazione francese di Milano, venne a trovarsi presso le collezioni di Carlo I d'Inghilterra, in seguito, dopo la sua decapitazione, venne disperso con altre opere nelle pubbliche aste.

Dopo altre numerose vicissitudini il dipinto venne portato presso i curatori del metropolitan Museum per una valutazione, ma gli studiosi non si pronunciarono in merito.

Nel 2010 giunse presso la National Gallery dove un numeroso gruppo di studiosi si mostrarono particolarmente interessati al dipinto e decisero unanimemente di procedere al restauro e di esporre l'opera alla grande mostra monografica di Londra il 9 novembre 2011.

Facciamo un piccolo passo indietro per ricostruire la sua storia: il dipinto venne acquistato dal duca di Buckingam e rivenduto da suo figlio nel 1763. Ricomparve nel 1900 quando venne acquistato da un collezionista inglese, ignaro della paternità del dipinto. Dopo altre vicende fu venduto all’asta dagli eredi del collezionista inglese per meno di 100 dollari. Passò attraverso numerose mani fino a che nel 2008 il dipinto fu portato a Londra per essere confrontato con la versione della National Gallery della Vergine delle Rocce. Un collegio di esperti si espresse a favore dell’autenticità del quadro, e se ne ebbe la conferma quando venne confrontato con un’incisione del 1650, realizzata da Wenceslaus Hollar.

Nel 2013 i proprietari del dipinto lo vendettero ad un mercante d’arte per 80 milioni di dollari, il quale lo rivendette ad un commerciate di fertilizzanti russo per 127 milioni di dollari.

Dopo un'altra serie di passaggi, nel novembre 2017 ad un’asta da Christie’s, il dipinto venne venduto dal presidente della squadra di calcio AC Monaco Dmitri Ryobovlev, per 450,3 milioni di dollari al Dipartimento del Turismo di Abu Dhabi negli Emirati Arabi.

Questa incredibile aggiudicazione fece scalpore in tutto il mondo, essendo la vendita più importante mai realizzata tra privati.

L'impennata delle valutazioni, sconsideratamente alte, venne fermata da una osservazione molto acuta da parte di Walter Isaacson, il noto scrittore e realizzatore della biografia di Steve Jobs. 

Walter Isaacson pubblicò una corposa monografia su Leonardo, osservando che il dipinto del Cristo presentava una grave anomalia ottica. Si trattava della sfera di vetro che il Soggetto tiene nella mano sinistra. Secondo gli studi di ottica, che ben conosceva Leonardo, ciò che appare nella parte posteriore della sfera di vetro dovrebbe essere distorto e rovesciato. Quindi il braccio, il vestito azzurro e la mano avrebbero dovuto essere notevolmente deformate. Ciò che invece vediamo rappresenterebbe quello che si dovrebbe osservare attraverso una sfera di vetro cava, dove manca la distorsione dovuta alla rifrazione del vetro pieno.

Questa corretta osservazione mise in discussione l’effettiva originalità del dipinto e fece nascere una valanga di questioni complesse, non solo di natura prettamente artistica.

Isaacson aggiunse che la sua perplessità nascerebbe  dal fatto che Leonardo, così attento ai particolari, non avrebbe potuto commettere un errore tanto banale e grossolano. Inoltre aggiunse che Leonardo in quel periodo era immerso negli studi di ottica, ed era ossessionato da come i raggi di luce si comportavano sia nella riflessione che nella rifrazione.

Quello che si osserva dietro una sfera piena di vetro è molto diverso da quello che vediamo nel dipinto: l'immagine risulta rovesciata e rimpicciolita.

Leonardo si stava appassionando agli studi di ottica a verso la fine del '400 le sue conoscenze risultavano molto approfondite.

Sembrava quindi assai improbabile supporre che il genio vinciano avesse potuto commettere un errore così grave e indegno della sua fama. 

 

Come si può vedere nella fotografia, la parte posteriore della sfera piena riproduce un'immagine rovesciata e rimpicciolita, molto diversa da quella riprodotta nel quadro del Salvator mundi.

Il risultato di queste considerazioni ha portato, nel novembre del 2017, alla "scomparsa" del dipinto ...

Mille sono le ipotesi che tentano di spiegare un fatto così paradossale, evidentemente il dubbio sull'autenticità dell'Opera ha convinto i proprietari a prendere un po' di tempo e di evitare che la polemica si gonfiasse fino ad esplodere mediaticamente.

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 23/10/2019