L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Enrico Laterza: Rappacificare guerreggiando

È il neossimoro della pax ottomana: con l’operazione bellica “Peace Spring” (what’s in a name!) contro i Curdi, il sultano Erdogan espande con le armi il suo impero in Medioriente, mentre l’Europa sta alla finestra

Si vis pacem, para bellum, o si vis bellum, age bellum, versione personalizzata del motto latino probabilmente preferito da Erdogan: Peace Spring è infatti il paradossale, incredibile e strafottente appellativo (“What’s in a name?”, si domanderebbe Giulietta Capuleti) dell’offensiva con cui l’arrogante sultano sunnita, candidato ad entrare nell’Ue (o ad annetterla), pretende di riaffermare con le armi (magari chimiche) in pugno – manu militari – l’imperium ottomano sul di/viso Medi/oriente!… Come? Sì, esatto, l’avrete compreso benissimo, perspicaci ed informati lettori-internauti: eliminando i soliti Curdi, già utilizzati per procura dal cinico Occidente tramontante per sconfiggere l’allegra brigata nerovestita dei ta/gliago/le del Califfato Isis e poi immancabilmente traditi, sfruttati ed abbandonati, cacciati e asfaltati, tanto per cambiare. Insomma, per ’sti disgraziati una sorgente di tranquillità. Tombale. Requiescant.

Il via-libera o nulla-osta, però, lo ha concesso la geniale, napoleonica mossa tattica trumpiana (sicuramente studiata con largo anticipo), cinguettando in merito al ritiro delle truppe statunitensi dall’area; e, dal momento che non esiste il vuoto in natura, nella storia e sullo scacchiere geopolitico mondiale, quello lasciato dal platinato zione d’America (sconfessato, a parole, dai suoi stessi sodali elefantiaci Repubblicani) è stato prontamente riempito dallo zar Putin insieme all’immarcescibile presidente-sovrano ereditario Bashar Hafiz al-Assad (minoritario alawita filo-sciita, ossia vicino all’Iran e agli hezbollah libanesi, ehm, e qui già c’incasiniamo parecchio!), resuscitato tirannosauro in gran spolvero tra le macerie di quel che resta oggi del suo antico Paese in perenne guerriglia (in)civile.

Ecco dunque l’assurda, ingarbugliata situazione attuale: gli USA, forse taciti complici in un segreto accordo preventivo, abbaiano senza poter né voler mordere contro un loro strategico alleato della Nato, il quale si beffa delle pseudominacce sanzionatorie sceneggiate, rimbalzando indietro – con un misero cessate-il-fuoco o fragile tregua “di carità pelosa” – l’impotente Pence (un… pence per i suoi pensieri!) e corteggia i nemici-amici, o bombamici, dell’ex Patto di Varsavia, cioè il Cremlino, mentre proprio Mosca, dall’“olimpica” Sochi, tramite Damasco, s’incunea ad acuta tutela dei propri interessi di sbocco sul Mare Nostrum, interponendosi nel conflitto, a protezione di Kobane e delle fazioni più “moderate” rispetto al neomarxista PYD-PKK, e consentendo in tal guisa all’esercito regolare del regime levantino, accanto alle squadre combattenti delle Syrian Democratic Forces (anche arabe e multietniche), la riconquista dei territori recentemente perduti. Preservando, per giunta, un rapporto non ostile, quasi libidinoso, con Ankara, trionfo diplomatico! (Naturalmente, banalizziamo un po’.)

Nel frattempo, la bell’Europa, sotto ricatto d’invasione di profughi, si trastulla trasognata, affacciata alla finestra a guardare, starnazzando stizzite ma inani lamentele, peggio delle ochette capitoline, nei confronti della Turchia, i cui giocatori nazionali di calcio, durante le partite ufficiali del campionato veterocontinentale, si permettono persino di salutare ed inneggiare – assai sportivamente – alla violenta cruenta aggressione “protettiva” in corso!

Di ossimoro in ossimoro, adesso aspettiamo lo sterminio rivitalizzanteumanitario

Basta che le cannonate e le mostarde gassate nervine, nervosette e certamente irritanti, non risultino troppo inquinanti (meglio sparare le biologiche), altrimenti la piccola Greta s’inca...vola a Bruxelles, chiaro?!?

E se l’arcidiavolo d’Istanbul si disarcidiavolodistambulizzasse?…

 

Enrico S. Laterza

 

 

 

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Articolo pubblicato il 27/10/2019