Un importante evento a Torino organizzato dal Circolo Culturale Amici letteratura, Musica

Il primo Dicembre l'esecuzione dei Carmina Burana di Carl Orff al Teatro San Giuseppe

 

Il compositore tedesco Carl Orff (1895-1992) deve la sua notorietà ai celeberrimi "Carmina Burana" che compose nel 1937. "Carmina Burana"  è il nome attribuito ad un manoscritto di 254 poesie e testi drammatici per lo più dell' XI o XII secolo, anche se alcuni sono del XIII secolo. I brani sono per lo più impertinenti, irriverenti e satirici; sono stati scritti principalmente in latino medievale, alcuni in tedesco. Carl Orff era solito ringraziare la fortuna che gli aveva permesso di scovare in una libreria antiquaria di Wurzburg il titolo di uno spartito da cui, raccontava, era stato attratto, per via dell'aura magica che questo emanava. Quello spartito si era rivelato fin da subito, secondo le sue parole, la base per scrivere quella che diventerà la sua opera più famosa ed universalmente conosciuta.

Domenica primo dicembre, l'opera del musicista verrà presentata a Torino nel teatro san Giuseppe in via Andrea Doria 18 alle ore 21, nella versione a due pianoforti e percussione. L'evento viene organizzato dal Circolo Culturale Amici letteratura, Musica e Arti il cui responsabile, Giovanni Gilardi, si è adoperato per promuovere una serata rara e preziosa che non passerà di certo inosservata. L'evento sarà inoltre impreziosito dalla presenza del professor Massimo Centini, antropologo, che introdurrà il concerto con una breve presentazione dell'autore e del suo lavoro. I pianisti Elisabetta Piras e Carlo Caputo avranno il compito di accompagnare Patrizia Cigna, soprano, Paolo Anziliero, controtenore e Massimiliano Fichera, baritono, mentre Gianluca Fasano dirigerà il coro Amici del Piemonte "Francesco Tamagno e Francesco Veniero"; il Maestro concertatore sarà Marcello Rota.   

E' impossibile descrivere la bellezza e l'importanza culturale del lavoro del grande Maestro, secondo quanto afferma il professor Centini: "I temi trattati sono talmente complessi che, di fronte ai Carmina Burana si comprende l'enormità del lavoro di Orff . Sono scritti che richiedono un profondo studio filologico  essendo canti composti in latino e tedesco medievale, databili tra il XII secolo e i primi 30 anni del successivo in cui Carl Orff impiegò un deliberato arcaismo sonoro e strumentale"

" Di questi brani è stato fatto un utilizzo stereotipato persino eccessivo come colonna sonora applicandoli a tematiche oscure, nei casi in cui si sia voluto evocare atmosfere medioevali. I brani evocano efficacemente i piaceri terreni, ma non perdono di vista tematiche ben più profonde.  Sono canti per goliardi e clerici vaganti da inquadrare nel periodo storico di un epoca in cui le varie contrade erano percorse  da mercanti, pellegrini e soldati,  alternati a studenti in cammino per raggiungere i numerosi centri culturali presenti nelle principali città, rappresentati per lo più dalle Università. Per questo motivo gli autori ed i cantori erano persone indubbiamente colte, di formazione classica, fatto questo che non è passato inosservato a Orff, che è riuscito a tradurre magistralmente in musica le composizioni di persone colte e studiosi".  

L'incontro con questi testi affascinò Orff a tal punto che fu "sopraffatto da immagini e parole", come ricordò più tardi, e lo stesso giorno abbozzò il primo movimento corale "O Fortuna". Orff ha selezionato alcuni testi rimanendo affascinato dal ritmo entusiasmante, dalla qualità pittorica delle composizioni e, non da ultimo, dalla musicalità vocalmente ricca e dalla singolarità della lingua latina.

La Ruota della Fortuna si erge come un grande simbolo su tutta l'opera. Orff ambienta gli eterni cerchi del mondo tra felicità e sventura, ascesa e discesa in musica, con pochi mezzi sempre ricorrenti in un grande movimento corale che si ritrova all'inizio e alla fine del lavoro. La sezione centrale è composta da singole immagini: "Uf dem Anger" - sulla piazza del paese; "In Taberna" - nella taverna; "Cour d'Amour" - una bella musica piena di erotismo. Al culmine dell'opera, Blanziflor, eroina della saga cavalleresca francese, e Helena sono cantate in un entusiasmante inno all'amore.

Le 254 poesie che compongono i Carmina Burana sono, come detto,  per lo più irriverenti e satiriche; sono state scritte principalmente in latino medievale, alcune in tedesco, e alcune utilizzando tracce di francese antico o provenzale. Altre ancora sono composizioni maccheroniche, scritte in un misto di latino e tedesco o francese vernacolare.  Vennero scritte da studenti ed esponenti del  clero quando il latino era la lingua franca in Italia e nell'Europa occidentale per studiosi, università e teologi itineranti. La collezione è stata rinvenuta nel 1803 nel monastero benedettino di Benediktbeuern, in Baviera, ed è ora conservata nella Biblioteca di Stato bavarese di Monaco di Baviera. Insieme al Carmina Cantabrigiensia, il Carmina Burana è la più importante collezione di canti goliardici e spensierati.

Alla vigilia del debutto Carl Orff  si rese conto dell'importanza del suo lavoro, al punto di scrivere ai  suoi editori:  “Tutto ciò che ho scritto finora, e che è stato pubblicato, può essere distrutto. I miei lavori iniziano con i Carmina Burana”.

E in effetti si tratta di un'opera originale, assai ben differenziata da quanto scritto  fino a quel momento. Una ricca composizione in cui è contenuta una energia formidabile che, chiunque l'ascolti, non può fare a meno di cogliere sperimentandone l'impatto sonoro sia sul fisico che sulla mente, condividendo la sensazione del Maestro di essere di fronte ad una manifestazione della Magia. Una particolare Magia che, grazie all'associazione C.Calma, per una sera regalerà gioia e luce allo stanco panorama culturale torinese, una luce  di cui, da troppo tempo ormai,  si sentiva la mancanza e che si spera possa essere di richiamo per il gran numero di appassionati che la sala da 300 posti può accogliere comodamente.

 

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Foto da  https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Carl_Orff.jpg  

https://it.wikipedia.org/wiki/Carl_Orff 

https://it.wikipedia.org/wiki/Hieronymus_Bosch#/media/File:Hieronymus_Bosch_013.jpg  (P.D.)

 

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Articolo pubblicato il 05/11/2019