Dialoghi sul senso della vita – 6.12 di n.

Siamo un’idea rivestita di materia che percepiamo come forma visibile.

Prosegue dal precedente articolo dal titolo: Chi vedo quando mi guardo allo specchio?

---------------------------------------------------------------------------------------------

Siamo un’idea rivestita di materia che percepiamo come forma visibile; se cambia l’idea, cambia la forma! Quindi pur restando noi stessi, cambiando idea di noi stessi potremo apparire diversamente all’istante

 

Per poter spiegare bene queste cose occorrerebbe parlare delle proprietà del nostro sangue e di quali informazioni circolano in esso relative alla memoria dei nostri parenti e a tutte le altre cose alle quali siamo legati!

 

Ma solo per questo argomento non basterebbe tutto il tempo che ci resta da vivere! Per il momento ci basti sapere che, in particolari circostanze, noi possiamo assumere una qualsiasi delle forme presenti nella nostra memoria sanguigna.

 

E così mi sono procurato un altro biglietto per il rogo!

 

Perché pensate che i nostri scienziati si stiano dando così da fare per cercare il Bosone di Higgs, mentre quello gli sta facendo una pernacchia.

 

IDP… lei mi sta dicendo che in quel momento che quando ho questa percezione … in realtà lo sono! …

 

Sì!

 

IDP… sono io che lo voglio essere! …

 

Non ha alcuna importanza se e chi vuole qualcosa, ma se è possibile che avvenga ciò che ho appena detto indipendentemente da come e perché viene prodotto! Come per il fulmine, che io creda o no al modo in cui si forma, so che esiste; basta mettersi nel posto giusto per essere colpiti e lo scoprirete sicuramente!

 

Noi siamo quelli che siamo solo perché non sappiamo chi siamo veramente, altrimenti, per quanto appena detto diventeremo, “quello” all’istante!

 

Reagiamo a quel 3-5% di cui abbiamo una parvenza di coscienza mentre il resto è incosciente; quindi c’è molto ancora da scoprire, altro che trasmissioni televisive scientifiche e qualche 25 miliardi di libri scientifici scritti!  Quisquiglie, opinioni e punti di vista sul 3% di presunto conosciuto, mentre il resto da cui realmente dipendiamo pensiamo che non esista davvero, o che non sia così importante!

 

Stiamo abbattendo una foresta di luoghi comuni! …

 

IDP… sì, diciamo che lei ci ha complicato molto l’esistenza! … (risate)

 

Però non vedo segni di cambiamento pericolosi! …

 

IDP… è evidente che se veniamo ad ascoltare è perché qualcosa ci attira … e ci interessa….

 

IDP… già sono vissuta tutto lo scorso anno con la domanda che mi girava dentro: mi serve davvero tutto questo? … e continuo ..(risate)

… ha fatto presa anche su qualcun altro perché …

 

Un bel virus!

 

IDP… questi incontri sono serviti anche a mio marito … quello che lei ha detto …

 

Non “quello che lei ha detto”, ma quello che voi avete dentro e che si è risvegliato sentendo delle cose, chiunque le abbia dette, altrimenti non servirebbe che ve lo dicessero cinquanta milioni di persone.

Fondamentalmente noi ci stiamo concedendo reciprocamente la possibilità di aprirci a noi stessi.

 

IDP… io dico che a tutti prima o poi viene il momento per la domanda: perché sono qui, per quale motivo …

 

IDP… lo sapessimo! …

 

È che lo sappiamo! Ma non è detto che vogliamo adeguarci.

 

IDP… una parola … eutanasia …

 

Credo che dalle parole dette finora risulti evidente che nessuno può applicare la sua volontà ad un altro indiscriminatamente, e ad ognuno vengono messe davanti solo le cose che può sopportare; cercare di eluderle vuol solo dire rimandarle con gli interessi …

 

IDP… perché io girando in queste strutture, in questi posti dove ci sono molti anziani ho visto anche giovani con patologie molto gravi …

 

Infatti queste patologie gravi si presentano in giovane età!

 

IDP… sclerosi multipla … i casi, o perché prima non si sapevano o perché sono veramente sempre più in aumento, ora sono sempre più in evidenza … quindi anche giovani … ma soprattutto anziani … che magari non sanno neppure … tipo Alzheimer … chi sono … vederli in queste situazioni e voler … per carità, è logico che la famiglia faccia di tutto e i medici pure, no? … però io guardandomi intorno quando mi capita di vedere … perché ho dei famigliari alla lontana … di andare a trovare …. e vedere anche altri in altre situazioni … mi chiedo … cosa si può pensare di ciò che accade in altri paesi … o di alcuni che hanno fatto un sacco di battaglie e sono passati dalla parte del torto perché pensavano determinate cose …

 

Prendete le parole che seguiranno con le dovute cautele!  

 

Vi ricordate, anche solo per sentito dire, quello che facevano i nazisti al loro tempo; cercavano di selezionare una razza pura, eliminando gli “scarti” con il gas, e mantenendo quelli “idonei”. Inconsapevolmente, noi stiamo più o meno facendo la stessa cosa con gli ospedali, nei quali mandiamo le persone che noi stessi, in società, abbiamo rovinato!

 

Le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni! 

 

IDP… sì, ho capito! …

 

Continuando a reiterare i nostri comportamenti anomali, costruiamo anomalie e poi vogliamo cancellarle, mentre quelle sono solo le sequenze fotografiche di ciò che stiamo facendo!

 

Madre Teresa di Calcutta aveva probabilmente capito che tra i lebbrosi lei ci doveva andare perché lei stessa aveva contribuito a farli nascere e quindi era sua responsabilità occuparsene! Erano suoi figli, anche se provenienti dall’inconscio, dai suoi più remoti recessi, generati come noi generiamo i nostri pensieri come se fossero nostri figli. Per questo non “poteva” prendersi la lebbra! …

 

IDP… mi sono sempre chiesta come mai …

 

Chi genera qualcosa ne è responsabile e la deve mantenere; non so se sono stato chiaro! Questo è il vero inferno! Ecco perché cercava una cosa che non avrebbe mai potuto trovare là! Naturalmente nessuno farebbe questo coscientemente, deliberatamente; per questo torno a dire che non c’è colpa, ma ignoranza! …

 

Ed ora pensate a quale responsabilità mi sto prendendo nel dire queste cose; altro che rogo!

 

IDP… in che senso l’ha generata lei questa lebbra? …

 

Perdonatemi se qualche volta mi ripeto: nel senso che siamo noi a generare il cancro della società, la malattia di una società, che è poi quello che gli aderenti a quella società devono patire, siamo noi che la generiamo, a fin di bene, con la migliore delle intenzioni verso lo scopo di realizzare un mondo migliore, cercando soluzione ad ogni tipo di situazione che riteniamo sia un problema o errata.

 

Di conseguenza a tale modo di agire, per non patire, noi ci pieghiamo da una parte e poi dall’altra e poi ancora e ancora per non sentire dolore fino a diventare storpi non solo fisicamente.

 

Quindi, determinate malattie, che poi noi cerchiamo di curare con i gruppi di preghiera e affini, vedi associazioni o istituzioni dedicate, sono determinate da gruppi di preghiera, pensiero, finalizzazione, diversi e affini nello stesso tempo, da coloro che come noi si comportano secondo il proprio tornaconto, più o meno cosciente, convinti che sia giusto!  

 

Qualcuno leggendo queste parole sarà sicuramente convinto che stia farneticando; sebbene questa non sia tutta la verità, basta osservare cosa accade per rendersene conto.

 

Tutti i gruppi di potere che costituiscono la società scandiscono i propri slogan come mantra magici per forzare il raggiungimento del proprio obiettivo, costringendo gli aderenti e l’insieme a piegarsi a tali regole e conseguentemente “ad ammalarsi”.

 

 

Prosegue nel prossimo articolo 6.13 di n dal titolo:

mangiare per non essere mangiati?

 

 

Foto e testo

Pietro Cartella

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 23/12/2019