Insulti contro Salvini, Don Giorgio condannato a multa e risarcimento

Giustamente punito il prete odiatore

La giustizia è lenta ma almeno questa volta ha punito il vero odiatore, il sacerdote che nel 2015 insulto pesantemente Salvini invocando addirittura la sua morte.

 

Finalmente pochi giorni fa, esattamente l’11 novembre 2019, è arrivato il verdetto del tribunale di Lecco sulla causa tra Don Giorgio De Capitani e l’ex ministro degli Interni Matteo Salvini. 

 

Il giudice ha condannato il sacerdote al pagamento di una pena pecuniaria di 7,5 mila euro e al risarcimento di 7 mila euro nei confronti del politico, oltre che al pagamento delle spese processuali.

 

Don Giorgio è stato riconosciuto colpevole per gli insulti rivolti al leader della Lega in quattro post specifici pubblicati sul proprio blog tra marzo e ottobre del 2015.

 

La sentenza ha confermato “...un’attività diffamatoria reiterata nel tempo...” ad opera di “questa specie di prete”.

 

Al riguardo il pubblico ministero aveva avanzato la richiesta di una pena pecuniaria di 10 mila euro, escludendo però l’ipotesi di una misura detentiva in quanto le offese sarebbero riconducibili ad una critica di carattere politico di tipo generale.

 

Non la pensa così il legale della Lega, che al termine del processo ha affermato: 

“Sono offese ad personam, non si critica un’ideologia ma si punta il dito contro Salvini e contro i leghisti, volgarizzandoli, senza giustificazione o riferimenti a fatti o atti politici specifici. Una produzione ossessiva quella di Don Giorgio e mai ritrattata, rifiutando ogni offerta di composizione bonaria, senza un ravvedimento nei toni, anzi, il prelato ha continuato a pubblicare post offensivi anche durante le fasi di questo processo”.

 

Tipo quelli che riportiamo di seguito, malgrado la volgarità, e di cui ci scusiamo, ma per far comprendere di cosa è capace un sacerdote ai giorni nostri in Italia.

“Idiozia, pezzo di merda, morto di fame, la merda richiama merda, Salvini è uno schizzo salito un po più in alto, pluri-assenteista di merda”.

 

Inoltre è bene ricordare che il prete, non pago di tanti insulti, nel corso di una trasmissione radiofonica di un’emittente nazionale, è arrivato addirittura ad arrogarsi “il diritto di uccidere Salvini”.

 

I discorsi di Don Giorgio devono essere contestualizzati, spiegano però i legali di questa specie di prete.

“Di certo non si invocava la morte di Salvini, in quell’occasione si parlava della legge sulla legittima difesa, se qualcuno legittima il fatto che si possa uccidere un ladro, allora diciamo che si possa uccidere anche questa persona che ci ruba i diritti è il ragionamento di Don Giorgio”.

 

Sta di fatto che il prete non si è mai scusato, affermando che gli insulti erano leciti, pronunciando infatti la seguente dichiarazione al termine dell’udienza di condanna:

“Non capisco perché non si capisca. E’ così elementare. Se all’oratorio dico di non fare il cretino o lo scemo ad un bambino, capisce che non voglio offendere lui ma il suo comportamento che reputo sbagliato. Se fossimo di nuovo qui tra cento anni, penso sarei costretto a dire le stesse cose”.

 

Ecco cosa è diventata la chiesa in Italia, con preti che insultano, odiano, invocano la morte di un uomo, senza mai pentirsi, anzi perpetrando ancora parole d’odio.

 

Questa sarebbe la nuova chiesa di Bergoglio, che mai ha detto nulla a tal proposito contro un suo prete che di cattolico e cristiano non ha più nulla.

 

Con la variante, almeno per una volta, in cui la giustizia ha fatto il suo corso punendo chi se l’è meritato, ossia “questa specie di prete” odiatore. Amen.

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Articolo pubblicato il 15/11/2019