Nelle librerie il nuovo libro di Mimmo Fiorino: una vita a stretto contatto con Giulio Einaudi e i principali esponenti della Letteratura Italiana


Un gradito ritorno è quello di Mimmo Fiorino, oggi pensionato dopo una vita trascorsa al servizio dell'editore Giulio Einaudi come autista. Per un trentennio ha condotto in auto  il “Principe Giulio”, percorrendo l’Italia intera in lungo e in largo, in compagnia anche dei nomi più rappresentativi della letteratura italiana, fra questi Primo Levi, Alda Merini, Nico Orengo e Mario Rigoni Stern. Ne aveva già parlato nel suo libro, pubblicato nel 2011 “Alla guida dell’Einaudi” ed ora, con il libro dal titolo “Giulio Einaudi il Principe dei libri” (Graphot ed.)  ripropone la sua irripetibile esperienza al pubblico,  arricchendola con ulteriori e inediti particolari. L’autore ha parlato del suo libro giovedì 9 dicembre  in anteprima alla Biblioteca Civica di Torino,  presentato da Massimo Novelli, scrittore torinese, giornalista di Repubblica  e da Giovanni Tesio, storico della lingua italiana, filologo e critico letterario. Giulio Einaudi è morto vent’anni fa, nel 1999, ma pur essendo uno fra i principali editori italiani del novecento, se non il più importante, non vi è stata una grande partecipazione ai festeggiamenti del ventennale della sua scomparsa, se non che a Dogliani, ambientati nella biblioteca che aveva voluto.

Massimo Novelli, scrittore e giornalista di La Repubblica, ha ricordato come la casa editrice Einaudi, fondata nel 1933 sia stata molto attiva anche durante il fascismo, riuscendo a pubblicare libri senza grandi restrizioni e poi, dopo la fine della dittatura e la sconfitta del nazifascismo, divenne una casa editrice significativa al punto che la maggior parte della letteratura italiana ed europea appartengono al suo enorme patrimonio culturale. Però Giulio Einaudi non ha avuto e non ha più molta presa su questo mondo immemore, ma per fortuna disponiamo di questo testo appena pubblicato che fa seguito ad un suo precedente lavoro, "Alla guida dell’Einaudi” (2011, Mondadori ed.), relativo a questa tematica.

Il libro di Mimmo Fiorino,  colma una lacuna offrendo un ulteriore inedito punto di vista sulla vita privata del grande editore, impossibile a conoscersi in altro modo, se non che attraverso gli occhi del suo autista, che dagli anni 80 ha incrociato la sua vita con quella di Einaudi e, pertanto, ha potuto usufruire di una condizione unica e irripetibile rispetto a  quanti, a suo tempo, lo frequentarono vuoi per lavoro o per amicizia. E Fiorino come per quelli che hanno come condizione abituale la frequentazione di un grande personaggio, ha potuto conservare nella sua memoria episodi che, fino ad oggi, nessuno ha mai raccontato e che ora i suoi ricordi affiorano dalla memoria e si corporificano in un libro, messo a disposizione del lettore.

La vita di Mimmo Fiorino, si è  incrociata, oltre che con Einaudi, anche  con i principali autori  degli ultimi trent’anni, come Rigoni Stern, Vassalli, Yehoshua, Bobbio, Natalia Ginzburg, sempre senza perdere di vista lo speciale rapporto intessuto con il "capo". Ed è per questo motivo che Fiorino si definisce, scherzosamente ma non troppo, "un autista al servizio della Letteratura".

E così nel suo libro è contenuta la storia dell'Einaudi, della sua crisi della crisi dello Struzzo e della uscita di scena di Giulio il tentativo di salvare l'Einaudi dal commissariamento che si sarebbe potuto evitare se Agnelli avesse acquisito una quota dell'Einaudi. Ancora è citata la pagina drammatica in cui Mimmo , a Milano, in compagnia di Einaudi assiste al passaggio della sua proprietà, ceduta a Silvio Berlusconi,  proprietario della Mondadori. Sono momenti di grande sofferenza di grande tensione, bene evocati dall'autore che, come una telecamera, mostra una scena raccontata dai principali quotidiani nazionali, descrivendola nei minimi particolari dal suo interno, permettendo di rivivere particolari intimi, mai narrati.  Lo si scopre anche rileggendo la descrizione del  suo stato d'animo quando,  nel momento in cui deve farsi consegnare alcuni libri dallo scrittore primo Levi, recatosi a casa sua, scopre che questi si è appena suicidato e il  suo cadavere giace al fondo della scala.

Nel presentare Fiorino lo storico Giovanni Tesio esamina la condizione dell'autista-Fiorino che emerge nel rapporto con Einaudi, non come subalterno ma  come persona indipendente che, poco a poco con dignità come è giusto che tra gli uomini accada, sa trattare colui che gli dà il lavoro che, senza dubbio, rispetta, ma di fronte  al quale si presenta con la propria e precisa inalterabile dignità. C'è un rapporto fra i due e oltre questo, ma non solo c'è la Calabria, l'uscita dalla famiglia e il suo arrivo a Torino, poi c'è finalmente la casa ottenuta dopo una lunga ricerca grazie al nuovo posto di lavoro dopo aver abitato con i parenti,  nel suo caso i fratelli. Si ritrova la Torino di via della Rocca, dove Einaudi viveva,  quindi via Pietro Micca dove l'editore si era trasferito e la mitica sede di via Biancamano,  in pieno centro a Torino. Il libro è arricchito dalla descrizione di molti altri luoghi: i paesaggi piemontesi e i  i tramonti cui assisteva e che piacevano molto all'editore. Proprio per questa sua passione, costringeva Mimmo ad una ulteriore fatica fine giornata, magari  per raggiungere un picco da cui poter ammirare in pace la calata del sole dietro le montagne, atteggiamento questo che faceva sì che potesse apparire come rompiscatole al suo autista che conferma, bonariamente in diretta durante la conferenza: " Lo era, lo era " racconta sornione, come si potrebbe fare parlando di un vecchio amico.

Sono anche evocativi i racconti del suo trovarsi a tu per tu con gli autori famosi come quando, commosso,  racconta di aver accompagnato Primo Levi fino a casa, sotto la pioggia, perché il celebre autore aveva dimenticato l'ombrello e Mimmo non voleva abbandonarlo a se stesso, dimostrando di avere una grande umanità. Ancora il  racconto dei pranzi e delle cene a casa di Mario Rigoni Stern e,  in questo modo il suo libro diventa prezioso, sia per la bellezza dei ritratti poiché Mimmo è un bravo ritrattista,  il che  è diverso dall'essere descrittivo,  e riesce con due o tre pennellate a dare vita ad un personaggio permettendo di conoscerlo come se si fosse davvero vicino a lui. È per questo che il lettore leggerà questi racconti con avidità, e sarà sorpreso dalla facilità con cui riesce a a giungere alla fine del racconto di un periodo irripetibile. 

È stata anche una sorpresa sentire dalla viva voce di Mimmo Fiorino il racconto di alcuni episodi caratteristici avvenuti durante il suo percorso lavorativo. Molto indicativo della personalità di Fiorino e il fatto che percorrendo  la strada che da Perno conduce a Torino in  compagnia di Einaudi e del direttore commerciale, dottor Cerati, alcune  frenate brusche indisposero il "principe" che sbottò con decisione: "Vai piano, che mi vien da vomitare, stronzo!" Mimmo, sentendosi ribollire di rabbia, fermata la vettura, si voltò verso l'illustre personaggio e con altrettanta decisione rispose a quell'attacco villano con un "Lei, a me ,stronzo non lo dice, ha capito? Se ha qualcosa da dire, me lo dica in privato e con belle maniere" e, senza aggiungere altro subito riprese a guidare verso Torino, in totale  silenzio,  senza che più nessuno dei passeggeri osasse profferire parola.

Il seguito della storia è divertente e lo si scoprirà  leggendo il libro, dove viene messo a nudo il rapporto fra due personaggi che danno vita ad una "strana coppia", un rapporto di due persone caratterizzate ciascuna dal proprio carattere, apparentemente separate da un abisso sociale, ma in fondo legati da una profonda amicizia, grazie alla grande umanità di Mimmo Fiorino  e alla sua innata simpatia che bene emerge di fronte  al pubblico in sala quando, in piedi, leggermente curvo in avanti, una mano dietro la schiena, si mette a passeggiare imitando il modo di camminare di Giulio Einaudi,  suscitando l'ilarità  fra i presenti che salutano con un applauso convinto la comparsa sul mercato editoriale di un libro che contiene trent'anni di storia di una casa editrice oggi, sia pure dopo alterne vicende, famosa nel mondo intero.

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Articolo pubblicato il 17/12/2019