Genova – L’arte del Seicento di Bernardo Strozzi grande innovatore della pittura genovese

A quindici anni dall’apertura al pubblico di Palazzo Lomellino una mostra monografica con cinquanta capolavori, di cui la metà mai esposte

Le imminenti festività natalizie sono l’occasione per  visitare  a Genova l’eccezionale mostra allestita nella suggestiva cornice di Palazzo Nicolosio Lomellino:

Bernardo Strozzi(1582-1644). La conquista del colore”(fino 12 gennaio 2020). L’evento viene curato da Anna Orlando e Daniele Sanguineti,  massimi studiosi-esperti  per la cultura figurativa genovese del Seicento e del Settecento. Le cinquanta opere esposte ( una quindicina mai esposte e cinque inedite assolute) provenienti da musei istituzioni straniere, nonché da collezioni private vengono messe a dialogare con  il ciclo di affreschi di Bernardo Strozzi venuti alla luce, nelle sale di Palazzo Lomellino, i quali  hanno contribuito a rendere  celebre questo stupendo edificio, delle dimore storiche dei Rolli di Strada Nuova di Genova.  

La mostra -  promossa dall’Associazione Palazzo Nicolosio Lomellino di Strada Nuova Onlus, con il sostegno di istituzioni pubbliche e private- , rappresenta un evento unico e straordinario  sia dal punto di vista culturale  che scientifico, grazie a un fondamentale aggiornamento critico, sulla pittura del maestro genovese.

Un approfondito lavoro di ricerca   condotto da  Anna Orlando con Agnese Marengo, con il supporto archivistico di Flavia Gartiglia,  è stato raccolto in un volume di oltre quattrocento pagine. Il  libro   non affronta solo le opere inedite ma anche interessanti dati sulla biografia di Bernardo Strozzi, che vanno dalla nascita alla vocazione religiosa, fino alla sua carriera  artistica svolta non solo a Genova.  

Il percorso espositivo  inizia proponendo la pala del “Martirio di Santa Lucia” proveniente dalla parrocchia di Campo Ligure (Valle Stura) la cittadina che aveva dato i natali al pittore, e che il pittore aveva inserito il proprio autoritratto. Il paese faceva parte del territorio della Repubblica di Genova.

Nella stessa sala sono esposte alcune opere di eccezionale fattura, quando Bernardo era ancora in convento e dipingeva di nascosto: ed ecco un san Giovannino, dipinto su un coperchio di una scatola di legno, il ritratto di un vecchio  Cappuccino tracciato su un foglio spesso   di cartone.

Nell’attraversare le due sale iniziali incontriamo dipinti dalla devozione domestica, le pale d’altare, i ritratti e le nature morte fino a giungere nella sala centrale del primo piano nobile di Palazzo Nicolosio Lomellino, dove è custodito l’affresco-capolavoro. In questa sala il tema conduttore è quello dello spazio: di come, cioè, il pittore gestiva il rapporto tra figura e contesto, sulla tela e sulle parete.

Ad arricchire la mostra, vi è  la presenza di capolavori provenienti da collezioni private e pubbliche nazionali e internazionali, tra cui l’allegoria della pittura proveniente dalla Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola, “La Fama”(della National Gallery di Londra) e “Il Suonatore di liuto” proveniente dal Kunsthistoriches Museum di Vienna. Arriviamo all’ultima sala dove si ha il raggiungimento perfetto della sintesi tra luce colore e spazio, da parte dell’artista, e si ha  l’obbiettivo che la mostra di Palazzo Lomellino  si era prefisso di illustrare attraverso la pittura del maestro che aveva raggiunto all’arrivo a Venezia nel 1632 circa, e per i  dodici anni di  permanenza nella città lagunare,  fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1644. Il tutto  si conclude  poi, con una sala didattica, che approfondisce il tema della sua bottega.

 La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Sagep Editori (400 pagine ill. colori €50.00) con testi dei curatori della mostra Anna Orlando e Daniele Sanguineti, con saggi di tredici studiosi, la veste non è di catalogo ma di una esaustiva monografia  che fa il punto in maniera approfondita della conoscenza sul pittore. Molti eventi collaterali celebrano il grande evento espositivo.

Descrizione Foto

Foto copertina monografia

Foto 1:  Bernardo Strozzi “Cristo Portacroce” (particolare) Olio su tela, cm 78x62, 1610-1615 circa Voltaggio (Alessandria) Pinacoteca dei Cappuccini ( Foto Pinacoteca Cappuccini)

Foto 2:  Bernardo Strozzi “Gesù e la samaritana”  olio su tela cm 95x 112,  1613-1815 circa, Collezione privata

Foto 3: Bernardo Strozzi ”Compianto su Cristo morto” Olio su tela, cm99x125,5, 1613-1616 circa Genova, Accademia Ligustica di Belle Arti

Foto 4: Bernardo Strozzi “La vocazione di Pietro e Andrea” Olio su tela, cm 124,3x158, 1608-1615, Collezione privata

Foto 5: Bernardo Strozzi  e collaboratore (Giuseppe Catto) dell’affresco sala centrale del primo piano nobile di Palazzo Nicolosio Lomellino Particolare  

Foto 6: Bernardo Strozzi  “I Santi Sebastiano e Rocco” Olio su tela cm79x127, 1635-1636 circa, Londra , courtesy Benappi Fine Art

Foto 7: Bernardo Strozzi ”Suonatore di liuto”, olio su tela, cm 92x76, 1640-1642 circa, Vienna, Kunsthistorisches Museum Gemäldegalerie

Foto 8: Bernardo Strozzi “Sacra Famiglia con san Giovannino” Olio su tela, cm 82x105 , 1642-1643 circa, New York, Adamam Williams Fine Art

Foto 9: Locandina  della mostra

Vademecum mostra:

Palazzo Nicolosio  Lomellino, Via Garibaldi 7 “Bernardo Strozzi 1582-1644. La conquista del colore”; fino al 12 gennaio 2020; Orari: martedì – venerdì  dalle 15.00 alle 18.00; sabato e domenica  e festivi dalle ore 10.00 alle 18.00 + 39 329 2233109 www.palazolomellino.org

 

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Articolo pubblicato il 20/12/2019