Dialoghi sul senso della vita – 7.6 di n.

Ecco come eseguire un perfetto autoritratto! Ma se è fatto sinceramente non è detto che sia così piacevole.

Prosegue dal precedente articolo dal titolo: Come mai se tutti sappiamo cosa è giusto fare non lo facciamo?

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Per quanto sia scomodo, secondo la nostra radice ed essenza più profonda, è sempre meglio tentare di fare e sbagliare, che spendere la vita in cose che non capiamo, come se fossimo ancora e solamente animali!

 

Il distinguo più generale è smettere di ragionare secondo i criteri che ci sono stati insegnati, come se fossimo animali ammaestrati, da coloro che hanno studiato nello stesso modo, e cominciare a “sbagliare da soli”!

 

Non seguire più indicazioni di chi dice “fai così perché te lo dico io” ma solo quelle che provengono dal proprio interno. Anche queste ultime possono essere ingannevoli, perché dentro di noi c’è qualcosa di molto forte in grado di spacciarsi per originale, pur essendo invece l’essenza dell’egocentrismo!

 

Oppure possiamo volerci ingannare nonostante esse siano corrette!

 

In ogni caso avremo raggiunto un primo grande obiettivo; smettere di dare la colpa agli altri per quello che è successo e limitare il campo di indagine a noi stessi e al nostro destino.

 

Proseguendo in questa introspezione potremo provvisoriamente escludere il destino e le forze che operano intorno ad esso e quindi circoscrivere a noi stessi il campo di ricerca del senso di quello che ci accade.

 

Il risultato sarà la prima bozza di un quadro dove ci saranno poche certezze, molti interrogativi e dubbi; solo a quel punto potremo gradualmente reintrodurre il destino, tutte le forze che si muovono nel mondo e intorno agli esseri umani, terminando con gli altri come specchio di noi stessi, per cercare di completare un quadro sintetico di larga massima.

 

Scopriremo che non c’è bisogno di scendere in dettagli troppo precisi, né di studi particolari, per scoprire quali sono le leggi e le regole insite nella vita.

 

Sarà invece necessaria tutta la nostra forza, e quella che ci viene costantemente messa a disposizione dalla vita stessa, per farlo, per accettare e vivere la vita secondo le sue regole! Per accettare che finalmente la vita possa rinascere e svilupparsi!

 

Così non saremo più noi ad usare o essere usati dalla banca dati generata da tutte le azioni compiute dall’essere umano come se fosse tutto, come se fosse fine a se stessa, come se fosse “il nostro dio”, ma lasceremo che venga usata dalla vita per quello che serve!

 

Questa banca dati, è tanto, ma non è tutto!

Noi siamo tanto, ma non siamo tutto!

 

La banca dati è “solo” una banca dati che può essere utilizzata in qualsiasi modo, a favore di questo o quello; però possiamo diventarne dipendenti come quando ci mettiamo in internet e ricerchiamo informazioni che riteniamo indispensabili ma che non ci servono; ci saremmo comunque fatti male da soli sprecando il nostro tempo e le nostre risorse vitali.

 

O peggio diventare schiavi da quanto si è ereditato o messo “in banca”!

 

IDP… e perseguire un certo equilibrio? … non più presunzione … non più giudizio … e soprattutto rispetto e libertà per gli altri …

 

Certo queste cose ci stanno!

Sono tentativi lodevoli … destinati al fallimento.

Però non possiamo non giudicare in quanto “siamo giudizio”, la nostra stessa identità è costantemente costituita e mantenuta attraverso continui confronti e relativi giudizi; impossibile liberarsene senza un processo di trasformazione che permetta al sistema di poter agire diversamente.

 

Lo strumento biologico che in questo momento sta parlando emette continui giudizi; quando guardo una cosa, la vedo separata da me; questo costituisce un primo giudizio, immediato automatico ed errato! …

 

IDP… per cui il non giudizio è l’apice di un processo di trasformazione … di comprensione … di accoglienza …

 

Infatti “il sai che noia senza giudizio” mette in evidenza una cosa lapalissiana: non possiamo abbandonare il giudizio fino a quando non siamo in grado di comprendere cosa significhi giudizio.

 

Per poter giudicare occorre conoscere tutto.

Quando si conosce tutto non occorre giudicare perché le cose si mostrano per quelle che sono.

Non potendo che essere ciò che sono, ogni cosa contiene tutto, essendo il Tutto in ogni cosa! Come un ologramma, per esempio!

 

Anche se può apparire contraddittorio che una cosa percepita come piccola e circoscritta possa contenere il Tutto che è infinito, è solo un problema dovuto alla nostra incapacità e distorsione percettiva.

 

L’unica a poter esprimere un giudizio è ciò che conosce tutto, la Fonte originale di tutto!

 

Noi non conosciamo niente ma giudichiamo tutto! Lo ripeto, ma non sarà mai sufficiente per evitare di farlo!

 

Per questo è nata la confusione e si è prodotto il macello che stiamo osservando! Basta ascoltare le opinioni espresse da chiunque durante una settimana riguardo un qualsiasi argomento per rendersene conto chiaramente!

 

Tutti sanno tutto, tutti hanno ragione e allora chi è l’ignorante e chi è che ha torto?

 

E allora come si è prodotta questa situazione?

 

Sappiamo tutti (appunto, questa sì che è coerenza!) che chi è investito di autorità perché è stato delegato può permettersi di dire qualsiasi cosa e troverà seguaci in quelli stessi che lo hanno delegato; in questo modo qualsiasi cosa può avere sufficiente energia per imporsi come vera e giusta, almeno per un po’ di tempo!

 

Questa sì che è molto peggio di una colpa!

 

Un enorme debito energetico contratto per il proprio tornaconto senza averne reali vantaggi! Niente che possa fermare il nostro invecchiare e morire; niente che possa farci vivere davvero!

 

Così è solo vivere in funzione della soddisfazione sensoriale come un tossicodipendente (con tutto il rispetto verso quest’ultimo che al massimo può far male a sé stesso e pochi altri, mentre chi è delegato, e ritiene di esserlo a pieno titolo a causa del suo valore, conduce alla rovina e distrugge una moltitudine di esseri umani in breve tempo e con un solo ordine!)

 

Per questo ripeto che ciò che dico non è la verità ma solo stimolo perché ognuno possa cominciare a cercarla, secondo le sue possibilità e sotto la sua totale responsabilità. Quella parte di verità a cui può accedere, senza mediazioni né compromessi, per vivervi totalmente.

 

IDP… ma se io non giudico … non vivo nemmeno … non c’è sale ...

 

Infatti, allo stato attuale delle nostre possibilità, è impossibile non giudicare, essendo noi stessi giudizio, non potendo farne a meno; ma una cosa è partire dal principio che il nostro giudizio è giusto, è verità assoluta, e un’altra è essere consapevoli che il proprio è sempre un giudizio errato di cui non si riesce a fare a meno perché non sappiamo come fare. 

 

(piccolo intervallo durante il quale vengono offerti cioccolatini)

 

Mentre stiamo mangiando questo cioccolatino ne approfitto per abbattere un altro luogo comune: mentre noi stiamo assaporando questa delizia qualcuno sta morendo di fame in qualche parte del mondo! …

 

IDP… così me lo fa andare per traverso! …

 

Non è il caso!

 

L’affermazione corrisponde certamente ad un fatto che sta avvenendo, anche se non sappiamo come e dove.

 

Possiamo intervenire?

Difficile dirlo con sicurezza!

 

Però di una cosa possiamo essere sicuri: se ci è stato messo qualcosa a disposizione è per fare in cambio qualcosa per qualcun altro! Tutto ciò che tratteniamo senza portarlo a compimento secondo il proprio piano si trasforma in veleno. Non si tratta di forzare questo pareggio tra ricevere e dare secondo quello che riteniamo giusto, ma tenersi pronti a dare senza riserve quando ci verrà richiesto, così come senza riserve abbiamo accettato tutto ciò che abbiamo ricevuto, dono, lavoro, situazione o altro, da qualsiasi parte sia arrivato.

 

Ogni cosa che abbiamo è per una ragione!

Ricevere e dare è come inspirare ed espirare; è una questione di vita o di morte! Non si può solo ricevere come non si può solo inspirare; è evidente!

 

Però non sembra che venga facilmente inteso!

 

Una semplice osservazione potrà aiutarci a riflettere: durante il giorno inspiriamo ossigeno ed espiriamo anidride carbonica, mentre le piante inspirano anidride carbonica e espirano ossigeno; senza questo scambio nessuno delle due parti vivrebbe!

 

IDP… perciò non c’è niente da fare per quelli che muoiono di fame!?

 

Sì che si può fare qualcosa ma non come crediamo o ci viene fatto credere!

 

Se potessimo vedere cosa accade nel nostro corpo scopriremo una fotografia della stessa situazione; ma ce ne preoccupiamo forse!?

 

Alcune cellule muoiono, altre nascono, alcune vengono mangiate, altre muoiono di fame, altre ingrassano, alcune si trasformano, alcune si aggregano altre si dividono … ce ne preoccupiamo forse!?

 

Il nostro compito è fornire a tutto il sistema sufficiente alimento; poi è il sistema che provvede a distribuirlo dove serve! In questo che ci piaccio a no, non ci sono preferenze ma priorità operative e funzionali! Però qui entra in campo il nostro giudizio che stabilisce cosa è giusto o sbagliato, cosa è buono e cattivo e così cominciamo a interferire senza cognizione di causa.

 

Il nostro interferire nelle cose del mondo ha generato un mostro!

 

Per similitudine potremo dire che il corpo analogo ora ha una testa 50 volte più grande, ma una capacità di pensiero intelligente pari a zero, il braccio sinistro ha sei mani e un avambraccio delle dimensioni di un grissino, il braccio destro spunta dalla schiena, abbiamo denti solo nella mascella superiore, mentre quella di sotto è fatta di lame rotanti; evito di continuare la descrizione del resto … tanto potete farla da voi stessi … basta che osserviate!

 

Non ci credete?

Fate bene!

Però pensate a questo: pur non conoscendo come siamo fatti, come funzioniamo e per che cosa, siamo sicuri di sapere quale sia la dieta giusta per la salute di tutto ciò!

 

Siamo proprio sicuri?

 

Pur non sapendo nulla del mondo, di come sia fatto, di come funziona e per che cosa, siamo sicuri di sapere cosa sia giusto per lui!

 

Siamo proprio sicuri!?

 

Se siamo proprio così sicuri che quello che pensiamo, diciamo, facciamo, sia giusto, perché ci assicuriamo presso qualcun altro contro il suo cattivo funzionamento !?

 

Crediamo di sapere, ma non sappiamo, pensiamo che sia vero ciò che non esiste, ma diciamo che esiste qualcosa solo perché lo pensiamo!

 

Le stelle che crediamo di vedere, sono già sparite da tempo!

 

Mi piacerebbe rendere comprensibile che tutto ha un senso, ma non è mai quello che crediamo!

 

Che quindi:

  • dovremo poter osservare senza definire,
  • stupirci delle cose senza farcene dominare,
  • partecipare alla vita senza volerla cambiare secondo le nostre voglie,
  • smetterla di fare senza diventare apatici,
  • fidarci un po’ di più di quello che ci fa vivere e meno di quanto facciamo per assicurarci di poter vivere domani senza vivere oggi, ripetendo anche domani questa stessa formula!

 

Perché qualcuno va a “salvare” un altro che non gli ha chiesto aiuto in un posto dove nessuno gli ha chiesto di andare? …

 

Prosegue nel prossimo articolo 7.7 di n dal titolo:

Nessun regalo è gratis, nessun aiuto è giusto e buono!

 

 

foto e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 19/01/2020