4 gennaio 1974: muore a Torino Renzo Videsott, veterinario, ambientalista e alpinista
Notizia del pensionamento di Renzo Videsott su "La Stampa" del 14 dicembre 1969

Noto soprattutto come direttore, per molti anni, del Parco Nazionale del Gran Paradiso, è stato pioniere dell’ambientalismo in Italia e scalatore dolomitico

Nell’anno appena concluso si sono svolti i festeggiamenti per il 250° Anniversario della Scuola Veterinaria del Piemonte organizzati dal Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino (attuale denominazione della Facoltà di Medicina Veterinaria) e qualche ulteriore iniziativa è ancora prevista per il 2020.

Pare quindi opportuno ricordare il professor Renzo Videsott, veterinario, ambientalista e alpinista morto a Torino il 4 gennaio 1974. È noto soprattutto per la sua attività di ambientalista e naturalista, e per essere stato per molti anni il direttore del primo parco italiano, il Parco nazionale del Gran Paradiso. È stato pioniere dell’ambientalismo in Italia e scalatore dolomitico. Presidente della Sezione Universitaria della Società Alpinisti Tridentini (SUSAT) nel 1921, è attivo alpinisticamente dal 1924 circa al 1930. È autore di importanti prime ascensioni e altrettanto importanti ripetizioni.

Renzo Videsott nasce il 10 settembre 1904 a Trento, al tempo ancora nell’Impero austro-ungarico.

Si laurea in Medicina Veterinaria nel 1928 presso la Scuola di Torino, frequenta nel 1929 quale ufficiale veterinario la Scuola di Cavalleria di Pinerolo. Successivamente è assegnato al Reggimento di Artiglieria a Cavallo “Volòire” di Milano.

Insegna poi alla Facoltà di Veterinaria di Torino come docente di patologia e clinica medica e successivamente di farmacologia. Dal 1953 viene distaccato dal Ministero della Pubblica Istruzione alla direzione del Parco Nazionale del Gran Paradiso e abbandona l’insegnamento.

Durante la guerra 1940-45 si adopera per salvare dall’estinzione lo Stambecco alpino, in particolare nel Parco nazionale del Gran Paradiso, anche grazie alla sua partecipazione alla struttura clandestina di Giustizia e Libertà e al suo rapporto personale con Federico Chabod. Nel 1945, con il beneplacito del comando alleato, riesce a ricostituire l’organizzazione del Parco e a preservare l’esiguo numero di capi rimasti. Ottiene in seguito una legge statale che dota di autonomia giuridico-finanziaria e amministrativa l’ente Parco.

Ha diretto il Parco del Gran Paradiso dal 1944 al 1969: informalmente dal 1944 al 1947, come attività volontaria ma legalmente riconosciuta, tra il 1947 e il 1953 e come attività professionale e dal 1953 al 1969 facendone la riserva naturale meglio amministrata d’Italia.

Nel 1948 a Sarre, in Valle d’Aosta, è tra i fondatori del Movimento Italiano per la Protezione della Natura (oggi Pro Natura), di cui assume la carica di presidente, la prima associazione ambientalista italiana, e in questa veste partecipa anche alla fondazione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, l’IUCN.

Viene insignito della medaglia d’oro Alexander von Humboldt della fondazione Alfred Toepfer Stiftung F.V.S. presso l’Università di Bonn nel 1964, della medaglia d’oro del Club Alpino Italiano nel 1974 e sempre nel 1974 è inserito dal WWF internazionale nell’albo d’onore della conservazione internazionale. In suo nome sono sorti numerosi centri studi, centri visita nei parchi e riconoscimenti nel settore della conservazione della natura e dell’ambientalismo.

Muore a Torino il 4 gennaio 1974.

 

L’attività di Renzo Videsott è ampiamente documentata in rete, in Wikipedia (informazioni usate per questo nostro articolo), nel sito “Uomo e Natura“, e in altri ancora. Su You Tube si trovano anche alcuni filmati dedicati alla sua attività, compresi quelli dello spettacolo “Renzo Videsott. Indomito parchigiano” creato da Faber Teater in collaborazione con il CAI di Chivasso (TO) nel 2017.

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Articolo pubblicato il 04/01/2020