Le vacche di Fanfani e i Conecto CNG di Chiara Appendino

Quando la demagogia diventa ripugnante

Le cronache politiche ci raccontano che Amintore Fanfani, uno dei “cavalli di razza” della Democrazia Cristiana, nella sua lunga carriera, è stato anche ministro dell’agricoltura oltre che presidente del Consiglio.

Fu appunto in quel periodo e precisamente nel 1961 che gli capitò di smascherare un imbroglio simile a quello in cui cadde Benito Mussolini. Il duce passava in rassegna diversi aeroporti e credeva di contare le forze aeree con cui l’Italia avrebbe dovuto entrare in guerra, ma in effetti si trattava degli stessi aerei che si spostavano ad ogni visita di Mussolini.

Fanfani, andando un giorno a visitare in Calabria, un certo numero di fattorie modello costruite con denaro pubblico, forse a causa della presenza costante in ogni mandria che passava in rassegna, di una vacca  con un corno rotto o con una stella in fronte, ebbe un atroce sospetto.

Provò a scavalcare la prima fattoria che seguiva sul programma delle visite che gli restavano da fare e si presentò inatteso in una delle successive. Il sospetto divenne certezza: i camions non erano ancora riusciti a trasportare lì l’unica mandria che veniva mostrata in ogni fattoria.

I fatti vennero smascherati e venne fuori un intrigo ordito dalla nobildonna Ines Olivara, la madre del cavaliere Otello Olivara, imprenditore legato all'Opera Valorizzazione Sila e socio, insieme a don Raffaele Mirizzo, del postribolo di Montamare all'Jonio.

L'Olivara, papavero del luogo, fu allora segretamente incaricato dai vertici dell'ente calabrese di procurarsi una trentina di mucche e di trasportarle nottetempo per le aziende agricole che sarebbero state inaugurate, di volta in volta, dal Presidente del Consiglio.

Un trucco miserabile per nascondere inefficienze e connivenze dell'ente di riforma calabrese, nel silenzio dei media, con l'allora nascente tv di stato. Ma a causa anche dell'inattesa morte della donna, l'imbroglio venne scoperto e reso di pubblico dominio.

Fanfani s’incazzo e mostrò, anche in quell’occasione la tempra del politico non connivente con la malavita che già allora era prospera.

Una scena stomachevole si è invece prodotta a Torino, nel corso della mattinata del 30 dicembre scorso. Non c’entrano né aerei, né vacche.

Oggetto dello sconcerto riguarda due  bus a metano forniti a Gtt dal gruppo Daimer-Mercedes ed esposti dinanzi a Palazzo Civico. La sindaca Chiara Appendino seguita dalla fida assessora La Pietra e da notabili della GTT, dinanzi ad una piccola corte, con un pistolotto, ha esaltato la fornitura di 40 Conecto CNG ecologici acquistati per metà con il contributo della Regione Piemonte.

Peccato che da qualche mese, di questi modelli, ne circolino già sulle linee GTT ben 74, che, tra l’altro non incontrano il favore degli utenti e degli autisti GTT poichè sono scomodi e con le manovre di apertura e chiusura porte traballanti. Perché la sindaca ha ordito questa parata di regime quando la maggior parte degli autobus è già in circolazione da mesi?

Ma a differenza di quel che successe con Fanfani, in questo caso è la sindaca che noncurante dei bubboni che si tiene in giunta e nel suo gruppo consiliare, ha promosso la demagogica parata celebrativa. Perché invece di occuparsi di temi vitali per la città, sempre tralasciati, continua ad esibirsi in facezie, prendendo, di fatto, in giro i torinesi?

Ma fino a quando può durare quest’amministrazione fondata solamente sul nulla, divieti a parte?

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Articolo pubblicato il 04/01/2020