L'EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Mamma, m’hanno abbattuto l’aereo!

L’Ayatollà iraniano ammette l’errorino avionico, mentre Russia e Turchia si spartiscono la Libia e l’Australia s’abbrustolisce: non ci rimane che deplorare?

Vabbuo’!”, commenterebbe l’inchinato capitano Schettino, mitico supereroe nazionale della Penisola dello Stivaletto, poetico sacramentato territorio di navigati trasmigratori sempre in crociera costosa in acque agitate, sull’orlo di affogare in una pozzanghera di guano, incagliato negli scogli dell’insabbiato immobilismo gattopardesco.

L’Australia, ce la siam giocata: incenerita. Un mega-barbecue di teneri koala, rimbalzanti cangurotti o wallaby, conditi di decine di sfortunati cristianucci-ucci-ucci, uccisi dalle divoranti fiamme di immensi incendi indomabili che – come orchi cattivi – devastano enormi aree boschive tra New South Wales, Qeensland e Victoria. Ma il premier Morrison, in spregio di ogni banale, noiosa evidenza scientifica e favoleggiando l’arrembaggio di torme d’inafferrabili piromani, resta freddo circa l’influenza delle attività antropiche sul surriscaldamento del clima planetario e non pare incline a convertirsi all'ecologismo gretino né a contribuire a porre un freno all’inquinamento; lui, l’unico verde – o verdone – che lo commuove, probabilmente, è quello dei dollaroni di Paperon de’ Paperoni… Allora… “continuiamo così, facciamoci del male!” (Nanni Moretti in Bianca, 1984). Per spegnere, speriamo che grandini sul bruciato.

A chi invece cercasse il brivido ad alta quota, si consiglia un rilassante volo a bordo d’un Boeing della Ukrainian Airlines nel cielo sopra Teheran: per renitente confessione dell’ayatollah Khamenei, lo spiacevole disagio del 737 abbattuto “per errore”ops, pardòn! – dai razzi dei pasdaràn, o Guardie (un po’ ciecate) della Rivoluzione, lo scorso 8 gennaio, con il drammatico bilancio di 176 vittime, si sarebbe verificato, secondo una credibilissima indagine preliminare, per colpa dell’ultima-ruota-del-carro, un anonimo plumbeo soldatino iraniano che avrebbe disobbedito agli ordini (suvvia!…). Dunque? Sbaglio o indisciplina? Addirittura i proverbialmente pazienti Persiani incominciano a stufarsi delle bugie di regime e a sollevare seri dubbi sull’infallibile onestà dei loro teocratici governanti nerovestiti. E laggiù esprimere dissenso non è proprio una sana passeggiatina…

In pratica, la strombazzata vendetta per l’assassinio “tattico” dell’osannato stratega integralista sciita Soleimani – ai cui oceanici funerali una cinquantina di fedeli afflitti, schiacciati dalla calca, l’hanno felicemente accompagnato in paradiso, o altrove – si è rivelata uno scottante boomerang (sentenzierebbero cinicamente a Camberra).

Nel frattempo, gli imperi del sultano turco Erdogan e dello zar di tutte le Russie Putin, tramite i rispettivi vassalli Al-Sarraj (legittimato leader di Tripoli) e Haftar (rais di Bengasi e della Cirenaica) e in combutta col presidente militare Al-Sisi d’Egitto, brigano per spar/tirsi la Li/bia (similmente alla Si/ria) e l’ex Mare Nostrum, inclusi oleodotti e trivelle, a danno dell’Europa (alla finestra) e dell’America (in disimpegno). Archiviato il “semi-insuccesso” dell’intesa di Mosca per una tregua tra i belligeranti, con un cessate-il-fuoco pericolante, s’inaugura oggi una scettica conferenza di pace a Berlino. Non si sa mai.

In sintesi, uno scoppiettante proemio del bi-bisesto 2020. Coi botti!

Consoliamoci con il consueto farsesco spettacolino casereccio belpaesano. E con un certo spirito religioso. Già, perché, ad esempio, l’Annunziata (cognomen omen) è apparsa estasiata dinanzi al riccioluto neoarcangelo Mattia Santori (sardonico pesciolino sulla-cresta-dell’onda, ultrasorridente e ipersimpaticomunicativo co-fondatore di un noto branco ittico ambiental-idealista, innegabilmente dotato d’un innato istinto per il business digital-piazzista): “Tu concepirai e darai-alla-luce il Figliolo di Pi-Dio, Salvatore degli Zingaretti, che al Nazareno si installerà alla Sinistra dell’Onnipresente Padreterno Prodi!”. “Ecce ancilla Dalemini!”, rispose la sciagurata.

Seguitando sull’avvincente argomento ecclesiastico-agiografico, troviamo poi la riesumata ottimanima di Bettino Craxi – pensate! – in roseo olezzo di beatificazione (attorno ad Hammamet di Gianni Amelio, pellicola fantastorica in uscita nelle sale, che al box office si classifica dietro al solo Tolo Tolo politically-correct di Zalone). Purtroppo il duo dei Papi (l’intronato e l’emerito), manco fossimo nel Medioevo, viene dipinto in disputa interna sulla spinosa questione del celibato dei preti e perciò impossibilitato ad occuparsi dell’urgente causa di canonizzazione – per martirio in contumacia – del miracoloso Grand’Uomo Creatore del Terzo Maggior Debito Pubblico del Globo. Uno che non si schifava a sporcarsi le mani, nemmeno colle monetine, sterco di Belzebù. Diamine!

In conclusione, giusto per ribadire problematiche di molto minore importanza, quasi trascurabili, bisogna osservare che qui da noi bravagente, nell’Italietta da barzelletta tragicomica, ai ponticelli che crollano sotto le gomme s’aggiungono i soffitti in calcestruzzo delle gallerie che si schiantano sui tettucci dei veicoli in transito (tanto che recentemente i bulletti decerebrati, per sfidar la morte in ripresa social, anziché selfarsi o filmarsi in bilico sul cornicione d’un palazzone, o “guidare a fari spenti nella notte”, nel solco delle emozionanti follie di battistiana memoria, magari drogati e con il tasso alcolemico alle stelle, imboccano invece con sobria scaramanzia la Torino-Savona); però, mi raccomando, non si osi parlare di revoca delle licenze autostradali agli eminentissimi et prudentissimi Signori Gestori assai benettonici, guai!… Suggeriamo di incrementare il pedaggio con un supplemento per la suspense.

Non ci rimane che deplorare?

Ah, scordavo: nei pressi di Manila, un Taal vulcano in eruzione, foriero di rischio di tsunami catastrofico, sembra in procinto di esplodere fragorosamente per gioiosamente sgravidare tonnellate di polveri e lapilli sulle teste dei disgraziati Filippini. Avranno parecchio da ripulire, dopo. The day after.

Un finimondo, che sfinimento!

 

Enrico S. Laterza

 

 

 

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Articolo pubblicato il 19/01/2020