Il Welfare dei nonni

Gigi Cabrino per Civico20News

Per rendersi conto della gravità della crisi che stanno attraversando famiglie ed imprese italiane da troppi anni è sufficiente dare un’occhiata ai dati recentemente pubblicati dall’Istat.

Da un lato i dati sull’occupazione, sventolati con toni trionfanti, sull’aumento del numero di occupati: peccato che l’istituto consideri occupato  anche chi abbia lavorato una sola ora, infatti il numero di ore lavorate in Italia risulta essere inferiore a quello del 2008.

Ma è soprattutto il dato sul “welfare dei nonni” – come lo ha definito l’Ansa – a far preoccupare.

L’Istat conferma che nell’anno appena trascorso quasi sette milioni e mezzo di famiglie abbia avuto un aiuto essenziale alla normale vita quotidiana grazie all’aiuto dei nonni pensionati ; risulta che senza l’aiuto di un genitore o nonno pensionato i nuclei familiari “vulnerabili” ( genitori soli o altre tipologie) vedrebbero raddoppiato il rischio di esposizione alla povertà.

Se consideriamo che il 36% dei pensionati, più di un terzo del totale, percepisce meno di mille euro mensili e addirittura il 12% non supera i 500 euro mensili, questi dati sul fondamentale supporto familiare che viene dato dai pensionati alle famiglie devono far considerare i nonni degli autentici eroi salvatori della Patria.

I pensionati andrebbero sostenuti in maniera convinta, specialmente in un paese in progressivo invecchiamento come il nostro, e invece?

La maggioranza giallorossa non ha ancora messo mani alle pensioni ma i segnali per una eliminazione di quota cento e di un inasprimento delle condizioni per il pensionamento ci sono tutti ( con conseguente santificazione della macellaia sociale prof.sa Fornero); certo che dalla sinistra delle lotte e rivendicazioni sociali degli anni settanta ci si aspetterebbe ben altro che una obbedienza cieca agli inviti pressanti da parte di UE e Fondo Monetario Internazionale ad innalzamenti generici dell’età pensionabile in Italia.

Tra l’altro in queste istituzioni l’età media di pensionamento è di 62 anni, ma questo è un altro discorso…

Su La Stampa di martedì 21 gennaio Stefano Lepri, con una punta di sarcasmo giornalistico, definisce la difesa delle pensioni come una “offensiva del partito degli anziani”; verrebbe da pensare che i giovani italiani richiedano a gran voce un innalzamento dell’età pensionabile e un taglio delle pensioni, ma a giudicare dai dati illustrati dall’Istat pare che proprio i giovani genitori in difficoltà economica siano i principali beneficiari di un sistema pensionistico che, comunque, allo stato attuale non garantisce certo vitalizi milionari alla gran parte dei nostri pensionati.

(immagine d'apertura Globalist Syndacation)

 

Gigi Cabrino

 

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Articolo pubblicato il 24/01/2020