Geoeconomia: definizione e spunti di riflessione

di Marco Montesso

Nata sul finire del Novecento grazie all'interessamento di due economisti e geopolitici statunitensi quali E. Luttwak e P. R. Krugman, la Geoeconomia ha come oggetto precipuo la ricerca di strategie efficaci per la crescita della produttività e della competitività dei Paesi, a livello sia economico-finanziario che industriale.

In seguito al nuovo ordine mondiale sopravvenuto in quegli anni come conseguenza della fine del Comunismo in URSS e negli Stati satelliti, il fenomeno della Globalizzazione e il declino degli Stati nazionali a favore di strutture Sovranazionali quali l'UE, gli equilibri delle relazioni economiche internazionali non erano più dipendenti dalle barriere protezionistiche.

Infatti, ogni barriera tariffaria e quantitativa così come i sussidi e le regolamentazioni proprie delle relazioni tra le economie nazionali avevano perso peso, da lì l'esigenza, dunque, di trovare nuove tipologie di competizione tra Stati in quel rinnovato scenario economico e politico a livello planetario.

Un'importanza, dunque, viene acquisita sempre di più dall'azione svolta da organizzazioni internazionali o da sottosistemi privati o misti, ovvero privati e pubblici quali le compagnie petrolifere, le banche e le assicurazioni, le imprese di telecomunicazioni e le società multinazionali.

Va da sé che i confini nazionali territoriali perdono valore a favore dei flussi di attività economica mondiale, come i mercati dei beni e dei servizi come quelli dei capitali e del lavoro.

La liberalizzazione delle singole iniziative economiche ed industriali sono il risultato e il contrappeso della riduzione da parte delle nazioni più ricche della regolamentazione dei processi economici, con gli interventi pubblici nel sociale appunto, ha portato ad una nuova forma di cooperazione tra Stati e l'affermazione di una divisione internazionale del lavoro a beneficio di Paesi caratterizzati da politiche di bassi salari, scarse protezioni sociali e tutela ambientale.

La Geoeconomia studia queste realtà in divenire e cerca di trovare e di definire al meglio le normative che governano la competizione tra sistemi Paese o i loro sottosistemi territoriali e settoriali.

Le esperienze derivate dai terribili conflitti mondiali che hanno caratterizzato il Novecento, con l'instaurazione del Nuovo Ordine post bipolare, han portato le Potenze a scontrarsi, per così dire, sostanzialmente sul piano economico, nel senso più esaustivo del termine.

L'arma economica, simbolo della potenza di uno Stato, che si abbatte con il suo peso contro un'altra realtà nazionale o sovranazionale e che talvolta si esplicita con sanzioni di varia natura, ecco un altro tema di intese ella Geoeconomia.

D'altronde le minacce belligeranti e le alleanze militari avevano perso o alquanto attenuato il loro peso grazie ad un ritorno ad una situazione internazionale che non era più basata su blocchi contrapposti, politici ed economici.

Gli Stati, quindi, da un lato non esercitavano più un soverchiante potere sui loro sistemi economici ed industriali ma dall'altro si appalesavano alleandosi al fine di supportarli nelle loro ambizioni volte alla conquista di nuove e più ampie fette di mercato mondiale.

La Geoeconomia allora si occupa di analizzare le strategie di ordine economico e in particolare commerciale volute dagli Stati con lo scopo di proteggere i propri sistemi, acquisire dominii tecnologici e assicurarsi di ampliare la presenza in specifici comparti.

Essa, inoltre, guarda alle relazioni tra potere e spazio, cioè quello libero da frontiere territoriali e barriere fiscali.

Talvolta si mette in ballo la Disciplina per farla coincidere con una sovrastruttura atta alla c.d. "Guerra economica".

Naturalmente in questo caso si tratta di una forzatura di natura giornalistica: infatti mentre imprese e gruppi non governativi possono praticare le proprie politiche di guerra economica contro un mercato nazionale o su scala internazionale, la Geoeconomia analizza soprattutto quelle forme quali anti dumping, contingentamento, diritti di dogana, chiusura a imprese estere dei mercati nazionali, ecc. che solo gli Stati possono mettere in atto.

In conclusione si può ricordare che esistono quattro fattori che sciolgono le connessioni tra potere economico e superiorità strategica, tra Geoeconomia e Geopolitica, in poche parole.

1. Ci sono Potenze solo economiche, quali Taiwan e Hong Kong.

2. Talvolta il potere economico e il potere tout court non son correlati, si pensi all'Iraq di Saddam Hussein.

3. Costi. L'investimento produttivo ha un rendimento crescente in quanto in un contesto di pace ha possibilità di espansione, mentre l'investimento sul potere ha un rendimento decrescente stante gli alti costi degli apparati militari e di sicurezza quando li si vuole eccellenti.

4. Oggi sempre di più acquisiscono importanza quegli Stati che sono in grado di coniugare capacità di produzione, finanziamento, organizzazione ed evoluzione.

Marco Montesso

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 06/02/2020