Geopolitica nel Mondo Classico: Grecia

di Marco Montesso

Dopo aver aperto alla visione della Geopolitica dell'Antica Roma, abbozzandone e introducendone gli stilemi particolari in quanto riferimento ai primordi applicativi, in senso meramente empirico e non scientifico ovviamente, della disciplina in fattispecie, si tratterà qui uno dei temi legati alla grecità.

Grecità intesa nell'accezione corrente di culla della civiltà e del pensiero tour court dell'Occidente quale Roma ne fu la prima e non solo in senso cronologico ma pure e soprattutto in quello "culturale".

La Guerra del Peloponneso, combattuta dal 431 al 404 a.C., dalla lega peloponnesiaca che gravava intorno a Sparta e dalla lega delioattica, diretta da Atene, passò alla storia come il più sanguinoso evento bellico che mai si produsse tra popoli greci, può ben calzare come primo esempio di quanto affermato nell'incipit dell'articolo, infatti.

Gli ateniesi volevano imporre la propria egemonia sui greci, cosa che Sparta non permise, adducendo a casus belli l'intervento avversario nella vita dell'odierna Corfù, che venne seguito dal blocco del commercio dell'alleata Megara, al punto di provocare un ingente danno all'importante centro della lega peloponnesiaca.

Sparta, dunque, addusse il pretesto dell'avvenuta violazione della pace sancita nel 446 e dichiarò guerra ad Atene.

Nella seconda e ultima parte del conflitto (413-404), che qui si enuncerà in quanto strumentale a questo discorso esemplificativo, prese forma con l'occupazione spartana di Decelea, e dunque l'analista geopolitico può riscontrarne i vari aspetti fondamentali.

In primis il ruolo di Alcibiade, grande personalità politica che tra il 415 e il 411 porta nocumento ad Atene in Sicilia, paventando l'intervento degli spartani che in Egeo, grazie all'intesa da lui patrocinata tra Sparta e Persia ed infine in patria, variando il regime democratico in oligarchico.

Alcibiade rappresentava una figura politica di grande personalità e di primo piano, si può quindi immaginare che fosse fatale, ma non bisogna pensare che si trattasse di un unicum nella storia greca.

Che dire di Pericle allora. Ma in lui permanevano almeno capacità ed equilibrio tali da impedire sempre una commistione tra comportamento pubblico e vita privata, mentre nell'altro, infatti, erompeva una personalità forte e contraddittoria che lo portava, da democratico di formazione a assolutista per mera convenienza, come Plutarco sottolineò più volte nella sua Storia.

Ecco l'humus della Geopolitica nella sua forma più spregiudicata: le sue relazioni con i governanti persiani dell'Asia minore che portarono al loro intervento nella guerra greca dalla parte di Sparta.

Tuttavia, ecco il dualismo: nel corso delle trattative egli cercò di sfruttare a beneficio di Atene l'insieme di relazioni che aveva messo in piedi e sviluppate.

Analogamente Alcibiade, si ricordi, fece trasformare la democrazia in oligarchia al fine di compiacere alla Persia, salvo poi pensando di gratificare Atene ritornando alle origini istituzionali.

Un altro ambito della quaestio di Geopolitica sta negli alleati di Atene e nella loro rivolta che scoppiò in Eubea, a Lesbo e a Chio con l'invio di loro ambasciatori a Sparta con l'obiettivo di provocarne l'intervento.

A seguito della conquista peloponnesiaca di Mileto, si ha l'inizio di una serie di trattati di Sparta con la Persia. L'anno seguente, 412, Atene ribalta la situazione sul campo riconquistando Lesbo e Clazomene e bloccando Mileto, giungendo ivi a effettuare uno sbarco ancorché vanificato nella sostanza dall'arrivo di una flotta peloponnesiaca.

Ma quando, dopo lunghi e duri avvenimenti bellici, interviene la flotta ateniese il tentativo definitivo di trasformazione oligarchica di Atene viene reso vano.

Alcibiade viene richiamato dall'esilio in cui era stato mandato, per via dei suoi brighi politici appunto, dall'assemblea dei marinai ateniesi.

Non è questo il contesto ottimale per delineare gli ulteriori sviluppi né tantomeno dettagliare esaustivamente gli aspetti giuridico-Istituzionali che ne seguirono, basti qui sapere, essendo in ambito di natura Geopolitica, che cosa abbia per l'appunto portato l'evidenziato operato di Alcibiade, col suo balletto di alleanze dettate esclusivamente da quella pura logica.

Un colpo di stato oligarchico ad Atene, addirittura, come portato della vittoria spartana, che instaurò il governo aristocratico dei Trenta Tiranni.

Ma non è tutto: la Grecia tutta si trovò fortemente indebolita, avendo dovuto sopportare rovine, distruzioni, senza contare dei depauperamenti per le enormi spese compiute.

Tutto ciò è stato il frutto di una disinvolta e confusa Geopolitica, come si è notato, che ha poi, una sessantina d'anni dopo la fine della Guerra del Peloponneso, portato a non aver la forza materiale e anche spirituale, nel senso di spirito di corpo per intendersi, di opporsi in maniera decisa alla conquista macedone dell'Ellade.

Ma questa è un'altra storia...e un altro esercizio di Geopolitica del Mondo Classico che si racconterà nel prosieguo.

Marco Montesso

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Articolo pubblicato il 22/02/2020