Trento - L’inesistenza e l’invenzione dell’assoluto colpevole

Settanta opere, raccontano con un semplice linguaggio, ma con un rigore storico scientifico un episodio avvenuto nel XV secolo

Le fake news (come si chiamano oggi),  purtroppo sono sempre esistite, e bisogna non cascarci in questi fenomeni che portano a drammi irreparabili, fino ad arrivare alla soppressione di persone. Ecco un esempio che capitò sulla fine del Quattrocento,  e che ce lo presenta il Museo Diocesano Tridentino con la mostra:“L’invenzione del colpevole.

Il  «caso » di Simonino da Trento dalla propaganda alla storia” curata da Domenica Primerano  con Domizio Cattoi, Lorenza Liandru, Valentina Perini, con la collaborazione di Emanuele Curzel e Aldo Galli, fino al 13 aprile 2020. L’esposizione sostenuta dall’Arcidiocesi di Trento, della provincia Autonoma di Trento e del Comune di Trento, viene realizzata con il contributo della Fondazione Caritro, ed è accompagnata da un corposo catalogo edito dalla Tipografia Editrice Temi di Trento ( pp.367 ill. colori).

L’Arcivescovo di Trento Sua eccellenza Monsignor Lauro Tisi, nel concludere il suo intervento istituzionale, sul volume della mostra, scrive:”Mi auguro che questa meritevole iniziativa, organizzata  dal nostro Museo Diocesano possa divenire per tutti, a cominciare dalle comunità cristiane - continua il presule - , un monito fortissimo a vigilare perché nessuno osi ammantare del nome di Dio ciò che invece ferisce inesorabilmente l’uomo e il credente”.

Il progetto espositivo  coglie due aspetti, la prima rendere omaggio a cento anni della nascita di  monsignor Iginio Rogger che e stato direttore a lungo del Museo Diocesano Tridentino e che ha avuto  il coraggio di mettere in atto la storica revisione del  culto di Simonino, che la Chiesa il 28 ottobre del 1965 durante le sezioni del Concilio Vaticano II decise di abrogarne il culto, dopo che furono compiuti  attenti studi sulle fonti e documenti storici prodotti sul “caso”dimostrando l’infondatezza delle accuse di omicidio rituale rivolte agli Ebrei, maturate in un clima di radicati pregiudizi antigiudaici.

Il secondo aspetto della mostra è quella che a distanza di oltre mezzo secolo  della sua abolizione, farne il punto su questo caso di Simone da Trento ( che per quasi cinquecento anni è stato portato in processione, e abusivamente venerato) cercando di diffondere una più ampia conoscenza di questa delicata e attualissima vicenda tardo-medievale.

Il fatto avviene il 23 marzo 1475 ( in questo giorno si celebrava il giovedì santo). Simone un bambino di circa due anni, scompare misteriosamente e il suo corpo, purtroppo, senza vita viene (qui s’innesca una storia incresciosa raccontata nella mostra tridentina) ritrovato tre giorni dopo (giorno di Pasqua) nei pressi della casa di Samuele di Norimberga uno dei maggiori esponenti della piccola comunità ebraica locale. Samuele denuncia la morte e di colpo diventa colpevole.

Samuele, viene arrestato   assieme alla sua famiglia, con altri Ebrei, e vengono   ritenuti responsabili del rapimento e dell’omicidio del bambino. Vengono tutti  subito incarcerati, processati e, sulla base di confessioni estorte con le tortura, condannati a morte.

L’accusa si fondava sulla credenza, o leggenda, che gli ebrei compissero sacrifici rituali di fanciulli cristiani con lo scopo di reiterare la crocifissione di Gesù, servendosi del sangue della vittima per scopi magici e religiosi. Il piccolo Simone (detto il ‘Simonino’) viene subito considerato un martire e diventa oggetto di un culto intenso, che papa Sisto IV proibisce, inutilmente sotto pena di scomunica.  

Nonostante l’appello del papa e  la prudenza e i dubbi della Chiesa, che essa nutriva per questo caso, il culto non cessa, anzi la venerazione per il Simonino  viene ancora di più accentuata, per via dei due nuovi potenti mezzi di comunicazione: le immagini e il nuovissimo strumento della stampa tipografica, il tutto abilmente orchestrato dal principe vescovo di Trento Johannes Hinderbach, vero regista dell’intera operazione, che  riesce nel 1588 ad ottenere dal papa Sisto V l’approvazione al culto di Simonino facendolo salire rapidamente, agli onori degli altari e diventando velocemente proclamato beato.

Si dovette aspettare fino alla metà del Novecento perché gli studi compiuti dall’ebrea triestina Gemma Volli, di Monsignor Iginio Rogger (storico della chiesa tridentina), e del domenicano padre Eckert  che smontassero le accuse, agli Ebrei uccisi,  e consentisse alla Congregazione dei riti  della Causa dei Santi di rimuovere il culto al presunto beato, ma – ahimè -  il   bimbo venne purtroppo  trucidato da mani ignote che ancora oggi non si è fatto luce chi l’abbia ucciso.

Il percorso espositivo presenta una settantina di opere (ovviamente queste presentate sono un rimando a visitare la mostra), alcune delle quali concesse in prestito per l’evento tridentino  da importanti musei  e istituzioni italiane e straniere, e che nell’arco di quasi  cinquecento anni  sono state prodotte  e dedicate al culto del “beato”Simonino. Pertanto, troviamo dipinti, sculture, bassorilievi, ex voto, reliquiari, disegni, incunaboli istoriati, xilografie, incisioni.

Una particolare attenzione viene riservata all’illustrazione e documentazione dei protagonisti che hanno indotto alla revisione al falso culto di Simonino e alle motivazioni che condussero alla cancellazione alla venerazione avvenuta nel 1965. La mostra con un linguaggio semplice accessibile a tutti - ma senza abbandonare il rigore storico e scientifico, garantito dal contributo di illustri studiosi e da prestigiose collaborazioni istituzionali – ricostruisce il contesto culturale della Trento del XV secolo  e le circostanze che condussero all’accusa di omicidio.

Descrizione foto:

Foto copertina catalogo della mostra  

Foto 1 Bottega di Daniel Mauch  “Martirio di Simonino da Trento” primo- secondo decennio del XVI secolo legno intagliato dipinto; 81x110x24 cm Trento Museo Diocesano

Foto 2 Bottega di Daniel Mauch   “Compianto sul corpo morto di Simonino da Trento” primo-secondo decennio XVI secolo legno intagliato dorato; 65,5x61x12 cm Mülheim an derRuhr, collezione privata Andrea Ohnhaus

Foto 3 Pittore dell’Italia settentrionale”Simonino da Trento trionfante con due fanciulli Ferrara -   Collezione Fondazione Estense (in deposito presso le Gallerie -  Estensi- Pinacoteca Nazionale di Ferrara)

Foto 4 Altobello Melone “Simonino da Trento” 1521 olio su tavola 98x47 cm. Trento Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali

Foto  5 Giuseppe Alberti “Martirio Simonino da Trento” 1677 olio su tela; 195x130 cm Trento Castello del Buonconsiglio . Monumenti e collezioni provinciali

Foto 6 Hartman Schedel “Liber Chronicarum”

 Trento “Museo Diocesano Tridentino “ L’Invenzione del Colpevole” fino al 12 aprile 2020. Orari 10.00-13.00; 14.00-18.00. Chiuso il Martedì. Informazioni Telefono 0461. 23 44 19 www.museodiocesanotridentino.it 

 

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Articolo pubblicato il 10/02/2020