La libreria torinese "Fenice" ha chiuso i battenti, ma risorgerà dalle sue ceneri, come emerge dall' intervista ad uno dei due ex titolari Giuseppe Brodetto, noto libraio torinese

A Torino anche la libreria "Fenice" ha chiuso i battenti e, di questi tempi parrebbe quasi una non-notizia, essendo noto il periodo di crisi attraversato dal settore. Sono numerosi i frequentatori che hanno sofferto per la scomparsa di un punto di aggregazione capace di richiamare numerosi appassionati lettori  appagati anche dal poter partecipare alle conferenze tenute con regolarità nel vano del locale antistante via Porta Palatina che, miracolosamente, riusciva ad ospitare un pubblico numeroso ad ogni presentazione di un nuovo libro. Il luogo in cui ritrovarsi  per i cultori della lettura, non solo di tematiche legate al mondo del paranormale e del mistero, ma anche di saggistica e narrativa, non esiste più ed ora; dove e come ritrovare la possibilità di rintracciare il prezioso materiale che vi era contenuto? Ne parlo con Giuseppe Brodetto, storico e noto libraio torinese, titolare della libreria insieme a Roberto Briatta, anche lui personaggio ben conosciuto per l'amore verso i libri e la letteratura.

Quali sono i motivi per cui avete deciso di chiudere la libreria?

"In realtà avrei continuato molto volentieri - afferma Giuseppe - avrei voluto proseguire nel mio sogno iniziato 30 anni fa e, nonostante tutte le difficoltà del momento,  continuo a dirmi che non  voglio mollare e sto studiando quale sia il miglior modo per non fare morire una attività rivelatasi capace di offrire a me, al mio socio e ai numerosi frequentatori, tanta soddisfazione. Per ora ho voluto concedermi  un anno sabbatico; ho di fronte a me numerosi progetti sempre legati ai libri anche se non tutti sono concretizzabili nell'immediato e allora, per non perdere il contatto con tutta una serie di amici e clienti conosciuti e coltivati negli anni, ho deciso in via provvisoria di iniziare un nuovo percorso  online. Il mio sogno rimane sempre la libreria fisica, il punto di aggregazione, di condivisione, ma bisogna prendere atto che i tempi sono cambiati, tutto si modifica evolvendosi verso modalità di lavoro ben differenti da quelle degli anni passati, ma non per questo meno efficaci".

"La libreria fisica concepita come la immagino, anche in virtù delle nuove tecnologie, avrà sempre più difficoltà ad essere presente sul territorio.  L'idea che i clienti si sono fatta del libraio, una persona seduta alla cassa che al più consiglia i clienti all'acquisto, è quella più diffusa nell'immaginario collettivo, ma  risale al periodo in cui c'era ancora l'abitudine di entrare in una libreria con una gran quantità di tempo a disposizione, oggi merce rara. Il mondo corre veloce, tutto si è modificato e ora più che mai bisogna considerare che l'antico concetto di libreria è diventato sempre più difficile da realizzare e mantenere. Per iniziare e conservare l'attività, purtroppo, servono capitali.  Cifre sempre più importanti che minano alla base la possibilità di crescere, di essere competitivi, rendendo sempre più difficile la possibilità di accantonare  qualcosa per vivere. A Natale 2019 ho voluto rinnovare la mia vita, mi sono guardato attorno cominciando a cercare locali per una nuova sede da inaugurare nell'anno nuovo".

Quali sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato?

"In primo luogo, volendo privilegiare l'ampiezza dei locali, le condizioni migliori sono quelle che è possibile trovare in quartieri decentrati, dove però è anche facile che non vi sia un gran passaggio di persone. Più ci avviciniamo al centro cittadino, più gli affitti sono cari, condizione sfavorevole, che scoraggia dall'iniziare la complessa attività del libraio. In secondo luogo bisogna pensare alle problematiche più banali, ma concrete e imprescindibili dal lavoro, quali l'acquisto e il posizionamento degli scaffali, il voler rendere gradevole i locali con adeguata tinteggiatura, unita ad una sapiente disposizione delle luci in grado di mettere in risalto determinati angoli, quindi si possono immaginare i costi. Poi, quando tutto è pronto, occorre accordarsi per ottenere buone forniture unite ad una valida distribuzione, tutti interventi che richiedono pagamenti immediati.  I conti sono presto fatti: per disporre di  una libreria ben fornita, occorre un capitale non indifferente,  a cui bisogna aggiungere una notevole energia fisica e  sentimentale, non solo  finanziaria. Alla chiusura della Fenice le nostre finanze erano scarse; le chiusure e i vari rendiconto avevano prosciugato i risparmi. Per questo motivo,  non avendo al momento la possibilità di operare altre scelte, ricomincio la mia attività on-line, una possibilità moderna che mi consente di ragionare su costi che non sono quelli libreria fisica, un vecchio progetto coltivato da tempo".

Come si trova ad affrontare un simile cambiamento?

"Al momento è un progetto in divenire, mi sto abituando a questa nuova formula pur pensata da tempo, ma sempre rimasta in qualche cassetto  insieme ad altri progetti così, arrivato a fine anno in cui questi piani non sono partiti, mi sono trovato nella condizione di cercare  lavoro a 55 anni e ho individuato questa possibilità che promette numerose alternative, da individuare giorno dopo giorno".

Come pensa di fare  funzionare una libreria online?

Sto studiando le varie problematiche di fronte alle quali mi sono venuto  a trovare. Il modo di lavorare online è un grande impegno ricco di possibilità, ma  è anche faticoso per un neofita, quale io sono nei confronti di questa sfida. Sono giunto al termine della mia esperienza alla Fenice molto provato, non solo a livello emotivo, ma  anche da una certa stanchezza fisica, condizioni che hanno rallentato l'inizio del nuovo progetto. Si fa una gran fatica a ritrovare nell'immediato determinati stimoli; ho gradualmente preso coscienza di essere  in una avventura completamente nuova in cui ho tutto da imparare, ma finalmente ho trovato la forza di cominciare. Fondamentale è stato l'incontro con un amico più giovane, molto abile sul computer che, venuto a conoscenza delle mie intenzioni, si è offerto di collaborare. La sua attività principale è quella di creare siti e questa sua conoscenza è stata di grande aiuto, ma parlando di vendita di libri lui, programmatore, si è trovato a dover risolvere problematiche fino a quel momento ignorate, ma per fortuna, fino ad ora ha risolto brillantemente ogni problema".

Da quando dura la collaborazione?

"Da poco prima di Natale ho inviato la newsletter per informare la clientela del cambiamento e devo dire che, anche in tale occasione, ho avuto modo di imparare qualcosa di nuovo: siccome non volevo sottolineare più di tanto il mio passato alla  Fenice, l'ho appena accennato nella newsletter, ma ho notato che lasciar passare in secondo piano la mia esperienza, è stato controproducente. Molti, pur conoscendomi, non avevano capito che ero io ad iniziare il lavoro in una libreria online, dichiarandosi piacevolmente sorpresi nel momento in cui scoprivano di parlare con l'ex libraio della Fenice. Ho così capito che forse dovevo ricordare meglio il mio passato, valorizzandolo di più.  Mi sarebbe stato molto utile e, certamente, lo sarà in futuro.

Mi racconta come è nata la Fenice?

Io e Roberto Briatta siamo amici da più di quarant'anni, la nostra amicizia risale all'adolescenza,  siamo stati compagni di classe al liceo per qualche anno, poi ci siamo ritrovati di nuovo durante il servizio militare. Roberto, congedato qualche mese prima, aveva trovato lavoro alla Rizzoli. Ho terminato il mio periodo di ferma nel momento in cui c'era bisogno di qualcuno che desse una manoin tale sede e così ho avuto modo di essere assunto con la qualifica di commesso all'epoca in cui era direttore Roberto Reposo, una persona  che ricordo molto affetto. Grazie a lui, che  mi aveva fatto iniziare con una buona gavetta cominciata dallo spolverare gli scaffali, ho imparato un lavoro facilitato dall'aver sempre amato i libri fin dalla più giovane età. In più mi piace sperimentare quindi, dalla Rizzoli, sono passato da una libreria a carattere generale, una libreria universitaria che tratta testi specifici. ed ho pertanto imparato un altro tipo di lavoro. Sono successivamente approdato alla Zanaboni e promosso responsabile del settore geografico e ho finalmente avuto in mano il mestiere, grazie ad  incarichi via via sempre più importanti. Dopo un periodo alla Zanaboni  sono arrivato all'Arethusa dove ho ritrovato l'amico Roberto Briatta continuando ad accumulare esperienza in un campo forse un po' più di nicchia, tanto da essere rimasti a lungo un vero e proprio punto di riferimento torinese, ma non solo,  in cui affluivano gli appassionati di tematiche specifiche.  Forti della nostre esperienze, cresciuti professionalmente, io e Roberto abbiamo deciso unire le forze e metterci in proprio ed è nata così, nel novembre 2011,  la Fenice, in cui abbiamo svolto la nostra attività fino a ottobre 2018".

"Sono stati sette anni di lavoro, di fatica, ma anche di entusiasmo e di crescita con qualche inevitabile sbaglio,  ma sicuramente si è trattato di una esperienza nel  complesso positiva. Non ho rimpianti, ma dispiacere sì,  perché la libreria è stata la prima che ho sentito mia, certo anche di Roberto e doverla chiudere è stato doloroso. Ma nel suo nome c'è il mio progetto futuro perché ora, dalle metaforiche ceneri della mia passata esperienza, ne nasce un'altra in continuità con la precedente, a cui ho voluto attribuire  il nome di "Panta Rhei" poiché in effetti tutto scorre, la vita è in continuo mutamento e intendo rinnovare tutto, anche se manterrò inalterato l'impianto della attività principale della mia vita: vendere libri si, ma con altre metodiche, adattate alla nostra epoca.

Qual' è il suo punto di arrivo?

Lo sto ancora cercando; ho molte idee, ma devo ancora capire come svilupparle e come farle funzionare; per fortuna in tutto questo ho un grande aiuto dalla mia compagna che mi aiuta a mettere ordine nel caos primordiale, tipico dell'inizio di ogni attività.  Soffro per la mancanza di un luogo fisico;  mi manca il contatto con il pubblico,  patisco a non poter offrire una  sede in cui  poter incontrare l'autore, magari accompagnato dall'editore, per meglio affrontare  lo scambio di idee su un nuovo testo, proposto di fronte ad un pubblico interessato e attento. Per ora non voglio lavorare alla ricerca di soluzioni improvvisate; sto cercando di  ricreare il  catalogo  che avevo in  libreria, di poter disporre di testi rendendomi disponibile fin da ora a rintracciare libri difficilmente reperibili  sul mercato, con l'obbiettivo di rifare online ciò che prima poteva avvenire in una libreria durante una presentazione. Questo è possibile grazie all'utilizzo di tutto ciò che è consentito dalle applicazioni legate alla rete e,  se un giorno riuscirò ad abbinare la mia vetrina virtuale con una vetrina fisica, allora  avrò raggiunto lo scopo che oggi mi sono preposto.

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Articolo pubblicato il 22/02/2020