Allarme dal circolo polare artico. Sotto il permafrost bolle di metano pronte ad esplodere

Quasi un terzo del carbonio presente sul pianeta e intrappolato dai ghiacci, si sta già liberando in atmosfera. Antichi batteri ritornano alla luce

Il riscaldamento globale ha innescato una progressiva riduzione dei ghiacciai presenti sul pianeta, tra cui quelli del Mar glaciale Artico e della calotta polare. In questa vasta area, la diminuzione crescente del manto glaciale sta portando alla luce delle zone rimaste coperte da spessori di ghiaccio per milioni di anni.

 

Questo dà origine a un fenomeno fisico dalle conseguenze molto negative, dovute a una interazione termica con il permafrost (il suolo “perennemente” ghiacciato presente in vaste aree montuose e nelle estremità degli emisferi artici e antartici), il quale perde la sua solidità e la sua compattezza.

 

A lanciare l’allarme è un nuovo studio pubblicato su Science Advances. Sotto il permafrost, sembra siano intrappolati oltre 1500 miliardi di tonnellate di gas serra, di cui la maggior parte costituita da metano, gas con una mole 25 volte più dannosa della CO2.

 

 

Il metano è un prodotto della decomposizione di materia organica, “animale e vegetale”, che per millenni è fermentata, imprigionata sotto gli strati di ghiaccio profondi, bloccata dalla calotta di ghiaccio. Il gas giace all’interno di vere e proprie bolle che, liberate dallo scioglimento dei ghiacci “esplodono verso l’atmosfera”. Questo fenomeno è detto: termocarsismo.

 

Già lo scioglimento dei ghiacci ha dato origine a una dispersione del metano verso l’infinito; se una grande massa di gas venisse rilasciata nell'atmosfera, l’influsso sulle temperature del pianeta sarebbe incalcolabile.

 

Da uno studio pubblicato su Nature Geosciences, l’evento sta procurando una variazione della morfologia dei terreni colpiti dal disgelo (vaste aree della Siberia). Le superfici là dove il ghiaccio prima tratteneva il terreno e ora si scioglie, il suolo, non più gelato, collassa  formando buche che si riempiono d’acqua, quindi tentare una riconversione dello scioglimento, è quanto mai imperativo; dai carotaggi dei ghiacciai, risulta che mai in 120.000.000 di anni vi è stato così poco ghiaccio sul pianeta Terra.

 

In questi giorni di isteria da coronavirus, è naturale integrare la notizia.

Lo scioglimento dei ghiacciai ha portato alla luce una minaccia che sta scuotendo la comunità scientifica. Nel permafrost è presente un numero di microrganismi vitali che in alcune aree remote, risalgono fino a circa 3 milioni e mezzo di anni fa. A nord del Tibet sono stati rilevati 33 tipi di virus, alcuni sconosciuti e nei resti di un mammut è stato riattivato un batterio vecchio di 20.000 anni. Altri se ne scoprono dormienti da milioni di anni. Batteri che il nostro organismo potrebbe non riconoscere né combattere.

Quest’ultima, non è un’ipotesi disfattista, Scott Rogers, professore della Bowling Green State University e autore del libro “Scongelare antichi microbi: genomi emergenti in un mondo più caldo”, scrive: «Questa situazione potrebbe scatenare una piaga incurabile che potrebbe compromettere l’esistenza della vita sul pianeta. I pericoli racchiusi nel ghiaccio sono reali e, con gli aumenti dello scioglimento in tutto il mondo, aumentano anche i rischi derivanti dal rilascio di microbi patogeni nell’ambiente».

 

Ed è a questo punto che chi scrive inciampa in un pesante attimo di profonda amarezza: cosa aspettiamo a fermarci, a fare un passo indietro? Da più di trent’anni mi occupo del clima e anziché cogliere segnali di miglioramento, vedo allungarsi nuove ombre che adombrano il pianeta e i suoi delicati equilibri su cui si fonda la meravigliosa diversità di tante, magiche, irripetibili forme di vita.

Mentre il Permafrost si scalda, i ghiacci si sciolgono e il metano sale in atmosfera, noi preoccupati di questo sole che scalda sempre più, offesi dal silenzio e dalla distrazione di massa che l’informazione dedica all’immane problema, attendiamo prossime soluzioni dalla blanda Agenda 2030 e dai tardivi proclami dell’ONU che, riferiti al clima, valutano e predicono molto, ma non decidono niente.

 

Fonti: Science Advances / News Week  / Nature Geosciences

Kevin Schaefer, del National Snow & Ice Data Center (Nsidc)

 

 

 

https://www.iodonna.it/benessere/salute-e-psicologia/2020/01/19/virus-batteri-sconosciuti-scioglimento-dei-ghiacci/

https://www.ildolomiti.it/ambiente/2020/artico-sotto-il-permafrost-bolle-di-metano-pronte-ad-esplodere-e-allarme-per-il-futuro-climatico

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Articolo pubblicato il 28/02/2020