L’inquinamento favorisce il contagio? L’elettromagnetismo ci indebolisce? La siccità è complice? Ipotesi dal Web

Dalla Cina all’Europa, agli USA, il Covid-19 nei santuari dell’inquinamento. Altre voci a braccetto con la ricerca e con lo smarrimento

Le aree più interessate dall'inquinamento e dalle polveri sottili sono un elemento comune  nello sviluppo di contagi da Coronavirus. Il dubbio che la cappa di smog favorisca la diffusione (o la sensibilità?) al virus, oltre a svilupparsi nelle coscienze dei singoli, sembra essere confermato dagli studi della Società di Medicina Ambientale (Sisma) delle università di Bari e di Bologna.

L’aria poco ossigenata e il “particolato atmosferico” sembra consentano al virus di sopravvivere più a lungo e muoversi nell’etere, e la saggistica scientifica già da tempo attribuisce alle concentrazioni di PM10 un ruolo di vettore per molti virus.

I livelli di inquinamento della Pianura Padana a fine febbraio erano elevatissimi così come riportano i dati dell’Arpa e della Protezione Civile, e la prolungata siccità non ne ha favorito l’abbattimento. Nel medesimo periodo, le curve dell’infezione hanno segnato una accelerazione eccezionale. Altri biologi invece, negano che vi sia una correlazione scientificamente provata. Di certo non piove da più di tre mesi.

In questo drammatico contesto creato dall'epidemia, le certezze non esistono, ma altrettanto stranamente, l’impennata di vitalità della quale ha approfittato questo invisibile nemico, è anche collegata al tempo e ai luoghi di entrata in funzione della tecnologia 5G. Può essere un caso?

Infatti, tra i tanti scenari che ora si incrociano sul Web, altri studiosi americani descrivono il virus non come un microrganismo creato… Da se stesso? Da un laboratorio e da un sinistro, umano complotto? Da un salto tra animali e l’uomo? Da un castigo divino?… Bensì, come una reazione biologica di auto spurgo dell’organismo attivata dall’inquinamento elettromagnetico.

Circolano voci di un rapporto tra il risveglio del virus già presente nel 50% della popolazione, tramite impulsi elettromagnetici della 5G e l'irrorazione di nanoparticelle di alluminio e bario effettuata per anni nei cieli di mezzo mondo, che hanno reso il corpo umano un recettore di onde (siamo corpi fisici dal funzionamento naturale o radiosveglie e telefonini). Tutto è possibile nel contrario di tutto? 

Certamente l’entrata in vigore della tecnologia 5G è iniziata proprio in Cina, nell’area di Wuhan, con relativo, massiccio aumento dell'elettromagnetismo, di sicuro poco gradito allorganismo umano (riferimenti allo sviluppo di interazioni magnetiche sono cronologicamente legati dapprima dall’avvento della radio e della tecnologia wireless, e poi, alla progressiva copertura radar praticamente dell’intero pianeta). Tante ipotesi per nessuna certezza.

La strage di persone d’una certa età, in questo contesto ipotetico-scientifico, collima con la presenza di altre patologie e con il calo di difese immunitarie, quanto è altrettanto vero che, più tempo abbiamo trascorso in questo mondo sempre più tecnologico e sempre meno a misura della natura umana, maggiormente il nostro organismo è diventato un parcheggio di ossidi, di nanoparticelle plastiche e silicee, di metalli pesanti, di formule medicinali. Combinazioni chimiche poco salutari per la salute; ancor più a lungo andare.

In conclusione, diventa difficile negare la possibilità di una sinergia tra cause-effetti che possa avere un ruolo attivo in questa terribile storia del Covid-19: dal riscaldamento globale all'età, a quel che mangiamo, respiriamo e ci trapassa il corpo sotto forma di raggi indotti.

A questo punto, si incontrano post connessi quella vecchia storia irrisolta delle scie chimiche. Per chi osserva da sempre il cielo cercando, i nuvoloni delle piogge primaverili, l'assenza di quei larghi corridoi bianchi che in breve spezzavano le nuvole e accorciavano gli orizzonti, salta all’occhio. Fenomeni che non si vedono quasi più… quindi è logico segno che esistevano.

Si è trattato di un argomento intriso di presunte nanoparticelle di alluminio e bario,  ferocemente dibattuto con estremismi di complottistica ipotesi da un lato e dall'altro, negazionismo ufficiale di un fenomeno che però, oggettivamente si vedeva. Se e cosa ci ha lasciato in eredità? Vi è una connessione con la 5G?

Certo è che le migliaia di velivoli quotidiani, scaricano al suolo le combustioni dei gas di scarico, e anche il cherosene, roba buona non è. Altrettanto la massa di pesticidi diffusa nei terreni e nelle acque. La scomparsa di molte forme di vita da una quotidianità fino a ieri normale (rane, piccoli uccelli, insetti) dovrebbe far riflettere: quali virus abbiamo iniettato alle bestiole?

Questo è un breve sunto di articoli degni di una ipotetica attenzione incontrati sul Web in codesto momento di smarrimento globale. Studi trasversali e idee di cervelli sovraccaricati da confusione e da irrisolte inquietudini. Un panorama sul nostro, comunque ben poco naturale modo di adoperare il miracolo della vita.

A questo breve contributo di notizie parallele, si associa il ragionare su argomenti che si sentono e si leggono, a collegarsi qua e là con siccità e inquinamento. Il caldo estivo ormai in agguato, favorirà oppure no l’invisibile nemico? Nel 1630, come riporta il Manzoni, fu la pioggia a salvare Milano dalla peste che circolò nel Nord Italia per ben tre anni. Qualche giorno di temporale a catinelle manca da tanto tempo. Una preghiera indirizzata a un vecchio Dio, affinché pioggia sia, non ha controindicazioni e nutre lo spirito.

Chissà che non vi sia un fondo di complicità tra l’aria secca, densa e cattiva, e questa minuscola, diabolica entità assassina. Sono certo che una fitta pioggia battente farebbe del bene all’aria, alla terra e se non altro, in questo tempo di grande silenzio, cospargerebbe di un suono amico le nostre piazze, le strade, le nostre reminiscenze e le attonite paure.

 

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Articolo pubblicato il 22/03/2020