L'angolo della satira del prof. Giancarlo Pavetto - Medici senza frontiere

I barconi prima di tutto

Da due mesi questi missionari dell’accoglienza non compaiono più sui mass media.

Adorati dalle boldrine assortite, ed invocati ogni giorno dalle coop e dalle organizzazioni cattocomuniste non mancavano mai di farci dono di un buon numero di africani che, per loro,  erano sempre e solo “salvati”. Li cercavano con ammirevole pazienza davanti alle coste dell’Africa, li prendevano a bordo e li scaricavano in porto sicuro che era sempre italiano.

Da due mesi i medici senza frontiere non si fanno più sentire. Forse hanno bisogno di riposo, forse amano abbronzarsi al sole che in questo periodo dell’anno non manca nel mediterraneo, forse devono fare l’amore con le colleghe senza frontiere.

Non ritengono più l’Italia un posto sicuro ed hanno deciso di tenere le loro imbarcazioni lontano dalle nostre coste e dai nostri porti.

Da quando è arrivato il coronavirus questa associazione umanitaria si è come defilata. Ed ha scoperto di colpo che molte frontiere ci sono e che a loro non conviene violarle perché, a differenza della pesca del barcone che è il loro sport preferito, sono gravide di rischi.

Fanno finta di non sentire od ignorano gli appelli del governo italiano che ha emesso in questi giorni un bando di assunzione di trecento medici destinati ad integrare le equipe ospedaliere stremate dalla fatica. Ed anche a permettere l’attivazione di altri nuovi nosocomi, muniti di quelle attrezzature tecniche che possono funzionare solo se sono nelle mani di sanitari capaci di manovrarli.

E’ molto difficile reperire di colpo trecento medici. I neo laureati sono impreparati e sono in numero ridotto. Potrebbero solo agire sotto la guida di medici già esperti. Alcuni poi dovrebbero essere sottratti ai ruoli che li impiegano in altri settori sanitari, dove si produrrebbero altre inevitabili carenze.

Non è facile pertanto capire perché questi “senza frontiere” non si presentino a prestare la loro opera nelle regioni italiane, dove il virus cinese sta mietendo vite umane a migliaia, e preferiscano riservare il loro soccorso solo a chi vuole trasferirsi in Italia dall’Africa.

Nel suo avanzato stato preagonico, prossimo alla dissoluzione, l’Europa si permette ancora di dettare delle regole che mettono in clausura i cittadini italiani, ma che sono tali da autorizzare lo sbarco, senza esami e senza cautele, di ogni straniero.

Anche su questo si prepara ad intervenire quella che oggi fa la ministra degli interni, ossia l’ex prefetta Luciana Lamorgese. Il suo progetto prevede la pronta disseminazione dei nuovi arrivati nei piccoli centri urbani, dove gli abitanti, rinchiusi nelle abitazioni, guardati a vista dai carabinieri e dai vigili urbani e minacciati di carcerazione, stavolta non potrebbero opporsi.

Conte e Mattarella sembrano d’accordo e non aprono bocca. Ce lo chiede l’Europa è la loro giustificazione dai tempi di Mario Monti.

Se i due dessero un piccolo sguardo ai mass media italiani potrebbero rendersi conto che “i medici con le frontiere delle loro regioni e dei loro paesi”, quelli che hanno dato la vita per i loro connazionali, sono ormai 14 (quattordici). E che con loro si sono sacrificati, senza sottrarsi ad orari disumani e lasciando sole le loro famiglie, migliaia di eroici infermieri e di operatori sanitari.

Tra le ultime vittime, scrive Amendolara, ci sono Luigi Frusciante, lo pneumologo Giuseppe Lanati, Luigi Ablondi, Antonino Buttafuoco, medico di base, Giuseppe Finzi, medico ospedaliero e Francesco Foltrani medico condotto. E sono solo gli ultimi.

E’ disumano e sembra inverosimile che per loro l’uomo di Volturara abbia stanziato, nel decreto Cura Italia varato dal suo governo grillo-piddino, un aumento mensile di cento euro.

E non è tutto, perché l’avvocato pugliese, illudendosi di incarnare uno statista del calibro di Winston Churchill e confidando nell’ombrello protettivo steso su di lui dal presidente della repubblica, è stato colto da ubbie dittatoriali ed ha imposto a tutti gli italiani di unirsi a lui. Nessuno deve opporsi alle sue decisioni ed ai suoi decreti. Chi non lo fa - ha ammonito - è un traditore della patria.

E’ dovuto intervenire a calmare i bollenti spiriti e l’ebbrezza di potere del suo pupillo, il capo dello stato Sergio Mattarella che ha ritenuto necessario contattare, con delicatezza ed umiltà, i partiti da lui relegati all’opposizione, nonostante rappresentassero la maggioranza degli italiani.

E far capire all’avvocato di Volturara Appula, messo da lui a governare senza nessuna preparazione, che in un paese democratico l’opposizione ha un suo ruolo e deve poter esprimere la sua opinione.

   

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Articolo pubblicato il 23/03/2020