Figli come clienti (parte seconda - figli timidi). Di Franco Marmello

Manuale sottovoce per parlare con i nostri figli e avere qualche probabilità di essere ascoltati

Conoscere meglio i nostri figli…

Così abbiamo intitolato gli incontri che su “Civico20 News” abbiamo deciso di vivere insieme.

 

L’esercizio mi piace e voglio praticarlo con voi.

Di questo tema mi occupo da molti anni.

 

Conoscere meglio i nostri figli diventa l’esercizio quotidiano che vi propongo.

Non desidero però che il tema diventi troppo assillante, una delle tante teorie da applicare in modo dogmatico; l’applicazione forzata di qualsiasi teoria produce -nella maggior parte dei casi- soltanto stress e fatica ulteriore anziché benefici.

 

Desidero –invece- che il mio lavoro possa arrivare a essere per voi, cari lettori, un modesto ma concreto aiuto per migliorare la qualità del vostro ruolo di genitori, abbinato –naturalmente- ad altre conoscenze: a buon senso, a ragione e –soprattutto- ad Amore. Giocate con il mio manuale in modo serio, ma non pretendetelo troppo sul serio.

 

Io l’ho costruito divertendomi, come mi sono divertito in questi anni passati a lavorare in mezzo a tanti clienti, capi, collaboratori, amici; a tanta gente dal cui consenso nei miei confronti è dipesa spesso la mia sopravvivenza fisica e morale. Uno degli obiettivi dei mio lavoro è quello di cercare di capire i differenti tipi di carattere che mi trovo a dover trattare. E questo sono chiamato a insegnare ai miei Clienti nelle aule di formazione dove spesso li incontro.

 

Così ho cercato di fare con mia figlia Muriel. Durante tutto questo tempo ho cercato di sistemare le esperienze nella mente costruendo una modesta guida che, però, consulto sempre molto volentieri e con curiosità. La consulto per avere un aiuto: devo decidere ogni volta quale tipo di atteggiamento adottare al fine di ottenere l’ascolto e l’attenzione dei miei interlocutori; il loro carattere e il loro umore possono condizionare pesantemente il tipo di comunicazione ideale a cui ambisco.

 

Parlo di una modalità efficace, naturalmente, una modalità che mi consenta di instaurare un rapporto utile a realizzare il tipo di servizio che i miei interlocutori richiedono. Personalmente considero la comunicazione efficace     –oltreché un dovere professionale – uno strumento straordinario e magico per la ricerca della qualità della vita e della felicità in ogni campo dell’esistenza.

 

Perché sui nostri figli?

I miei articoli qui parlano di loro perché, come già spiegato, loro sono i nostri interlocutori più importanti, verso i quali abbiamo le responsabilità maggiori; più delle mogli, più dei mariti, più dei nostri capi-collaboratori-colleghi, più dei nostri clienti, più dei nostri allievi (se insegniamo), eccetera… Non spiego queste responsabilità sociali perché ognuno di noi le sente dentro e sono difficili da descrivere senza cadere nel banale e nel patetico. Una cosa è certa, però, ci sentiamo amati dai nostri figli anche in relazione all’ascolto e all’attenzione che loro ci dedicano.

 

Ovviamente questa “guida” non può considerare in assoluto ogni tipo di figlio, in ogni  tipo di situazione; può –comunque- rappresentare un buon aiuto per “riconoscere i nostri figli” e comunicare con loro nel modo più utile e adeguato, tenendo conto dei caratteri generali presentati. Molti figli presentano dei caratteri un po’ dell’uno e un po’ dell’altro tipo. Sta a noi genitori usare il buon senso nel definirli e nel scegliere il modo migliore per comunicare con loro.

 

Consultate la guida dopo esservi trovati in una situazione difficile; consultatela per capire cosa avreste o non avreste dovuto fare per sentirvi ascoltati; consultatela per capire come potrete affrontare meglio la situazione con i vostri figli, in futuro. Chiunque desideri svolgere con soddisfazione il ruolo di genitore deve porsi l’obiettivo di diventare un buon osservatore, uno che sa ascoltare, un buon psicologo, un esperto di relazioni umane. Abituiamoci ad affrontare questo compito con amore, ma anche con la massima professionalità; dobbiamo convincerci che è importante, per noi genitori, essere capaci di aver a che fare con l’individuo, con la persona che nostro figlio o nostra figlia sono e possono diventare.

 

Comincia il viaggio dentro al magico e misterioso mondo dei nostri figli, cari genitori; ma ricordatevi quanto segue: è solamente uno spunto per aiutarvi ad analizzare e capire come dovete cercare di comunicare con loro. Il buon senso e il vostro approccio individuale troveranno la strada giusta e naturale per portarvi al successo. Vi auguro –di cuore- buon lavoro e buona vita.

 

Troverete che molte delle soluzioni esaminate rappresentano delle ottime regole per qualsiasi situazione di vita, anche al di fuori del vostro ruolo di genitori.

 

Fatta questa dovuta premessa prepariamoci ad affrontare il primo difficile caso: i figli timidi. Noi sappiamo quanto valgono in potenza, ma loro ci appaiono vergognosi, imbarazzati e per nulla aggressivi (in senso buono, naturalmente). Ci rendiamo conto che i nostri cuccioli hanno difficoltà particolari a prendere una decisione e che, nell’intimo, desiderano che noi genitori decidiamo per loro.

 

Ne parleremo a fondo.

Grazie per l’ascolto…

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 24/03/2020