Me la canto e me la suono ... così tutto vabbuono! Parte 1di2

Ascoltare la propria armonia interna ed esprimerla.

Non conosci la musica, non la sai neppure leggere, non la ascolti, hai perfino rimosso l’autoradio, non suoni alcuno strumento, … bene!

Allora sei pronto a usarla per imparare a scrivere velocemente al computer, riconoscere ed esprimere gli stati d’animo e i pensieri, appianare le tensioni più nascoste e profonde, sintonizzare un ambiente perché vi si possano realizzare delle cose e … in sintesi …

 

trarne ed ascoltare la propria armonia interna ed esprimerla

a tutto vantaggio della salute fisica e psichica.

 

Certamente!

 

Infatti suonare implica anche un aspetto di relazioni matematiche e disciplinari, oltre che percettive ed espressive; insomma si mette in atto un certo gioco di sponda come quando “occorre parlare alla nuora perché suocera intenda”, cioè fare una cosa perché ne succeda un’altra.

 

Non ce ne rendiamo facilmente conto, ma quando ci troviamo a canticchiare o fischiettare senza uno scopo apparente, stiamo facendo esattamente la stessa cosa: ci distraiamo concentrandoci su una cosa qualsiasi per lasciare che accada quello che deve accadere senza intralciarne lo svolgimento.

 

Nello stesso tempo permettiamo al sistema di funzionamento automatico di liberare capacità operativa e mnemonica in modo che “si raccolgano le idee in modo coerente” senza fare fatica inutile. E ne giova anche la capacità di pensare ed intuire!

 

Note e insiemi musicali che agiscono come “stimolatori, correttori, sostenitori e coadiutori di alcuni aspetti del carattere individuale, ipotesi operative che possono essere più facilmente chiarite alla luce delle teorie del “pensiero laterale” e del “pensiero divergente”.

 

Per meglio intenderci chiedo aiuto a citazioni sintetiche del pensiero di alcuni personaggi che si sono occupati di approfondire o formulare tali argomenti:

 

1 – i bambini devono essere in grado di cantare prima di conoscere la scrittura musicale, come è indispensabile che possano parlare prima di imparare a leggere... (Auguste Chapuis - compositore);

 

2 – prima di intervenire con il processo didattico sui giovani esseri umani, devono essere create le condizioni che rendano loro possibile cantare, suonare e sentire, cioè sintonizzarsi sulla frequenza “giusta” delle cose ... (Alfred Colling – letterato e giornalista);

 

… dove per bambino e giovane si intendono anche lo stato bambino e giovane presente in ogni essere adulto, indipendentemente dall’età e situazione.

 

3 – occorre che siano lasciate nascere e crescere le capacità di proporre molte idee e soluzioni, di risolvere problemi in modo inatteso e originale, permettendo inoltre che si presentino e strutturino le condizioni per dettagliare, organizzare e realizzare quanto prospettato (modo di procedere secondo il concetto di “pensiero divergente” – 1950 Joy Paul Guilford).

 

Significa lasciar maturare la disponibilità totale dell’ambiente e dei partecipanti al processo creativo per riuscire a cogliere all’istante tutto quello che serve per giungere alla sintesi realizzativa di ciò che è l’obiettivo di creazione.

 

4 – nei processi creativi è possibile farsi aiutare dall’intelligenza musicale quale collante di parti apparentemente scollegate tra di loro, mediante il loro riconoscimento e aggregazione per affinità armonica (Gardner, psicologo);

 

5 – è noto che musica, canto, suono, ritmo, tono e rumore sono percepiti dal feto già nel grembo materno, ben prima della nascita, contribuendo in tal modo allo sviluppo di una certa intelligenza musicale naturale;

 

6 – conviene lasciare che si possano creare le condizioni per esplorare vie diverse dalle solite logiche, guardando le cose da più punti di vista, in modo alternativo e senza preconcetti (concetto di pensiero laterale – Edward De Bono – psicologo).

 

Prosegue nella parte 2di2

 

foto, elaborazione grafica e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 07/04/2020