Iso Isetta e Fiat 600 Multipla: il passato ritorna nel futuro.

Esempi di ingegnosa essenzialità pratica senza tempo.

Siamo abituati a vedere operazioni di aggiornamento di modelli iconici di automobili del passato che difficilmente ci rendiamo conto che gli apparenti passi avanti sono in realtà passi indietro.

Tutte le volte che queste geniali intuizioni vengono riproposte infatti perdono gran parte dei loro contenuti essenziali sostituiti da complicazioni tecnologiche e gadget sovrabbondanti. Con il risultato di far crescere dimensioni e pesi a scapito dello spazio occupato e dell’energia necessaria per muoverle.

 

Naturalmente sono prodotti più affidabili e che garantiscono una miglior protezione agli occupanti e un minore inquinamento atmosferico.

 

Fino ad oggi è stato così, però tutto potrebbe cambiare nel prossimo futuro sulla base dell’adozione generalizzata della guida autonoma.

 

Infatti se essa sarà ritenuta sufficientemente affidabile, particolarmente nel contribuire alla riduzione degli incidenti e delle loro conseguenze (circa 3400 morti ogni giorno nel mondo ed un numero incalcolabile di feriti ed invalidi), verrà meno la necessità di costruire veicoli così ingombranti e pesanti come quelli che vanno per la maggiore in questi tempi.

 

Inoltre le flotte di veicoli prodotte saranno probabilmente gestite in comodato d’uso agli utenti che pagheranno una quota periodica per il loro utilizzo e non le acquisteranno definitivamente.

 

Se così avverrà, le prossime automobili, potranno essere meno ingombranti e strutturate, semplici involucri semoventi per proteggersi dagli agenti atmosferici, concettualmente molto più vicini a “traslatori”, ascensori longitudinali, in grado di muoversi a velocità medie maggiori e velocità massime minori di quelle attuali.

 

Traslatori che, svincolati dai limiti attualmente imposti per necessità, potranno avere qualsiasi forma, perfino quella di un modello originale di molti anni fa.

 

In sicurezza, risparmio energetico ed ambientale.

 

foto e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 18/04/2020