L'angolo delle curiosità - Parlare a vanvera

Danilo Bruni per Civico20News

Parlare a vanvera.

 

Modo di dire di origine toscana, che risale al XIV secolo. Vànvera non è un sostantivo, è una parola che compare nei dizionari solo accompagnata dalla preposizione “a” per spiegare il senso della locuzione.

 

Il significato, come sappiamo, è quello di parlare a sproposito, senza pensare, parlare al vento, rispondere con argomentazioni senza senso. Vànvera è sinonimo di confusione, una variante di ciànfera, come si dice a Pisa o bàmbera a Lucca e di altri termini toscani come fànfera, variante di fanfàra, che genera il termine fanfarone.

 

Esistono tracce di questo modo di dire anche nella tradizione francese e spagnola. Il francese fan-fan, di origine onomatopeica, si riferisce al suono delle trombe militari, che ci ricollega al nostro fànfano, termine che, come detto, genera la parola fanfara.

 

Probabilmente anche il personaggio dello spadaccino Fanfan la Tulipe, seduttore che incantava le donne son il suo grande fascino, ma anche con le parole, deriva da fan-fan e fanfarone.

 

In Spagna invece lo si accosta al gioco di carte della bambàra e significherebbe un colpo di fortuna improvviso, ottenuto senza preparazione o una particolare abilità, casuale insomma, come le parole di chi parla a vànvera.

 

Danilo Bruni

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 16/04/2020