La pandemia dell’influenza “spagnola” nella Torino del 1918

Uno spaccato dell’evento attraverso la documentazione giornalistica dell’epoca (terza e ultima parte)

Leggere qui la prima parte dell'articolo - la seconda parte dell'articolo.

 

Sempre nella stessa pagina, quasi a voler “sdrammatizzare” l’intervento del sindaco, si trova il seguente trafiletto.

Niente paura!

C’è della gente che si sgomenta per l’influenza. Che diamine! Il nostro organismo è quotidianamente esposto a malattie ben peggiori e nessuno se ne è mai sgomentato. E se ognuno coscienziosamente ricerca le cause di un malanno, deve sempre riconoscersi una colpa personale. Non bevete liquori o alcoolici gabellati per sedicenti medicine; non disordinate nel cibo o nel bere; non indebolite l’organismo con strapazzi di nessun genere; non abbiate paura, perché la paura costituisce una debolezza ed una predisposizione, e fate uso di un’acqua garantita sotto i punti di vista, come la Idros. E poi lasciate che i microbi vengano! Essi troveranno un organismo d’acciaio contro il quale c’è niente da fare.

 

La Stampa – domenica  6 ottobre pag. 3 - Cronaca Cittadina

Decreto di chiusura

dei teatri, cinematografi e caffè concerto

Con decreto in data 5 corrente il Prefetto, su conforme unanime parere del  Consiglio sanitario provinciale, allo scopo di adottare misure più rigorose per la difesa della popolazione dall’influenza, ha disposto: Che a datare dal 6 corrente mese sia sospeso l’esercizio di tutti i teatri, Caffè Concerto e Cinematografi nella città e provincia; Che siano sospesi gli accompagnamenti funebri in forma solenne e con cortei numerosi; Che siano abbreviati a datare dal 7 corrente, gli orari dei pubblici esercizi; Che sia modificato l’attuale orario delle farmacie in riguardo all’ora di chiusura serale ed ai turni di riposo giornaliero e festivo. Sarà pure provveduto, d’accordo con le Autorità ecclesiastiche, per la sospensione nelle chiese delle funzioni non necessarie al culto pubblico.

 

La Stampa - lunedì 7 ottobre 1918, pag. 2 -  Cronaca Cittadina.

La chiusura dei pubblici esercizi

fissata per le 21.30

in relazione alla comunicazione di sabato la Prefettura notifica che con Decreti del 5 corrente è stata disposta in via temporanea la chiusura dei pubblici esercizi per le ore 21.30° a decorrere dal 7 corrente.

È stato pure disposto, sempre in via temporanea, nell’interesse del servizio farmaceutico per la cittadinanza, che sia prorogata alle ore 22.30 la chiusura delle farmacie, e che il turno giornaliero e festivo delle farmacie, nel centro della città, sia  fatto da due, anziché da quattro farmacie.

 

LA Stampa -  martedì 8 ottobre 1918, pag. 3 - Cronaca Cittadina

Il termometro dell’influenza

La quotidiana lista dello Stato Civile, che con le nascite ed i pochi matrimoni reca i nomi e il numero dei morti in città nelle ore precedenti, gode purtroppo da qualche tempo, nei giornali cittadini, di un’attualità inconsueta. Tutti la cercano, tutti la leggono, tutti la commentano: E oggi quanti morti? Ah più di ieri! Morti d’influenza, è sottinteso. Perché è impossibile morire altrimenti al giorno d’oggi. La influenza, i morti d’influenza, l’epidemia fanno le spese di tutti i discorsi ……..

Sappiamo, infatti, quotidianamente, il numero dei morti, ma non conosciamo il numero degli ammalati d’influenza. Manca perciò, al retto giudizio, il rapporto necessario tra lo sviluppo della malattia e la mortalità da essa determinata. Che la cifra dei decessi cresca è doloroso, ma per assumerla a … segnale d’allarme bisognerebbe sapere anche la cifra dei degenti. Si vedrebbe, allora, che se l’influenza è una malattia a larga diffusione, la mortalità è tutt’altro che allarmante, si mantiene fortunatamente assai bassa, non cresce in ragione aritmetica, e tanto meno geometrica al numero degli ammalati.

Per l’articolista sarebbe opportuno che l’Ufficio municipale d’igiene, con la collaborazione dei medici curanti, per tranquillizzare popolazione, comunicasse quotidianamente il numero degli ammalati, e con il rapporto ammalati morti renda disponibile un indice esatto della situazione sanitaria di Torino, cosa che già avviene a Milano.

All’articolo segue “Voci dal popolo” che riporta tre lettere di lettori.

Nella prima si segnala che, se la Commissione municipale di Sanità, nel suo decalogo, tra l’altro ha raccomandato di evitare gli agglomeramenti di persone, ed il Prefetto con recentissimo decreto la chiusura di cinematografi, teatri, ecc., ed ha imposto restrizioni alle funzioni religiose, il Municipio permette che sui tram nelle ore di punta “si pigi una folla enorme di persone”, con gravissimo rischio per la salute pubblica. Si chiede perché in tali ore non si aumenti il numero dei tram o si aggiunga una seconda carrozza a quelli circolanti.

Nella seconda, riprendendo il tema della chiusura di locali pubblici ed altro, si denuncia l’affollamento “alle macellerie, latterie e simili esercizi”. Riporta il caso della latteria di Corso Vittorio, quasi angolo via Goito, ove nelle ore pomeridiane vi sarebbero centinaia di persone “in attesa del latte”. Si domanda se tale assembramento non sarebbe da impedire.

Nella terza si affronta il problema dei prezzi. Il giornale pubblica giornalmente i prezzi di frutta e verdura calmierati, ma i commercianti li ignorano e vendono a prezzi esosi, malgrado i decreti. Bisognerebbe attenersi a tali decreti e pretendere dagli esercenti di rispettarli.

 

La Stampa - Lunedì 21 ottobre, in prima pagina: “Cronaca Cittadina – Il capo dell’Ufficio d’Igiene e l’influenza”.

È un’intervista fatta al professor Abba “sul corso della malattia del giorno  e … dei tre giorni, salvo complicazioni  - La malattia – ci ha detto l’egregio sanitario – compie il suo corso. E l’ammalato muore …”.

Dall’intervista emerge che l’epidemia è stazionaria e l’inesattezza dei dati statistici sulle morti in quanto non si conosce il numero esatto dei malati, che il Municipio ha richiesto medici alla Prefettura e alla Direzione della Sanità Militare, che ha provveduto per l’aumentato numero di ricoverandi all’Ospedale di San Giovanni ed ha approntato 500 posti letto nella Scuola Allievo.

Un’illustre clinico e senatore ritiene che l’influenza passerà quando l’avranno fatta tutti, mentre Abba teme una saldatura con il periodo invernale: se la stagione rimarrà buona i casi scemeranno.

Segue la solita serie di consigli e prescrizioni circa l’uso di “disinfettanti” inutili e costosi … lavarsi le mani con acqua e sapone … usare sublimato all’uno per mille …  lavarsi i denti con spazzolino ed acqua ossigenata … evitare farmaci inutili se non dannosi … evitare gli affollamenti … i tram … bollire il latte … ecc. … “Mettersi a letto al primo malessere e affidarsi con sottomissione alle braccia del medico e a quelle più lunghe della Divina Provvidenza.” Conclusione certo non incoraggiante.

La Stampa - Martedì 22 ottobre, pag. 2: “Prossimo arrivo di materiale farmaceutico”: su richiesta del governo “Un ingente quantitativo di prodotti chinacei giungerà anche dall’America”.

La Stampa -   2 novembre, pagina 3: Cronaca Cittadina –

Un’altra riunione del Consiglio Sanitario Provinciale. Articolo lungo e di difficile lettura per la scarsa qualità, comunque si segnala un miglioramento nell’andamento dell’influenza nella città di Torino e nei comuni della Provincia, alcuni colpiti anche in forma grave.

È evidenziata l’abnegazione di medici condotti, sanitari, farmacisti che hanno risposto a tutte le richieste di assistenza, e proposto un plauso ufficiale. Da valutare la riduzione, con le dovute cautele, dei provvedimenti restrittivi in materia di spettacoli ed esercizi pubblici, provvedimenti che hanno dimostrato la loro efficacia.

La Stampa - Venerdì 27 dicembre, pagina 3: “Cronaca Cittadina

“… 84 morti – Il bollettino municipale di ieri reca 84 morti …”.

Nell’articolo, lungo e di difficile lettura è messa in evidenza l’elevata mortalità tra i bambini per le condizioni igieniche delle scuole, e la necessità d’intervento delle autorità; si segnala inoltre che il chinino di stato è introvabile. In conclusione l’epidemia è domata, non vinta.

Su quanto fossero seguite le varie prescrizioni, le chiusure dei locali pubblici, qualche dubbio c’è, basta scorrere gli inserti dei vari teatri e cinematografi che presentavano il programma in corso. Sono segnalati anche assembramenti di persone davanti a macellerie e latterie in attesa di poter entrare.

 

Le cure.

Come sopra esposto, accanto a farmaci seri come il chinino, si diffusero “farmaci alternativi”, direttamente pubblicizzati dai giornali, anche all’interno di articoli.

Su La Stampa di giovedì 24 ottobre, pagina 3, un certo dottor Helme, “uno dei più autorevoli volgarizzatori della scienza medica, consiglia ne Le Temps [giornale francese, N.d.R], a scopo preventivo, le frizioni umide con acqua tiepida addizionata di acqua di Colonia.”; segue ovviamente la notizia che “raccomandatissima è quella marca Aquila della ditta dottor. H. C. Haltz con sede in Corso Regina Margherita 93”.

Inserti pubblicitari più volte presenti come specifici per la cura della spagnola sono quelli della Pozione Arnaldi, venduta in cassette da L. 31,50 e da 46,00, per la cura di più malati. La pozione era a base di piante officinali.

Altro prodotto pubblicizzato per la spagnola è l’Althralganican del dottor Ballabene.

Infine si trovano anche le mascherine protettive.

Quanto all’uso del chinino e dell’aspirina per la terapia dell’influenza, questi due farmaci sono ancora indicati “Vademecum Clinque”, del 1964, di V. Fattorusso e O, Ritter (6). Inoltre in caso di complicazioni per infezioni batteriche secondarie vi sono indicati sulfamidici ed antibiotici; barbiturici per il riposo.

Nel caso dell’influenza spagnola il germe secondario più spesso in causa è stato il bacillo di Pfeiffer (Haemophilus Influenthiae), isolato nel 1890 nel corso dell’influenza russa. L’essere il responsabile diretto della spagnola o la causa attribuibile ad un virus fu un aperto dibattito scientifico, senza tuttavia giungere a sicure conclusioni, causa anche i limiti tecnici della scienza del tempo (7).

(1) C. B. Vicentini et al.: L’influenza nelle ondate epidemiche del XIX secolo. Le Infezioni in Medicina, n. 4, 374-389, 2015

(2) https://it.wikipedia.org/wiki/Influenza_spagnola

(3) M. U. Dianzani: Trattato di patologia generale. Volume primo, tomo primo, 227-228, 1970.

(4) https://www.lastampa.it/salute/2018/01/23/news/il mistero dell influenza spagnola del 1918 la pandemia uccise 10 milioni di persone in due anni 1.33971143.

(5) AAVV: Farmacopea ufficiale del Regno d’Italia, 1940, 231-232. Sublimato è il termine usuale per indicare il cloruro mercurico o bicloruro di mercurio (Hg Cl2). Era disponibile in compresse composte da una parte di cloruro mercurico ed una di cloruro di sodio, e colorate con eosina; le compresse possono essere di g. 1 o 2, e contengono g. 0,5 o 1 di cloruro mercurico. Il cloruro di sodio serve a stabilizzare in soluzione quello mercurico che altrimenti rapidamente precipiterebbe. 

(6) Edizione italiana: Vademecum clinico di medicina pratica, traduzione di Antonio Marangoni, 737-739, 1966.

(7) https://www.pathologica.it/article/view/3

Per chi volesse approfondire l’argomento “Spagnola” Claudio Tamagnone consiglia il libro: L’influenza spagnola 1918, Laura Spinney, Edizioni Marsilio.

Giorgio Ponzio

(Fine)

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Articolo pubblicato il 18/04/2020