Germania/Tanti tamponi, pochi morti. Metodo tedesco o metodo Volkswagen?

L’analisi di Gianni Candotto

Partiamo dai dati: in Germania ci sono, secondo le fonti fornite all’OMS dal governo tedesco, dati aggiornati a ieri sera, 132.210 contagiati, uno straordinario dato di solo 3342 morti (circa il 2,5% di morti, contro il 13% dell’Italia, il 12,5% della Gran Bretagna, il 12% della Francia e l’11,5% della Spagna) e hanno fatto 1.317.887 tamponi.

Ci sono molte meno restrizioni che da noi e parlano di riprendere la vita normale a breve. Molti media italiani, come al solito servili, si sono spinti a dire che esiste un modello tedesco di efficienza, che i minori morti sono dovuti al fatto che in Germania ci sono 25.000 posti in intensiva contro i 5000 che c’erano in Italia prima del contagio, che fanno 100.000 tamponi al giorno (altri sostengono addirittura 500.000 tamponi al giorno), che erano preparati dall’inizio e tutti questi fattori spiegherebbero i dati spettacolari che la Germania fornisce.

Vediamo i fatti.

1) Tamponi. L’Italia ha fatto fino adesso 1.073.689, quindi in rapporto agli abitanti ha fatto più tamponi della Germania. Ma se andiamo più a fondo le regioni del sud hanno avuto minori contagi e quindi hanno fatto meno controlli, ma la Lombardia ha fatto 200.000 tamponi, 2,1 tamponi ogni 100 abitanti, il Veneto 200.000 tamponi, quindi 4 ogni 100 abitanti e il Friuli Venezia Giulia, colpito molto più marginalmente di altre regioni, 31.764 tamponi, quindi circa 3 ogni 100 abitanti. Pertanto in Italia si sono fatti il 10% di tamponi in più che in Germania in rapporto agli abitanti, in Lombardia il doppio di tamponi della Germania, in Friuli VG il triplo e in Veneto il quadruplo. Quindi la Germania ha fatto molti meno tamponi che da noi (comunque più che la Francia, dove ormai quasi a parità di contagiati con l’Italia, hanno meno di un terzo dei nostri tamponi).

2) Posti in terapia intensiva. La Germania, usufruendo dei vantaggi che a lei arrivano dalla UE e dall’euro, ha fatto investimenti in sanità, mentre ha imposto ad altri paesi, tra cui l’Italia, l’austerità. Dal Governo Monti in poi si sono fatti molti tagli. Ma questo non toglie che a livello nazionale non si sia arrivati mai a percentuali superiori del 50% dei posti in intensiva occupati. Anche durante la crisi di posti in Lombardia, l’Italia ha risposto all’italiana: moltiplicando gli sforzi, organizzando in tempi record nuovi reparti di intensiva e altre regioni hanno accolto i malati lombardi. Nessuno è stato abbandonato e nessuno è morto per mancanza di posti in intensiva.

3) Hanno affrontato con serietà maggiore il virus? Io direi che è l’esatto contrario. Qui non sono possibili dati, ma per capire come abbiano affrontato la cosa vi faccio l’esempio dei parenti in Germania di un consigliere comunale che conosco bene e sulla cui affidabilità garantisco. Uomo, italiano, che lavora in fabbrica in Germania, si accorge a metà marzo di avere febbre alta e tosse e seguendo i protocolli chiama il numero indicato: gli dicono di andare in ospedale (non vengono loro come da noi), gli fanno il test e risulta positivo. Il giorno dopo hanno gli stessi sintomi la moglie e le due figlie. Ritelefona e dall’ospedale gli dicono che non è necessario far tamponi perchè di sicuro hanno il virus anche loro (alla faccia dei tamponi a tappeto). L’unica assistenza che ricevono è quella telefonica a richiesta loro. Dopo una settimana la febbre è passata. Ritelefona in ospedale chiedendo di fare i tamponi per vedere se sono guariti. Il responsabile di virologia gli risponde “se non avete più la febbre siete guariti. Non servono tamponi, da domani può tornare a lavorare”. Il direttore della fabbrica, aggiornato della situazione, esprimendo i suoi dubbi sulla serietà della sanità tedesca, dice al suo dipendente italiano che è meglio se si fa ancora 15 giorni casa prima di tornare.

In definitiva, fanno meno tamponi, il fatto che ci siano più posti in intensiva non c’entra nulla, si mostrano molto più superficiali e faciloni degli italiani e forniscono dati sui morti totalmente non in linea con tutti gli altri paesi che fanno sorgere moltissime perplessità. Più che modello tedesco parlerei di taroccamento dei dati in stile Volkswagen.

Gianni Candotto – Destra.it

 

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Articolo pubblicato il 17/04/2020