Torino e il Piemonte rischiano di essere ancora più penalizzate dagli effetti economici del Coronavirus della media nazionale...

Lettera aperta a Chiara APPENDINO e a Alberto CIRIO.

Con quali intenti Torino ed il Piemonte potranno affrontare la “Fase2” Pubblichiamo la lettera aperta di Mino Giachino, rivolta al sindaco ed al Presidente delle Regione Piemonte

 

“Carissimi,

Torino e il Piemonte rischiano di essere penalizzate dagli effetti economici del Coronavirus ancor più della media nazionale sia per la maggiore debolezza della nostra economia locale sia per l’effetto combinato tra i grossi limiti dei Decreti governativi e la maggiore incidenza del VIRUS in Piemonte. 

Avete annunciato importanti iniziative ma temo che, data la gravità della crisi, non siano sufficienti.

Se l’Italia perderà il 10% del PIL, il Piemonte perderà oltre  15 miliardi di euro se non di più perché il settore dell’auto con il passaggio all’elettrico verrà ridimensionato e ciò ricadrà anche sull’indotto se l’Europa non rinvierà alcune scadenze sul Diesel.

Il lockdown così prolungato temo ci farà perdere molte piccole aziende e quelle che resistono dovranno essere aiutate dagli interventi dello Stato ma anche da misure locali. Il calo del commercio internazionale ci penalizzerà vista la propensione alle esportazioni delle nostre migliori aziende.

Ecco perché sarebbe opportuno chiamare  i torinesi e i piemontesi a fare di più ad esempio ad aderire a un BOND straordinario PIEMONTE così come ha fatto la Lombardia che ha lanciato un Bond da 3 miliardi di euro e come ha proposto recentemente l’on. Carlo Giacometto.

Per uscire da questa guerra evitando lo SBOOM economico occorre per la partecipazione di tutta la società piemontese.

Organizzate gli “Stati Generali di Torino e del Piemonte” così come si fece nel 1976 dopo la gravissima crisi petrolifera. Allora la Regione riempi il Teatro Nuovo di imprenditori , sindacalisti , professionisti, esperti.

In prima fila c’erano Gianni Agnelli, Carlo Donat-Cattin, Carlo De Benedetti, Valter Mandelli, Sergio Pininfarina.

Se nel secondo dopoguerra l’Italia arrivò al Boom Economico lo si deve al Piano Marshall, alle riforme di De Gasperi e dei Governi degli anni 50 ma lo si dovette al grande impegno degli imprenditori, degli artigiani , dei commercianti e dei lavoratori. Ricordate cosa disse il grande sindacalista Di Vittorio al Presidente degli industriali Angelo Costa :”prima le fabbriche poi la casa”.

Ecco che nella attesa che L‘Europa definisca i suoi interventi e sperando che il prossimo Decreto del Governo corregga i due precedenti sul Credito e Cura Italia, alle risorse degli Enti locali occorre aggiungere i fondi dei privati che possono.

Se lo Stato e gli Enti Locali sono poveri una parte dei privati no. 

Occorre coinvolgere le grandi famiglie a partire dagli Agnelli nel lancio di un BOND PIEMONTE 2050 , esentasse, con un rendimento almeno pari allo Spread su un Programma preciso e dettagliato di interventi che vanno dagli investimenti infrastrutturali non finanziati dallo Stato,(Metropolitana, Tangenziale Est, Aeroporto, Asti Cuneo etc.) agli investimenti nelle infrastrutture digitali e nella ricerca e nel sostegno ai settori produttivi strategici.

Il Fondo dovrebbe essere gestito da tre rappresentanti dei privati e degli Enti Locali e delle grandi Banche piemontesi che spero questa volta non abbiano il braccino corto.

Torino e il Piemonte debbono arrivare in piedi al 2030 quando la TAV ci immetterà dentro la Rete dei trasporti del futuro dove passeranno merci, passeggeri, turismo e uomini di affari.

Chi sottoscriverà questo Bond sarà considerato da tutti i piemontesi come un Cittadino Piemontese benemerito. Dare un riconoscimento a chi si da da fare per la Comunità, deve ritornare ad essere un valore come in passato. 

Dobbiamo essere all’altezza dei grandi piemontesi dell’800 che prima ci diedero la Unità Nazionale poi investirono nelle centrali idroelettriche, nel tessile e nelle fabbriche, dobbiamo essere alla altezza di Valletta, del Prof. Giuseppe GROSSO che titolò il Piano delle autostrade e dei trafori “Piemonte Regione Forte d’Europa”.

Dobbiamo arrivare in piedi al 2030 quando arriverà la TAV che ci immetterà dentro la Rete dei trasporti del futuro dove passeranno turismo, uomini di affari e merci.

Una Regione dove è nata la industria meccanica, dove è nata la Moda, il cinema italiano, la Rai, non può andare in declino.

Vi ringrazio molto della attenzione.”

 

Mino Giachino 

SITAV SILAVORO

 

 

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Articolo pubblicato il 29/04/2020