Quando il cervello non è... congiunto

Una straordinaria parola frutto di una poderosa potenza di fuoco

Avete presente quando si dice che la montagna ha partorito un topolino? Oppure quando si usa un cannone (peraltro crepato) al solo scopo di scacciare una mosca? Ebbene, si tratta grossomodo delle scene cui stiamo impietosamente assistendo in questi giorni di pre-ripartenza, se non di falsa partenza..., per via dei provvedimenti raffazzonati con cui il Governo l'ha imbastita.

L'elenco delle imbarazzanti scempiaggini richiederebbe più articoli di commento, tant'è che bisognerà procedere per gradi, separando la vacuità delle frasi con cui non viene affrontata l'emergenza economica dall'inconsapevole e inconsistente utilizzo delle parole. E qui ritorniamo a bomba su quanto detto in incipit. Qualche numero: 15 cosiddette task-force, per un totale di oltre 450 persone, assoldate per combattere a colpi di ideone e collegamenti sinaptici la guerra a un virus che ha paralizzato l'Italia. Curricula chilometrici e rutilanti, a cominciare da quello del Dr. Colao, indubbiamente attestatosi presso i più qualificati Atenei mondiali. Professori e Intellettuali (con tutto il rispetto parlando) chiamati a impostare i parametri di uno sblocco che però, oltre alla preparazione accademica, richiede l'abilità e la conoscenza pratica di chi al mattino alza la serranda di un negozio, tiene in piedi una bottega artigiana oppure dà da mangiare ai dipendenti di una piccola azienda.

Tuttavia di queste professionalità neanche l'ombra. Sarà un caso ma forse - e forse proprio in virtù di questa ingiustificata assenza - i geni del Sapere si sono subito incartati su di un passaggio banale, quello che dovrebbe regolare le nostre frequentazioni. Cotanta sapienza infusa nel vasto cervello (la citazione è di uno che il mondo in cui viveva lo conosceva bene, Luigi Einaudi) per partorire l'opinabile parola "congiunti", rappezzata in seguito con addizioni e formule correttive ancora più lacunose e fuorvianti dell'originale.

Di certo c'è una cosa: diceva ancora Einaudi "prima conoscere, poi discutere, infine deliberare". E magari, una volta ogni tanto, servirebbe anche accendere e congiungere prima il cervello!

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/04/2020