Il primato della Politica

Oneri e onori da cui non svicolare

Se c'è una cosa più grave dell'incompetenza, questa è proprio la volontà pertinace di negarla. Come? Nascondendosi dietro alla straordinarietà della situazione, spacchettando e diluendo il più possibile l'onere della scelta per poi, alla fine, puntare il dito contro il classico capro espiatorio, reo di aver preso la decisione sbagliata. Si tratta di atteggiamenti esecrabili in ogni manifestazione del comportamento umano e tanto più nella Politica, arte - o meglio, missione - votata al perseguimento del bene più prezioso, quello collettivo.

Un Politico non può farsi sorprendere dagli eventi. A meno che non si tratti di un asteroide, fino all'ultimo sfuggito al controllo dei radar e ora pericolosamente in rotta di collisione con la Terra: cioè, in pratica, uno scenario da film Armageddon. Non è il caso del virus cinese, o di una qualsivoglia pandemia in senso lato: infatti, nel corso dei decenni, sono stati elaborati protocolli sia giurisdizionali sia scientifici (nonchè istituiti enti preposti) proprio con lo scopo di fronteggiare eventuali minacce alla salute pubblica. In più la Politica, per essere davvero efficiente e incisiva, deve corrispondere all'arte di immaginare, oggi, quello che - positivo o negativo - potrebbe accadere domani, sulla base della preziosa testimonianza fornita dal passato. E nella Storia le epidemie, con il loro lugubre seguito di vittime e instabilità socio-economica, ci sono purtroppo sempre state.

Un Politico, poichè il suo non è un lavoro da cui svicolare ma una vocazione che si sceglie per spirito di servizio nei confronti di Cittadini e Istituzioni, deve sentirsi investito di tutta la gravosa responsabilità che gli compete. Oneri e onori, recita la nostra Carta costituzionale, che vanno assunti in prima persona. Ben vengano i consigli e le indicazioni delle persone più qualificate ed esperte nei singoli settori ma, alla fine, la decisione può essere nè scientifica nè emozionale bensì sempre e solo politica.

In queste lunghe settimane di emergenza si sono moltiplicate le cosiddette task-force, i comitati tecnico-scientifici, i pool di esperti e le cassandre della ripartenza, tutti di preparazione più o meno dubbia se si considera la totale assenza fra essi di personaggi provenienti anche dal mondo delle categorie produttive. A questi il Governo si è appigliato, scaricando e addossando in maniera palese la responsabilità di scelte e dilazioni, su cui semplicemente non è stato in grado di esprimersi con cognizione di causa.

Perchè non c'è cognizione se manca competenza e non esiste strategia laddove regna imperante la confusione. Con queste basi si può solo procedere in modo raffazzonato, navigando a vista e, in pratica, demandando ai Cittadini l'onere di far risorgere un Paese dai danni del virus e dell'inettitudine.

Un Politico dovrebbe saper contemperare efficacemente diverse necessità, soppesando i vari interessi in gioco e facendone una sintesi rispettosa dei valori umani e costituzionali.

Capacità di sintesi: in fondo è difficile chiedere questo proprio a chi non ha fatto che sfornare chilometrici e pasticciati Dpcm!

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Articolo pubblicato il 04/05/2020