Sindone, la predica di Padre Agostino da Montefeltro

Ezio Marinoni torna a parlare di Sindone per l’indubbio interesse della sua «scoperta»

È ancora fresca la festa della SS. Sindone, del 4 maggio.

Ritrovo un volumetto rilegato a dispense, come usava un tempo, la copertina nera e il titolo dorato: Prediche di Padre Agostino da Montefeltro – Riassunto stenografico quotidiano – Distribuzione presso D. Fino, libraio Piazza Carlo Alberto Torino.

D. (Davide) Fino, con la sorella Candida, gestiva la rivendita di giornali in piazza Carlo Alberto. Era proprietario di un alloggio al quarto piano di via Carlo Alberto 6, nel quale ha soggiornato in affitto Friedrich Nietzsche, ma questa è un’altra storia.

La terza predica raccolta nel volume è dedicata alla Sindone. Leggo parole accese, mi soffermo su alcuni capoversi delle pagine stampate.

«La predica oggi ha luogo alle 4 pom. anziché alle 11, perché è costume in Torino di fare recitare alla Metropolitana ogni venerdì il sermone della Sindone, che è, come tutti sanno, custodita nella cappella reale.

Chi iniziò tale costume si fu Carlo Emanuele I di Savoia, che concorrendo col Capitolo metropolitano nelle spese del quaresimalista, volea sul pergamo di S. Giovanni oratori di grido, che prendevano nome di quaresimalisti del Re.

Il vostro glorioso e santo trofeo, la Sindone, o Torinesi, è per molti oggetto di culto, mentre è per taluno argomento di scandalo.

Ma che cosa vi dirò che non sia già stato altra volta detto sulla Santa Sindone? Che cosa potrò dirvi che degno riesca della sua gloria e della vostra pietà?

E il culto, o signori, delle reliquie è un atto altamente religioso, che troviamo ricordato nei libri della storia sacra di tutte le nazioni. Se noi risaliamo il fiume del passato, noi troviamo che il culto delle reliquie è consacrato fin dai tempi di Roma nella religione dei Pagani.

Ma la Sindone che veneriamo è proprio quella che raccolse le spoglie adorate del Cristo?

È impossibile negarne l’autenticità. L’Oriente e l’Occidente, la storia e la tradizione concordano, senza che la catena delle testimonianze sia in un solo punto disgiunta. S. Pietro, il primo Papa, ne constatò l’esistenza; altri Papi e vescovi ne attestarono l’autenticità; poi i Monarchi la circondarono della loro venerazione e le eressero monumenti; infine il popolo colla sua voce potente aggiunse l’approvazione sua attraverso ai secoli, e il Cielo volle porvi il suggello conservandola incolume tra le fiamme.

La vostra divozione alla Sindone è come un Sacramento. L’anima vi scopre il velo nel quale si cela Cristo.

Se un giorno la critica audace vi accuserà di fanatismo, di puerilità, d’ignoranza, disprezzate, o Torinesi, con sicura parola, con fieri sguardi queste accuse pedanti e queste parole vuote di significato.

Rispondete colla fermezza del vostro carattere, con tutta la fierezza del vostro accento, che sa dell’Alpi che vi circondano: no, non vi è fanatismo là dove i fatti parlano al cuore ed alla ragione; non è puerilità, non è ignoranza dove la storia e la tradizione sostengono le mie credenze. Se questa è ignoranza, la preferisco al vostro scetticismo, che mi priva d’ogni conforto. La fede m’illumina, la speranza mi sostiene, la carità che solleva i fratelli m’accende d’amore.

(Si battono le mani all’oratore)

Sabato riposo. Predica alle ore 11 di domenica». 

Padre Agostino da Montefeltro per l’anagrafe è Luigi Vicini.

Nasce a Sant’Agata Feltria (Rimini) il 1° marzo 1839: primogenito di una famiglia agiata, diventa sacerdote all’età di 22 anni. È nominato Canonico della Collegiata di Sant’Agata Feltria, apprezzato e ricercato oratore nel Montefeltro e in tutte le Marche.

Nel 1867 attraversa una profonda crisi morale e religiosa, che lo porta dapprima a fuggire con una ragazza sua compaesana a Firenze e a Milano; in seguito si rifugia da solo in Svizzera, a Bellinzona, dove tenta perfino di suicidarsi.

Questa grave crisi si risolve nel 1870: riacquistata la vocazione, Luigi decide di entrare nell’Ordine dei Minori e prende il nome di Agostino da Montefeltro.

Di nuovo si diffonde la fama della sua grande abilità oratoria, capace di attirare persone di diverse istruzioni e varia estrazione sociale.

 

Che cosa avvenne al momento della sua grande crisi, da lui mai negata, anzi enfatizzata?

Ammetterà di aver fatto parte del “mondo del peccato”, ma senza mai mettere in discussione i principi della sua forte fede.

Non interessa qui la vicenda con Gertrude: argomento che andrebbe visto e studiato diversamente dalle parole velate, dalle reticenze, dalle leggende e recriminazioni.

La caduta è il fuoco che ha forgiato il nuovo Agostino.

(Da “Un chierico nel Risorgimento Luigi Vicini: la giovinezza di Padre Agostino da Montefeltro”, di Franco Dall’Ara).

 

I suoi sermoni più noti sono stati pronunciati per la Quaresima del 1889 a Roma, nella chiesa di San Carlo al Corso.

Le sue prediche, spesso interrotte dagli applausi dei fedeli, toccavano temi come l’evoluzionismo e il darwinismo sociale; attaccava la massoneria, lo scientismo e il libero pensiero, lo sfruttamento dei poveri; le sue parole infuocate lasciano una traccia profonda nei cattolici che le ascoltano.

Si trasferisce a Pisa nel 1877.

La sua vasta opera religiosa include la fondazione di una Congregazione di suore, le Figlie di Nazareth, consacrate all’esercizio della carità ed all’istruzione cristiana delle orfane.

In campo sociale, ha contribuito con le sue prediche a preparare il terreno all’enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII; a Pisa ha fondato una Scuola Popolare e l’Istituto di Marina di Pisa per le Orfanelle.

Padre Agostino da Montefeltro muore a Pisa il 5 aprile 1921 e viene sepolto nella chiesa dell’Istituto da lui fondato.

 

Bibliografia

Conferenze religiose e sociali - compilato per cura del Corriere Nazionale su pensieri desunti da discorsi e prediche di Illustri Oratori Contemporanei – Vol. I - Ricordi Del Quaresimale in Torino del Padre Agostino da Montefeltro - Tipografia Festa e Tarizzo – Torino – 1888.

Prediche di Padre Agostino da Montefeltro Riassunto Stenografico Quotidiano – Tip. G. Candeletti – Torino – 1918.

Un chierico nel Risorgimento. Luigi Vicini: la giovinezza di Padre Agostino da Montefeltro - di Franco Dall’Ara.

@ Ezio Marinoni

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Articolo pubblicato il 08/05/2020