L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: il vero dramma è l'improvvisazione

Temi musicali che non hanno spartito, bensì traducono in note le emozioni dei protagonisti

Ciò che si avverte con maggiore e preoccupante insistenza è l’assoluta mancanza degli artisti mentre trionfa l’improvvisazione che appartiene alle comparse. Lo stesso copione è stato come posto ad arte da chi sa di poter contare sulla inefficienza degli interpreti che, diversamente, metterebbero a nudo la vera trama.

Una divagazione sul tema, questa, che vive le interpretazioni di chi, con grandi improvvisazioni talvolta grottesche, pretende di elargire verità e certezze che naufragano nell’oceano di parole che non convincono più nessuno. E’ la Sagra dei Decreti, delle estemporazioni di un Presidente del Consiglio che conferma, con le varie edizioni dei DPCM, l’incertezza di un programma che non c’è mai stato ed ha vissuto su temi musicali che non hanno spartito, bensì traducono in note le emozioni dei protagonisti.

Ed è ciò che più volte abbiamo dovuto constatare nostro malgrado in aggiunta alle angosce dei bollettini di guerra che ogni sera hanno creato sconforto al di là delle frasi di convenienza che finiscono con l’infondere la certezza dell’incertezza.

La serie quotidiana delle autocertificazioni è la dimostrazione di come siano stati trattati i cittadini tornati bimbi e presi per mano da improvvisati tutori. Un insieme di improprie situazioni che hanno coinvolto nel generale malcontento anche le figure determinanti in questo tragico momento, gli unici che hanno concretamente limitato i danni della pandemìa e del disastro sociale che ne è scaturito pagando in prima persona il disservizio governativo.

Lo stesso che ha annunciato trionfalmente, nell’immediata vigilia del disastro, una perfetta preparazione degli strumenti atti a sconfiggere l’infezione, mentre poi non c’erano, e tuttora scarseggiano, nemmeno le mascherine per medici e infermieri che hanno pagato a caro prezzo lo spirito di abnegazione proprio del Giuramento di Ippocrate.

E, per usare l’espressione propria di giudici ed avvocati “Id quod plerumque accidit” (ciò che più frequentemente accade), il tutto si sta risolvendo nelle diatribe burocratiche cui la gente si è stancata di assistere, la stessa gente che per adesso, tranne sporadici episodi, ha ancora soffocato il malcontento.

Ma che non so fino a quando saprà sopportare la mancanza di aiuto da parte degli organi governativi prima di cedere alle lusinghe di chi non aspetta altro per impadronirsi del potere, quello meno qualificante che passa attraverso un clientelismo tutt’altro che disinteressato.

Ed è il pericolo più incombente, quello che prende immediatamente spazio, quello che sta aspettando la prima scintilla per alimentare una pericolosa devastazione che non ha confini territoriali. Certamente tutto ciò che è stato detto finora non vuole sicuramente mettere in second’ordine il pericolo di un ritorno prepotente del male e che una impropria ripresa potrebbe determinarla anche nel breve periodo.

Ma non si può nemmeno demonizzare il prossimo futuro scrivendo una condanna che nessun giudice può emettere senza aver prima scaturito un piano di sopravvivenza, sanitaria ed economica, ed aver verificato che vengano rispettate rigorosamente le relative disposizioni.

Il popolo dice basta alle improvvisazioni, basta ai litigi di corridoio, basta alla sudditanza europea e basta alle manie di protagonismo che di fatto stanno affondando la nazione Italia: statisti si nasce e non si diventa.

 

 

 

     Civico20 News     

Il Direttore responsabile                                    

      Massimo Calleri       

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Articolo pubblicato il 10/05/2020