Crisi della sicurezza: anno 2001.

Evento scatenante: attentato alle torri gemelle.

INTRODUZIONE

 

Dall’articolo del 14 aprile 2020, Scenari di crisi possibili in questo secolo (che vi invito a rileggere integralmente per farvi un’idea generale dell’argomento qui più dettagliatamente trattato) riprendiamo alcuni passaggi:

 

I processi di autoapprendimento della coscienza vengono costantemente riproposti attraverso le lezioni contenute negli eventi che ci coinvolgono, stimolandoci ad imparare o riscoprire quale sia il vero senso della vita.

 

Inoltre basterebbe ricordare cosa è avvenuto nel secolo appena passato per rendersi conto che eventi importanti si succedono a ritmo serrato per “aiutare” la coscienza dell’umanità a pervenire allo stato di maturità necessaria al perseguimento dello scopo della sua esistenza.

 

Da tutte quelle esperienze ne è uscita una umanità cambiata, almeno in una piccola parte dei suoi componenti. Ma questo non è evidentemente ancora sufficiente per un vero radicale cambio di paradigma nei pensieri, desideri e comportamenti della massa e dei suoi leaders.

 

E per questo semplice motivo “la gentile forma di sollecitazione a darsi una mossa” continua ad esprimersi per perseguire l’evidente necessità del cambiamento essenziale delle coscienze.

 

Infatti, sebbene da tali sconvolgimenti siano scaturiti fatti positivi, come gli sviluppi nei campi industriali, tecnologici, delle comunicazioni, delle relazioni sociali, del benessere sempre più diffuso, della libertà personale, della circolazione delle persone e delle cose, e dell’aumento iperbolico della popolazione mondiale, non lo stesso si può dire sia avvenuto per le coscienze umane.

 

Dopo un primo momento di solidarietà ed altruismo in seguito ai fatti drammatici appena citati, comportamenti egoistici in tutte le loro sfaccettature sono riemersi e si sono imposti negli individui e nelle società.

 

E, proprio per la certezza che tali aspetti non scompariranno mai del tutto, arrivando a celarsi anche dietro il più altruistico dei comportamenti, siamo altrettanto certi che non mancheranno mai le occasioni per essere nuovamente costretti a riflettere su cosa sia veramente necessario e quale comportamento sia degno di un vero essere umano.

 

Dall’elenco degli accadimenti passati, presenti, e prevedibili, che il fluire delle cose ha messo in agenda per questo secolo (ma sul lasso temporale si può non essere fiscali) ecco il primo degli appuntamenti con le “gentili forme di sollecitazione a darsi una mossa”, con eventi di “magnitudo crescente” in grado di dare una serie di fondamentali scossoni alle coscienze affinché possano ricominciare a lavorare e compiere un salto di livello:

 

1 – 2001 – attentato alle torri gemelle – crisi della sicurezza fisica verso le aggressioni altrui, reazione alla paura di morire per mancanza di sufficiente protezione, timore dell’altro, del diverso, tentativo di controllare, contenere, e mantenere lontano chi la pensa diversamente da noi.

 

A seguito di questo evento e della escalation numerica degli attentati terroristici sono stati rinforzati, o creati apposta, strumenti e procedure per il controllo stringente dei movimenti di persone sospette e di organizzazioni che non condividono l’opinione corrente (peraltro diversa in contesti diversi).

 

Le azioni attivate in tale frangente sono tuttora applicate in tutto il mondo.

 

Questa è stata la crisi che ha introdotto il secolo che stiamo vivendo.

 

Condizione di crisi si definisce quello stato generale di confusione e spaesamento che si percepisce quando è in atto un cambiamento da un precedente stato di equilibrio prima che sia riconoscibile un nuovo quadro sistemico generale di riferimenti riconoscibile su cui fare affidamento per impostare il proprio modo di agire nel presente per programmare il futuro.

 

Un periodo di crisi significa quindi uno stato generale in cui dover affrontare incertezze, inquietudini, problemi, situazioni, relazioni, ansie e paure, senza potersi basare con sufficiente sicurezza su modelli di esperienze precedenti.

 

In questo caso non era mai accaduto che gli Stati Uniti, la più grande potenza mondiale, venissero attaccati sul loro territorio, in più punti emblematici contemporaneamente, prima che fossero in grado di difendersi adeguatamente. Ad aggravare la percezione di vulnerabilità si aggiungeva il fatto che ciò era avvenuto non ad opera di un potente esercito, ma di quattro sparuti gruppi di terroristi.

 

L’evento seguito in diretta televisiva planetaria e riproposto ossessivamente per i mesi a seguire, condito dai mass media con dettagli sempre più truculenti e maniacali, si è inciso nella coscienza individuale e collettiva come un riferimento preciso.

 

Se infatti anche il più potente apparato di difesa poteva essere superato da un così piccolo, anche se preparato ed organizzato, gruppo di assalitori, quanto più noi, piccoli ed insignificanti individui, potevano ritenerci sicuri da un attacco di qualsiasi tipo da parte di chiunque?

 

Dopo un lungo periodo di smarrimento, individuale e collettivo, dopo il periodo dei lutti, delle emozioni, della rabbia, dei processi, delle inchieste, del desiderio di vendetta e ritorsione, iniziarono ad attivarsi in tutto il mondo le contromisure di sicurezza. Furono inaspriti tutti i controlli nei luoghi sensibili, porti, aeroporti, dogane, e luoghi in cui si radunavano molte persone nel quotidiano o per eventi particolari.

 

Tutte le persone e le organizzazioni sospettate di attivismo contrario allo stato consolidato furono poste sotto un controllo ancora più stringente da parte delle intelligence di vari stati che svilupparono ulteriormente lo scambio di informazioni al riguardo.

 

E di pari passo, senza neanche rendercene conto, attraverso i nostri devices elettronici, anche noi abbiamo contribuito a infittire la rete di informazioni che sono state messe a disposizione per tale finalità.

 

Se qualcuno ce lo ha fatto notare, abbiamo pensato che in fondo era un piccolo prezzo da pagare per essere più sicuri, ponendo così le basi per l’avvento di una ulteriore crisi in un altro ambito.

 

Infatti così come la disponibilità dei nostri dati può servire a studiare piani di sicurezza, altrettanto può dirsi per il suo contrario, ovvero per studiare piani di attacco mirato. È così che ci viene inviata la pubblicità in modo selettivo, sulla base delle nostre caratteristiche dedotte dai dati che noi stessi continuiamo a fornire sempre più nel dettaglio.

 

A partire dal momento di quell’attentato, pur essendosi attivate misure di prevenzione e difesa più specifici per il tipo di attacco di matrice terroristica, non sono mancati altri episodi eclatanti (che non sto qui ad elencare visto che, al riguardo, esiste una documentazione assai corposa) in ogni parte del mondo, in supermercati, sedi di giornali, luoghi di eventi tradizionali, senza che potessero essere evitati.

 

Quanti possibili attacchi sono stati sventati nessuno lo sa.

 

Sappiamo invece quale sia stato l’incremento esponenzialmente dei cyber attacchi informatici che hanno provocato danni alle strutture operative di centrali nucleari, ospedali, aziende, altri organismi sensibili, e privati cittadini, in ogni parte del mondo. E come esista un dark web in cui circolano informazioni parallele, certamente non tutte lecite e innocue.

 

Tra paure strumentalmente coltivate attraverso i mass media e risposte evanescenti degli organismi preposti alla loro risoluzione, la percezione generale di insicurezza, cresce sempre più in seno alla società.

 

La risposta a questa situazione ha creato un inconscio spasmodico desiderio di contro bilanciamento, individuale e collettivo, che ha spinto al consumo compulsivo di cose e situazioni, contribuendo ad un maggiore offuscamento della capacità di intendere e volere delle coscienze.

 

Se infatti è vero che ci sono più possibilità di essere informati su qualsiasi argomento non è altrettanto vero che sia cresciuta la possibilità di farne un uso concreto, maturo e cosciente. Tutto ciò si traduce in uno stato continuo di timore degli altri, di difesa dagli altri o di aggressione verso gli altri.

 

E questo è il terreno perfetto in cui può germogliare, crescere forte e abbondante, ogni genere di paura.

 

Sebbene questa sia la situazione attuale, occorre ricordare che se fosse per i risultati di queste azioni, per quanto atroci e perversi, essa ha prodotto meno morti di quanti ne procurino gli incidenti domestici nel luogo ritenuto più sicuro, cioè la nostra casa.

 

Basterebbe questo dato a ridimensionare le nostre sproporzionate paure, ma sappiamo bene che quanto avviene nel nostro profondo non è di facile lettura e neppure può essere modificato semplicemente attraverso la volontà.

 

Occorre un vero e proprio terremoto universale nella coscienza perché vi si possa ricostruire una struttura di pensiero e una catena operativa che, a partire da nuovi riferimenti, possa costruire un altro dei mondi possibili.

 

Ma fino a quando ciò non avverrà, QUESTO sarà il miglior mondo possibile.

 

schemi e testo

pietro cartella

 

In sintesi.

 

La storia insegna che nessun cambiamento avviene in modo lineare e senza scossoni. Il grafico introduttivo è la rappresentazione di ciò che l’umanità ha già sperimentato, proiettato nel futuro prossimo, e si basa sulla probabile validità delle stesse leggi che hanno funzionato finora. Seppure con diverse sfumature e contenuti, le finalità delle crisi rimangono le stesse: far maturare la coscienza di tutto ciò che esiste ad un diverso livello.

Nessuna crisi è totalmente specifica; quella successiva contiene sempre anche un po’ di ciò che era specifico della precedente. Quella terminale le compendia tutte, evidenziando gli elementi specifici delle precedenti in modo più potente, intenso e pervasivo, aggiungendo quelli caratteristici della sua ragion d’essere.

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Articolo pubblicato il 01/06/2020