È quanto si sentono chiedere in più per le esequie le famiglie dei "cari estinti" defunti covid
Brevemente.
Che tu sia stato un “eroico camice bianco” (o verde o blu), cioè un medico o paramedico, un tecnico ospedaliero, un infermiere o un operatore socio-sanitario, magari lasciato disarmato – carente degli indispensabili dispositivi-di-protezione-individuale – in-prima-linea e nelle trincee dei nosocomi impegnati nella grande-guerra contro ’sta stramaledetta pandemia del secolo, oppure uno sfortunato paziente positivo sintomatico ricoverato in corsia o in terapia intensiva, ovvero una disgraziata nonnina reclusa in una residenza-per-anziani contaminata da “untori” infiltrati dall'esterno durante la prima concitata fase di “contenimento” dell’emergenza, ebbene, se sei defunto – presumibilmente – a causa del simpatico coronavirus dagli occhi-a-mandorla, non puoi sfuggire al “rincaro per l'estinto”: ai tuoi congiunti, ai quali non venne manco consentito di assisterti nelle ultime ore, sulla deserta coltrice di manzoniana memoria, né di celebrarti una devota, commossa messa di suffragio, per cristiana pietà, né di accompagnarti, con degne onoranze, in corteo funebre, né di seppellirti in tomba secondo le antiche usanze di Santa Romana Chiesa Cattolica Apostolica, sarà inoltre richiesto (o estorto) un odioso obolo da cumulare alle spese già cospicue per le esigue esequie così sbrigativamente a te riservate, con tanto di obbligatorio incenerimento tramite cremazione #cancella-prove (almeno “l’ossa mie rendete al petto della madre mesta”, implorava il Foscolo nel sonetto dedicato nel 1803 alla prematura scomparsa, “per febbre nervina perniciosa”, del fratello Giovanni...).
Sì, perché le vittime innocenti del fetente microbo di Wuhan, i caduti da covid, passati allegramente a miglior-vita fors’anche per le colpevoli impreparazioni e negligenze – da accertare – di chi avrebbe avuto il compito di vigilare e tutelare la salute pubblica, devono subire l’estremo sfregio postumo di sborsare 200-300 euro o più per il kit del necroforo, l’accurata disinfezione e la doppia cassa zincata della bara (quasi fossero cadaveri radioattivi che starnutiscono o mummie di faraoni egizi nel sarcofago multiplo!).
Insomma, la cresta del becchino.
Ed ecco che le stesse strutture private covenzionate si dichiarano costrette ad aumentare tariffe e conseguenti oneri integrativi a carico dell’SSN o dei degenti in solvenza, mentre alle singole famiglie lo Stato non accorda alcun contributo per tale costo suppletivo non indifferente. Pena e danno. Una vergogna!
Mors tua pecunia mea.
Rapaci avvoltoi allo scoperto.
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Articolo pubblicato il 17/05/2020