Colpevole d'innocenza

Matteo Salvini: attaccato per aver fatto il suo dovere

Se non corrispondesse tristemente alla cronaca di questi giorni, quanto sta emergendo a proposito di una certa Magistratura sarebbe degno del thriller meglio riuscito. Uno scenario da incubo autoritario, dove le normali dinamiche della vita democratica e i pilastri dello Stato di Diritto sono sovvertiti dalla subdola e surrettizia dittatura di alcune toghe: ideologicamente rosse e assetate di vendetta nei confronti dell'avversario politico di turno. Che si chiami Berlusconi oppure Matteo Salvini, purchè sia di Centro-Destra: schieramento dove - secondo le pregiudizievoli elucubrazioni di questi tali Magistrati - siederebbero sempre e comunque personaggi poco raccomandabili, Politici con il vizietto tutto liberale della libertà, dell'intraprendenza e dell'elogio meritocratico della ricchezza quando essa è frutto di qualità nutrite con lavoro e sacrifici.

No, in barba alla regola aurea de "la Legge è uguale per tutti", il peccato originale dell'appartenenza politica va perseguito, anche in assenza di reato, anche se un encomio risultasse più pertinente dell'avviso di garanzia.

Le intercettazioni relative al caso Palamara hanno scoperchiato il vaso di Pandora di certa (in)Giustizia italica, facendone emergere tutto il marcio che - per quanto rilevabile e palese da ben prima - giornaloni e benpensanti radical chic di Sinistra avevano per decenni ostinatamente negato.

La vicenda di Matteo Salvini, colpevole di aver svolto il suo compito, colpevole di aver difeso i confini italiani (e, andrebbe sottolineato, di concerto anche quelli europei) da un'immigrazione dilagante e incontrollata, colpevole in sintesi di aver fatto troppo bene il suo dovere, espone la Magistratura (in larga parte composta da servitori dello Stato dediti al proprio compito) alla legittima e comprensibile sfiducia del Popolo, basito per la bassezza valoriale di alcuni suoi togati.

Non solo gli attacchi immotivati e le invettive contro Matteo Salvini sono "indifendibili": sono soprattutto indegne e inconcepibili per qualunque Nazione che ambisca alla qualifica di civile e democratica.

Che almeno, oltre alle manovre di potere più bieche e spregiudicate, all'interno di quel vaso di Pandora sia rimasta un'altra cosa: la speranza di riuscire a spazzare finalmente via queste derive e storture.

 

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Articolo pubblicato il 27/05/2020