L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: la presunzione di colpevolezza

La cultura del sospetto determinante nel prosieguo di una qualsiasi attività

Il principio del garantismo, su cui si basa la presunzione d’innocenza, è, anzi dovrebbe essere alla base di ogni indagine, di ogni percorso giuridico fino a quando il soggetto indiziato non viene giudicato colpevole in via definitiva e cioè al termine dei tre gradi previsti dalla dottrina giuridica italiana.

Tuttavia accade spesso che la cultura del sospetto sia determinante per il prosieguo di una qualsiasi attività, sia essa imprenditoriale sia pure istituzionale. Ed in questo dedalo di illazioni o presunte responsabilità si dibatte la volontà di produrre, di inventare, di sottoscrivere una qualsivoglia iniziativa per timore di cadere nelle trappole che un attento sistema burocratico ha posto sul percorso.

Sì, attento e ben organizzato che prevede una serie interminabile di passaggi prima di scaturire il prodotto finito. Naturalmente il tutto viene somministrato con dosi appropriate e talvolta intense per favorire l’assuefazione ad un sistema che, tranne rarissime eccezioni, allunga i termini di realizzazione.

Con gli inevitabili intoppi ricchi di annessi e connessi il che determina ritardi o addirittura paralisi nella realizzazione di opere che richiedono l’immediatezza. Ciò che praticamente accade tutti i giorni e ne abbiamo avuta conferma anche nel momento di emergenza in corso e per nulla esaurito.

Come pure nelle riforme che restano tali solo nella denominazione cui non corrisponde alcuna variazione confermando la mancanza di dialogo, spesso voluta, fra le forze politiche che badano più alle spartizioni di potere piuttosto che al benessere del popolo.

Il tutto ad alimentare le rappresentazioni quotidiane che fanno la fortuna dei media in verità in preda ad una sorta di reciproca prevaricazione per diventare la fonte della verità, intesa come sostantivo e non come testata. Una panoramica piuttosto deludente che ricorda un ring allargato su cui ognuno cerca di assestare il colpo del ko.

In particolare, i talk show in onda sulle varie reti televisive stanno diventando una vetrina più per i conduttori che per gli ospiti evidenziando sempre più un fastidioso ed irritante parlare sulle parole degli altri o, peggio ancora, polemizzando con gli ospiti che tali sono e vanno rispettati.

D’altronde, quando si invitano determinati personaggi, si dovrebbe sapere a ciò cui si va incontro per cui ogni atteggiamento di acceso contrasto espresso da chi tiene il timone della trasmissione è segno, per lo meno, di ineducazione.

Troppo spesso importanti argomenti vengono messi, per dirlo alla romana, in caciara per cui non si riesce a capire se la cosa è voluta oppure no. In ogni caso il difetto maggiore è lasciare spazio all’improvvisazione senza avere la preparazione per reggere, con eleganza e bon ton, le eventuali provocazioni.

Anche quest’ultima considerazione rientra, a parer mio, nella presunzione di innocenza o forse in quella di non colpevolezza.

 

 

     Civico20 News     

Il Direttore responsabile                                    

      Massimo Calleri       

 

 

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Articolo pubblicato il 07/06/2020