Torino. La mission degli antirazzisti nostrani

Gesto barbaro contro l’arte e la Storia da parte di un branco di dementi e senza cultura.

Anche a Torino, sabato scorso, gli antirazzisti a senso unico, hanno organizzato un sit-in in piazza Castello per protesta contro la morte di George Floyd. Si è poi staccato un folto gruppo di manifestanti che ha sfilato in corteo e, una volta raggiunto il municipio, vi ha appeso uno striscione, imbrattando colonne, fioriere e la statua di Vittorio Emanuele II.

Un gesto vigliacco che a cose fatte, un gruppo di antagonisti rivendica con fierezza, in contrasto ad una voce solitaria che si elevata dal palazzo, il consigliere comunale Andrea Russi che ha diffuso questo commento:
"Ieri a Torino si è tenuta una manifestazione in memoria di George Floyd, il ragazzo afroamericano ucciso dalla polizia americana a Minneapolis. Trovo assolutamente condivisibile esprimere il proprio dissenso nei confronti della violenza gratuita. Purtroppo però una parte dei manifestanti ha avuto la bella trovata di imbrattare i muri e le statue di Palazzo Civico, esercitando nei confronti del patrimonio culturale pubblico, dunque della collettività, un'altra forma di violenza, altrettanto vergognosa e deplorevole. Mi auguro che i manifestanti in buona fede, che per fortuna ieri rappresentavano la quasi totalità della piazza, possano trovare coraggio di dissociarsi da questo scempio".

“Non è tardata la risposta dei facinorosi “antirazzisti” nostrani: “Quando la giunta comunale di Torino si indigna per una sbombolettata nera sulla statua di un colonialista di m... noi rispondiamo che questa statua non è  il nostro patrimonio culturale".

È il commento del "Kollettivo studenti autorganizzati" in merito all'imbrattamento di una statua di Vittorio Emanuele II davanti all'ingresso del municipio. "Torino come Bristol", si legge nel post. A Bristol i manifestanti hanno abbattuto giorni fa la statua di Edward Colston, antico mercante di schiavi. I nostri antagonisti del sabato pomeriggio hanno pensato bene di esprimere il loro alto pensiero sulla statua del Padre della Patria.

Ci rendiamo conto che, come avviene nelle periferie, i più violenti, rivestiti da mutande ideologiche sono sempre state coccolati dai nostri amministratori, ma ci viene spontaneo chiederci cosa ci stavano a fare i vigili urbani nel frattempo.

Nel lungo periodo di contenimento dal coronavirus i nostri Civich non riuscivano a capire se, nell’interpretazione di una grida di “sua emergenza Conte”, “i congiunti avessero anche la facoltà di consumare la congiunzione carnale” e riusciamo anche a capirli, perché si trattava di un concetto troppo elevato per loro. Ritenevamo che, almeno a difendere una statua dalla violenza dei manifestanti, sotto il portico di palazzo civico, ci sarebbero arrivati. Ma evidentemente ci stavamo sbagliando. La sindaca intanto tace!

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Articolo pubblicato il 09/06/2020