Curiosità: "il movimento del Principe Filippo"

Tanna: l’isola che aspetta il Dio-principe

Quando si parla di “culto del cargo” si intende un culto apparso in alcune società tribali melanesiane in seguito all’incontro con le popolazioni occidentali.

Originati dall’osservazione delle navi e dei traffici europei, i diversi culti del cargo hanno in comune la fede nell’avvento di navi e aerei di trasporto carichi di beni destinati non agli europei bensì agli indigeni.

Il culto del cargo ha avuto la sua maggiore diffusione in seguito alla Seconda guerra mondiale, quando le tribù indigene dei luoghi interessati ebbero modo di osservare le navi giapponesi e statunitensi.

Un culto interessante e curioso, oltre che per l’origine anche in quanto si divide in moltissimi culti sottostanti.

In questo articolo ne raccontiamo uno in particolare; un culto singolare, unico, anche un po’ stravagante, che qualche anno fa destò particolare interesse.

Si tratta del movimento del Principe Filippo:
un culto del cargo diffuso tra i membri della tribù Yaohnanen, nella parte meridionale dell’isola di Tanna, nello stato oceanico di Vanuatu.

I seguaci di questo movimento ritengono che il principe Filippo, consorte della Regina Elisabetta II del Regno Unito, sia il figlio bianco di uno spirito delle montagne, di cui parlano le loro antiche leggende.

Per essi, la figura di Filippo coincise quindi a quella del figlio di tale divinità locale, il quale, secondo le tradizioni locali, avrebbe viaggiato oltremare e avrebbe sposato una donna di grande potere.

Non risulta noto con precisione il momento in cui tale culto si sviluppò. Con tutta probabilità, ebbe origine tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.

Quel che è certo è che venne notevolmente rafforzato dalla visita di Filippo ed Elisabetta a Vanuatu nel 1974. Al tempo, il principe non era consapevole della leggenda che aleggiava intorno alla sua persona in quei luoghi. Ne venne a conoscenza tramite John Champion, l’allora Resident Commissioner britannico a Vanuatu tra i 1975 e il 1978.

Champion consigliò a Filippo di inviare un suo ritratto all’isola: il principe acconsentì inviando una sua fotografia autografata.
Gli isolani ne furono entusiasti, e risposero inviando a loro volta un “nal-nal”, una mazza tradizionale per l’uccisione del maiale.

Altre due fotografie vennero inviate in seguito dal principe; l’ultima è datata 2000.
Tutte e tre le fotografie sono conservate dal capo del Movimento, Jack Naiva.

Il 27 settembre 2007 cinque isolani di Tanna visitarono il Regno Unito e durante la loro permanenza incontrarono il Filippo, al quale, con la domanda “La papaia è matura o no?” domandarono quando egli avrebbe fatto ritorno sull’isola come previsto dalle profezie.

Alla domanda il principe rispose così: “Che la papaia sia matura o meno, riferisci al capo Kawia che ora fa freddo, ma quando farà caldo invierò un messaggio”, facendo intuire loro che i tempi non erano ancora maturi.

Il viaggio dei cinque isolani nel Regno Unito è stato oggetto del documentario “Gli indigeni siamo noi- Selvaggio a chi?” (titolo originale: “Meet The Natives”) prodotto dall’emittente inglese Channel 4 e andato in onda su Rai 5 nel luglio 2012.

Una storia particolare che ci ricorda quanti culti e credenze, talvolta bizzarri, esistano nel mondo.

 

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Articolo pubblicato il 21/06/2020