Torino. Una realtà in costante ascesa: La scuola regionale di Formazione dei Fratelli d’Italia, conclude l’Anno Accademico 2019/20, con il programma al prossimo che decollerà a settembre.
Giovanni Ravalli

Civico20news intervista il direttore della Scuola, il Professor Giovanni Ravalli

Ci sono i post moderni che vagano senza riferimento e coloro che volgono lo sguardo al futuro, non dimenticando le positività del passato. Ragionamento che si è adottato a Torino, nei piani alti dei Fratelli d’Italia.

Nell’autunno scorso, la direzione regionale del Partito di Giorgia Meloni, ha inteso valorizzare una consuetudine che un tempo, accomunava i principali partiti politici che convogliavano i giovani che intendevano affacciarsi  alla politica, alla frequentazione di un corso per amministratori, aperto ad iscritti e simpatizzanti, ove venivano loro insegnate le principali materie oggetto dell’attività dell’Esecutivo e delle assemblee legislative.

Poi, come purtroppo accade, complici gli stravolgimenti avvenuti nei partiti politici, quest’iniziativa è stata messa da parte. La realizzazione di Fratelli d’Italia del Piemonte, partita a settembre scorso, mirava a colmare questo vuoto, ma avrà un seguito anche per il prossimo futuro.

Venerdì pomeriggio, in una cornice agreste, distanziati, come da prassi, il direttore della Scuola di Formazione Giovanni Ravalli ed i massimi dirigenti del partito, hanno chiuso l’anno accademico, per promuovere, l’inizio del prossimo ed aprire le iscrizioni degli allievi.

Per soffermarci sulle cifre, il primo corso in assoluto, iniziato ad ottobre del 2019 contava 92 iscritti ed in massima parte frequentanti.

Per il prossimo sono già giunte adesioni di circa 50 giovani. Nel merito, ne parliamo con il direttore della Scuola di Formazione, il professor Giovanni Ravalli.

Professor Ravalli, debbo confessarle che sono rimasto colpito dalla coesione dei giovani allievi con alcuni docenti e dirigenti politici presenti, ma mi faccia conoscere qualche elemento in più.

-Quale momento del corso che si è concluso giudica maggiormente positivo?

 

Certamente la partenza, aver avuto il dono della presenza di Guido Crosetto all’inaugurazione. In quell’occasione il suo discorso ci ha dato entusiasmo e slancio, come un bravo mister ha saputo “caricare” la squadra. Delle parole che ha detto, una frase in particolare mi ha colpito: ‘La politica è sacrificio, è servizio, non perdete mai di vista questa strada”.

 

- Cosa vi siete proposti quando avete iniziato? 

 

Con Fabrizio Comba e Fabrizio Priano, con cui condivido la responsabilità della scuola di formazione, abbiamo una base valoriale comune, che affonda le radici nel Cristianesimo. Questo ha fatto sì che nella scelta dei temi e dei relatori ci sia sempre stata grande sintonia. Quando abbiamo iniziato a preparare la scuola, il nostro obiettivo era quello di offrire un servizio ai nostri elettori, di presentarci come partito che chiede la fiducia e che è contemporaneamente pronto a dare ai suoi appartenenti le solide basi culturali su cui poggia le proprie battaglie, parlamentari e non solo. Personalmente mi ero proposto di creare un clima di vera fraternità, di comunità partitica, in cui tutti si sentano accolti, importanti, con compiti e ruoli diversi, ma parte della stessa squadra. 

 

-Qual è l’identikit dell’iscritto e con quali aspettative si presenta?

 

Abbiamo iscritti di tutte le età e professioni, dallo studente universitario all’operaio, dall’imprenditore al pensionato. Tutti hanno in comune una caratteristica: in passato sono stati elettori del Popolo della libertà, e percepiscono Fratelli d’Italia come la loro nuova casa, felici di vedere non solo un brand, ma un partito vero. Si aspettano conferenze e dibattiti di spessore, cercano cose vere, belle, senza maschere. Cercano una compagnia con cui condividere idee, riflessioni e timori. 

 

-Ci potrebbe dare, Professore,  qualche anticipazioni sul programma del prossimo anno e sui nominativi dei docenti e dei testimonials?

 

Nella prima parte del nuovo anno accademico incontreremo tutti i relatori che quest’anno a causa del Covid non hanno potuto svolgere la lezione. Tra quelli iniziali ci sarà il giornalista Renato Farina, il presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz, Magdi Allam e Gabriele Albertini 

 

Grazie della disponibilità Professor Ravalli. Ci rivedremo a fine anno accademico

 

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Articolo pubblicato il 23/06/2020