Si vuole davvero cercare la verità sulle stragi del 1980?

Gigi Cabrino per Civico20News

Il 27 giugno, in occasione del 40esimo anniversario della strage di Ustica, gli organi di stampa hanno pubblicato una informativa dei servizi segreti risalente a poche ore prima della strage del DC9; questo documento, rimasto segreto fino al 2014 e poi parzialmente desecretato, reca la firma del Colonnello Giovannone del servizio segreto militare il quale da Beirut informava che il Fronte popolare di liberazione della Palestina stava per dissociarsi dal “lodo Moro” e intendeva attaccare l’Italia o attraverso l’occupazione di ambasciate o attraverso attentati aerei.

Vale la pena ricordare che il lodo Moro era un accordo non scritto risalente al 1973 in base al quale le fazioni palestinesi avrebbero risparmiato l’Italia da attentati in cambio di occhi chiusi sul transito di persone e armi verso la Palestina.

Tale accordo, estremamente pragmatico, era orientato al mantenimento di buoni rapporti con i paesi arabi, all’epoca tutti saldamente uniti , pur con alcune sfumature sui modi, per la causa palestinese.

Il sequestro di missili ad Ortona e l’arresto di un esponente del fronte risalenti alla fine del 1979 avrebbero portato alla ripresa di attacchi, secondo fonte certa del colonnello Giovannone , che da Beirut fungeva da garante di questo accordo.

Va ricordato che il fronte popolare per la liberazione della Palestina, in realtà, aveva ben poco di palestinese, essendo legato alla più estrema ideologia marxista ed essendo alleato più della ex DDR e della Stasi, di quanto non lo fosse col popolo di Palestina; inoltre questa organizzazione era legata a doppio filo anche con la Libia di Gheddafi che in quegli anni faceva politica estera con le bombe sugli aerei.

Essendo legato poi alla ex DDR il fronte faceva comunella con la rete del terrorista Marcos, molto abile nell’ammazzare persone innocenti con la scusa della causa palestinese per conto del comunismo est europeo.

Non è necessario essere profondi conoscitori delle vicende di quegli anni per sapere che tutti questi movimenti e questi personaggi, Stasi, Carlos, fplp, sono stati accertati come presenti a Bologna il 2 agosto successivo, giorno della strage alla stazione.

Questa informativa resa nota alcuni giorni fa non fa che confermare le tesi esposte in un libro da Giuseppe Zamberletti, esponente DC degli anni 70/80 al governo in quell’estate di 40 anni fa; in La minaccia e la vendetta Zamberletti, che non può sicuramente essere considerato un complottista, mette in relazioni le due stragi.

C’è un libro, ci sono innumerevoli dati emersi nei processi di Ustica e Bologna, ci sono le inchieste giudiziarie internazionali commissionate da persone coinvolte senza alcun senso in questi processi e che hanno avuto la vita marchiata per essere stati affiancati al terrorismo.

Infine arriva la notizia di questa informativa diramata poche ore prima della strage.

Tutti elementi scientificamente occultati o non considerati nei processi di Ustica e Bologna; possiamo prepararci alle commemorazioni del prossimo 2 agosto , ai soliti appelli alla ricerca della verità, ma ci sono talmente tanti elementi noti, spesso emersi nei processi e verbalizzati, che viene da chiedersi come mai nessun magistrato si sia sognato di aprire un indagine su questa montagna di dati che potrebbero costituire elementi molto più solidi delle barzellette che sono state portate a prova per le stragi del 1980.

Davvero al di là lotta per bande che si sta combattendo tra le correnti della Magistratura non c’è un solo magistrato che abbia voglia di provare a dare un’occhiata a tutti questi elementi provando davvero a cercare la verità su questi fatti in processi finalmente seri e non solo con le solenni dichiarazioni nelle cerimonie commemorative?

 

Gigi Cabrino

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Articolo pubblicato il 30/06/2020